Le prime a servirsene sono le Pteridofite…
…che comprendono le felci (abbondantissime nel sottobosco) e gli
equiseti.
Ma anche le felci
sono costrette a vivere in ambienti umidi come i muschi. Perché?
Il problema è legato
alla riproduzione: se rovesciamo la foglia di una qualsiasi felce, almeno in
determinati periodi dell’anno, osserviamo una strana polverina bruna.
Questa è costituita dagli sporangi
che, come dice il nome, liberano spore.
Le spore cadono al suolo e qui generano
un gametofito, esattamente come avviene per i muschi, che nel caso delle
felci porta il nome di protallo.
Il protallo è una piantina strana:
spesso è a forma di cuore, vive interrato (del tutto o solo in parte), non
possiede clorofilla e si nutre per via micotrofica, cioè per mezzo di
una simbiosi fungina
E, proprio come nei muschi, sul protallo
si trovano anteridi (che producono anterozoidi) ed archegoni. E
gli anterozoidi devono nuotare per raggiungere gli archegoni e la cellula uovo
in essi contenuta per generare una nuova pianta. E quindi ci vuole l’acqua.
Saranno altre piante ad aggirare questo problema: le Gimnosperme
(dal greco gymnòs spermos = dal seme
nudo), che comprendono il gruppo delle Conifere.
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