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ISTITUTO STATALE DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri

“Francesco Daverio” - Varese

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Europe Consulting s.r.l.

 di Poma Marco e soci

1) Informazioni generali sull’azienda: brevissima storia, dimensioni, numero di dipendenti, attività produttiva, ecc...

Europe Consulting s.r.l. è una giovane società, costituita nel maggio del 2002.

I tre soci fondatori (più un 4° che si è aggiunto all’inizio del 2004) operano nell’azienda ed hanno portato la solida esperienza acquisita nel corso dei molti anni di attività svolti nell’Information Technology.

Lo sviluppo del software e la realizzazione di applicazioni gestionali in ambiente client/server e su sistemi IBM iSeries,  sono tra le attività prevalenti dell’azienda.

Un continuo percorso di aggiornamento permette al personale di utilizzare metodicamente i linguaggi di ultima generazione per lo sviluppo, la realizzazione e l’implementazione delle applicazioni.

Essenzialmente sono due le aree di competenza dove impegniamo le nostre energie, sono due piattaforme applicative su cui già operiamo, che proponiamo principalmente alle piccole/medie aziende:

         Area contabile gestionale

         Area logistica – gestione magazzino fisico

 

Oltre a 4 soci la società si compone di 5 dipendenti ed un numero variabile 5 / 6 consulenti a tempo pieno e a tempo parziale che lavorano su specifici progetti presso i Clienti della nostra società.

2) Perché ha deciso di aderire al progetto di Economia di Comunione?

L’EdC è lo sviluppo, l’attuazione del nostro modo di intendere il lavoro, la grossa opportunità di incontrare persone che come noi hanno le stesse necessità, cioè quella di rendere il fatto cristiano incontrabile e sperimentabile anche nella quotidiana attività lavorativa di ogni persona.

L’EdC ci aiuta a concretizzare il cammino intrapreso, dentro questo ambito è facile incontrare imprenditori impegnati in questo senso e persone che condividono i nostri obiettivi  ed il nostro modo di essere.

3) Come sono percepite nel mercato le aziende che, come la Sua, aderiscono al progetto di Economia di Comunione?

Le aziende di EdC hanno ancora (almeno oggi in Italia) poca visibilità; un compito importante per i prossimi mesi / anni sarà quello di rendere l’EdC più visibile, più incontrabile, più determinante come diceva Luigino Bruni in un incontro a Loppiano un mese fa: “gli ideali nascono dalle persone ma vivono nelle istituzioni”.

Come persone e come azienda ci sentiamo chiamati e coinvolti in questo processo di attuazione, in questo processo di concretizzazione di questa idea interessante e rivoluzionaria cioè che l’economia può coniugarsi con la comunione.

4) È molto importante il modo in cui l’impresa si rapporta con i soggetti a lei collegati (dipendenti, clienti, fornitori, ecc...) Qual è la scelta della Sua azienda? Questa scelta è stata “influenzata” dalle idee proposte dall’Economia di Comunione?

Il rapporto, prima di tutto con i dipendenti e con i più stretti collaboratori, è incentrato sulla correttezza e sul rispetto  delle persone; c’è tra noi, tra tutti, una costante ricerca di dialogo (prima di tutto tra i soci), una ricerca continua di equilibrio tra gli interessi e le necessità della persona e le responsabilità richieste nel ruolo aziendale assegnato.

In particolari periodi dell’anno si tenta un maggior coinvolgimento sui temi specifici dell’EdC, partecipando a congressi, visitando realtà significative.

Con i Clienti  ed i Fornitori abbiamo stabilito negli anni rapporti corretti di collaborazione ricercando costantemente (anche nei momenti difficili) i punti di incontro.

Stiamo attrezzandoci per preparare un evento in cui, oltre alla presentazione della nostra società, proporremo anche i contenuti e la filosofia di EdC  a cui la nostra società partecipa.

