Certamente la segnalazione odorosa è
fondamentale nella marcatura del territorio. La territorialità del lupo è
spiccata, ma non si esplica nei confronti dei singoli individui, bensì tra
branchi che occupano aree adiacenti. È difficile valutare l’estensione del
territorio di ogni branco, in primo luogo a causa dei metodi di segnalazione,
ma anche e soprattutto perché i suoi confini non sono rigidi come quelli di uno
stato o di una nazione, bensì hanno una grande plasticità in funzione della
disponibilità delle prede e del numero di individui che compongono il clan.
È
certo che al suo interno il territorio deve possedere aree “sicure”, ricche
cioè di anfratti e folta vegetazione e prive di elementi di disturbo, in cui il
branco si ritira per riposarsi e giocare durante il giorno. Ed è possibile che
spesso alcune porzioni di territori appartenenti a branchi diversi si
sovrappongano.
È
noto, da studi svolti in America Settentrionale, che gli individui appartenenti
ad un determinato branco si dimostrano molto aggressivi nei confronti di lupi
“estranei” (anziani, giovani in cerca di un territorio dove insediarsi oppure
elementi appartenenti ad altri branchi) che sconfinano nel loro territorio.
E
dato che i territori possono sovrapporsi oppure che individui giovani possono
abbandonare il branco d’origine e spostarsi anche per molti chilometri in cerca
di zone dove stabilirsi, attraversando quindi anche i territori di competenza
di altri clan, dobbiamo concludere che il lupo è un animale molto elusivo, non
soltanto nei confronti della nostra specie, ma anche nei confronti dei suoi
simili. Se essere sfuggente, però, è necessario a questo animale per poter
sopravvivere, ne rende assai difficile l’osservazione in natura e quindi lo
studio approfondito per la conoscenza della specie. Nascono in questo modo le
nuove leggende urbane che vedono il lupo protagonista di avvenimenti che poco
hanno a che fare con la realtà.
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