Corno Rat
Via del Ventennale O.S.A.
|
|
|
|
|
|
Visto da Valmadrera, il Corno Rat con la sua parete sud-est si staglia netto sopra i verdi prati di S.Tomaso, nel gruppo dei Corni di Canzo. La via è poco frequentata, ma l'ambiente è davvero panoramico su Lecco, il Resegone, il lago... e anche sulla sottostante superstrada. Lo sviluppo e la difficoltà sono sostanzialmente pari a quelle dell’adiacente via Dell’Oro. L'attrezzatura prevede soste con catene e chiodi normali, peraltro non abbondanti, in via: regolarsi di conseguenza. La roccia è discreta con pochi tratti friabili; la vegetazione può dar fastidio, specie nel periodo estivo. Data la quota e l'esposizione, è consigliabile affrontare la salita nelle mezze stagioni. |
|
Difficoltà: |
TD- (V+, molto sopra il IV/IV+, A0) |
|
Sviluppo: |
4 lunghezze, 130 m |
|
Esposizione: |
SSE |
|
Chiodatura: |
buona |
|
Materiale: |
8 rinvii, 1 corda |
|
|
Salite: |
20.09.97 Mirko, Silvano
14.03.99 Mirko, Silvano
22.04.00 Mirko, Andrea
|
|
|
|
AvvicinamentoL'avvicinamento più semplice al Corno Rat consiste nella salita da Valmadrera. Dalla frazione di Belvedere si sale fino al bivio (fontanella) per Moregallo e Corni; si segue la strada per i Corni, a sinistra, che porta fino alla località di San Tomaso. Una volta raggiunto l'agglomerato di case si piega completamente a destra lungo il sentiero n.5 per Sambrosera. Si segue il sentiero fino ad un bivio dove un cartello segnala la direzione per la via ferrata (segnavia n. 30: "Via Ferrata OSA"). Si prende dunque a sinistra, in ripida salita, in direzione del Corno Rat. In pochi minuti si raggiunge l'attacco della ferrata, in corrispondenza di un ampio spiazzo. Se ne aggira il primo risalto roccioso sulla destra, per una ripida e friabile traccia. Raggiunto il terrazzo in testa all’avancorpo si segue il breve sentierino di destra, che porta alla base della parete del Corno Rat. Rispetto al tabellone (infisso sulla parete) che indica le vie di arrampicata sportiva, l'attacco è spostato qualche metro a sinistra, alla base di un evidente diedro (targhetta metallica a un paio di metri d’altezza, poco leggibile). La sosta iniziale è da attrezzare (ventrale o con fettuccia su albero).
L1Si può scegliere tra due diverse modalità di attacco: il primo tiro deve seguire inizialmente uno speroncino verticale, contornato a destra da una profonda fessura-diedro e a sinistra da un canale ampio di rocce rotte. Se si vuole dare retta alla targhetta che da il nome alla via si dovrebbe seguire la spaccatura di destra per tutta la lunghezza dello speroncino (6/7 metri, IV+, attenzione eventualmente a erba e rovi); si può traversare quindi un metro a sinistra fino a raggiungere le roccette più facili e meno verticali che ne costituiscono il prolungamento; il traversino è un po’ delicato ed esposto, e il tratto è da attrezzare con mezzi propri (fettucce o friend). In alternativa è possibile decidere di seguire il profilo sinistro dello speroncino, un po’ più facile, ma ugualmente da attrezzare; anche in questo caso si dovrà raggiungere la testa dello sperone con un breve traverso. A una decina di metri di altezza si raggiunge il primo chiodo del tiro. Occorre spostarsi decisamente a destra, in placca, superarla con leggera diagonale a sinistra, e infine con un traversino (IV+, passaggio delicato) ci si riporta nel grande diedro principale (chiodo). E’ possibile ma complicato proseguire lungo il diedro; vantaggioso cercarne un’uscita sulla sinistra con un altro traverso delicato; per rocce più facili si raggiunge finalmente la sosta, nei pressi di un albero. In tutto il tiro sono presenti solo un paio di chiodi; assolutamente necessaria un’integrazione a dadi, friends e fettucce. [40 m]
L2Dalla sosta si sale dapprima verso destra su roccia che richiede attenzione, poi in verticale verso un masso sporgente che va aggirato sempre sulla destra (IV+, passaggio delicato ed esposto, una volta era presente un vecchio cuneo di legno) sino alla sosta. Anche in questo tiro occorre proteggersi con dadi, cordini o fettucce. [20 m]
L3Tiro breve, ma faticoso ed esposto. In principio si sale in verticale lungo un diedro-fessura (dadi o friends) leggermente strapiombante (V); la fessura piega leggermente a destra nel punto chiave della salita (chiodo, V+). In uscita una robusta radice offre un ottimo appiglio. Al termine del tiro si raggiunge un cespuglio, dove è posta la sosta. [15 m]
L4Ci si sposta dapprima a sinistra, con un traverso di alcuni metri, quindi si sale nei pressi dello spigolo (inizialmente IV, poi III) su ottima roccia lavorata e insolitamente ruvida, ricca di lame e buchi sino alla sosta. Il tiro non è attrezzato, ma in caso di bisogno è sempre possibile piazzare cordini o dadi. [45 m]
DiscesaSi risalgono facili roccette (II) sino ad una zona boscosa dove, tagliando verso sinistra, si raggiunge l'ultimo tratto di via ferrata, lungo la quale si arriva in vetta al Corno Rat. Da qui si prosegue per una traccia lungo la crestina nord. Superati dei facili blocchi rocciosi si raggiunge un bivio dove è segnalata la direzione per il ritorno a San Tomaso (sentiero n. 8).
|