5) L’Economia di Comunione ha come scopo l’aiuto economico degli indigenti. Per questo motivo chiede alle aziende di offrire una parte del proprio utile. Come avviene la ripartizione? E se l’azienda sta attraversando un periodo di difficoltà economica? L’adesione al progetto, cioè, crea degli spiacevoli vincoli?

La destinazione degli utili (quando ci sono) non la riteniamo vincolante negli aspetti economici, la riteniamo indispensabile invece come linea guida ; una parte degli utili viene destinata ad opere di carità e di sostegno, piano piano stiamo facendo in modo di coinvolgere nella decisione anche i dipendenti e chi collabora con noi.

Il calcolo della parte degli utili da destinare ai poveri non è frutto di divisioni o operazioni fatte con la calcolatrice ma tutto (la somma di denaro, la destinazione, le modalità) è determinato dal desiderio dell’animo, dal desiderio del cuore di poter in qualche modo  condividere le necessità, i bisogni di chi è indigente.

Proprio sull’aspetto della condivisione, stiamo ragionando in questi mesi sull’ipotesi di trovare canali (luoghi, persone, realtà) su cui indirizzare sia risorse finanziarie, sia risorse umane mettendo in gioco la nostra esperienza e le nostre capacità.

Naturalmente proprio perché l’adesione è libera, la partecipazione al progetto di EdC non è vincolante.

Le difficoltà economiche, quindi, generano il dispiacere dolore di non poter dare.

6) È semplice intuire come un imprenditore potrebbe fare per aderire all’Economia di Comunione. Ma che cosa possiamo fare noi [non imprenditori], che veniamo a conoscenza del progetto (per esempio visitando il Polo Lionello) e che ne rimaniamo molto colpiti, per contribuire alla crescita e al sostegno dell’Economia di Comunione ?

L’EdC è un modo di essere, è un modo di ragionare, è un modo di porsi, di rapportarsi con le persone che operano intorno alla nostra società, in una parola è  una cultura ; quindi determina le modalità per affondare la realtà, le cose concrete da fare - non sono tattiche, strategie o intenzioni.

Il professor Stefano Zamagni in un suo intervento ad un incontro a Loppiano diceva:

“Per fare una cosa bene, bisogna che essa sia vera, giusta, utile e bella.

Tutte queste quattro componenti devono essere presenti.

A volte noi pensiamo che si possano stabilire dei “trade off” del tipo:

più utile – meno giusto oppure  più giusto – meno vero ma non è così .

Perché un’opera produca il bene bisogna che queste quattro componenti, questi quattro  pilastri vengano costantemente mantenuti in equilibrio”.

Chi opera in questo senso, con queste modalità “costruisce” e contribuisce in modo determinante al progetto di EdC a prescindere dal fatto che sia un’azienda, un libero professionista o un lavoratore dipendente.

7) ... altro

Il principio, l’idea per cui la nostra società è stata costituita, per cui la nostra società esiste, non è sostanzialmente per il profitto, non ci siamo cioè messi insieme per il business     (che invece è una necessaria conseguenza); ci siamo messi insieme, abbiamo costituito la società per una sorta di sfida: si può lavorare con uno scopo, si può lavorare con un senso che va oltre (non si ferma - ma va oltre) gli interessi economici, si può, è possibile lavorare facendo in modo che quello che sentiamo, che quello che abbiamo incontrato, che il nostro essere cristiani centri e determini le nostre attività, il nostro lavoro quotidiano, facendo in modo che poco a poco (con discrezione e con umiltà) questo possa trasparire e possa essere segno e riferimento per ogni persona che ci incontra.

Il progetto EdC a richiamarci sempre al nostro “dover essere”, sapendo che esiste un “già” ed un “non ancora”. Sapendo che occorre crescere nel dialogo dentro e fuori, che occorre avere un equilibrio economico che guarda alle singole persone ed all’azienda come un’entità autonoma in grado di ricevere e dare. Guardare l’azienda non come una cosa nostra ma appartenente ad un “progetto “ non nostro ci aiuta a guardare avanti sicuri di camminare in una “comunione” che costruisce un progetto più grande di noi, a noi esserne umili strumenti.

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