Torre Cecilia
Spigolo Marimonti
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La via è divertente e le difficoltà maggiori sono concentrate in prossimità dell'attacco; è purtroppo un po' corta. L'arrampicata non è generalmente sostenuta e si svolge costantemente sotto gli occhi dei numerosi osservatori che si radunano sui prati e nel cortiletto davanti al rifugio Rosalba, a un centinaio di metri di distanza in linea d'aria. La roccia è perfetta per tutto il primo tiro ma può cambiare completamente faccia nel secondo se si decide di seguire il canale (sconsigliato). La chiodatura è ottima nel primo tiro (il più bello della via), ma nel secondo, sempre se si segue il canale, non si trova nemmeno un chiodo (anche se realmente utile solo a causa della friabilità del luogo e non per le difficoltà d'arrampicata); integrabile con fettucce. |
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Difficoltà: |
AD+ (un passaggio di IV+, poi IV e III) |
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Sviluppo: |
2 lunghezze, 70 m |
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Esposizione: |
SO |
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Chiodatura: |
buona, soste su catena |
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Materiale: |
6 rinvii, 2 corde |
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Salite: |
03.05.97 Mirko, Silvano
26.04.98 Mirko, Andrea
29.05.99 Mirko, Silvano
19.09.99 Mirko, Andrea, Michele
25.04.02 Mirko, Andrea
23.04.06 Mirko, Andrea
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AvvicinamentoConsiderato che lo Spigolo Marimonti al Cecilia è una via che parte da una sella a metà parete si capirà che il suo attacco vero e proprio non può essere raggiunto che in arrampicata lungo una diversa via. La sella d'attacco è tra il Cecilia e il Cinquantenario e le vie più semplici per raggiungerla sono le più facili linee di salita al Cinquantenario: la Normale (III), la Ottolini (IV) o il Camino dei Trentini (IV+). Il gruppo di torri può essere raggiunto comodamente dal rifugio Rosalba, in pochi minuti: dal sentiero della Direttissima o dalla Val Tesa e il sentiero che passa dal Colle Valsecchi si raggiunge il rifugio e in cinque minuti di discesa lungo i pendii erbosi sottostanti ci si porta in prossimità del Torrione del Cinquantenario, ultimo (quello più in basso) del gruppo che delimita i pendii a Est. Più comodo e veloce è l'avvicinamento per il sentiero delle Foppe che, partendo dal rifugio Alippi, porta senza giri viziosi fino ai pendii del Rosalba; ancora più diretto il sentiero dei Morti che si stacca dal sentiero delle Foppe e risale ripido fino al gruppo di torri; evidenti cartelli segnalano l'intero percorso. Per il sentiero dei Morti ci si avvicina al Torrione del Cinquantenario dal basso e lo si individua immediatamente, appena usciti dal bosco; il sentiero prosegue lungo i crinali che delimitano il canalone ghiaioso al di sotto delle torri. Per portarsi all'attacco si deve raggiungere il canalone alcune decine di metri più in alto della base del torrione, dove un sentierino si stacca dal crinale per addentrarsi nel canale. Si scende pochi metri fino ad uno spiazzo, quindi si può decidere se proseguire immediatamente verso l'attacco vero e proprio o iniziare a legarsi in cordata perchè il resto del percorso è di arrampicata, sebbene elementare: si segue uno stretto canalino segnato da evidenti bolli rossi, si sale per una decina di metri, quindi si obliqua in basso a destra, verso il torrione, sempre seguendo una traccia di bolli. Si arriva proprio ad un ampio spiazzo al di sotto del grande strapiombo. Esattamente in questo punto inizia la via Ottolini; solo pochi metri più in basso inizia la via del Camino dei Trentini, mentre una ventina di metri più in alto attacca la via normale. In tutti i casi si dovrà raggiungere la sosta comune alle tre vie, ai piedi dell'ultimo salto di roccia prima della vetta del Cinquantenario. Da qui si prosegue in direzione del grande spigolo su cui si sviluppa la via per roccette che non superano il III grado; si segue la linea della crestina di roccia che collega Cinquantenario e Cecilia tenendosi sempre alla sua sinistra (Ovest) e si raggiunge uno stretto intaglio (per una faticosa fessurina con un chiodo) proprio al di sotto dello spigolo, dove, sulla parete di sinistra, trova posto la catena d'attacco. L'ultimo saltino verticale, sotto alla catena d'attacco, può essere superato lungo la fessura (IV) oppure, con meno fatica, lungo lo speroncino alla sua sinistra; in entrambi i casi un buon chiodo protegge il passaggio.
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Sviluppo dell'intero spigolo, dal Cinquantenario |
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L1Dalla sosta d'attacco la direzione di salita è evidente ed assolutamente impossibile da confondere con la serie di placchette spittate che salgono a destra lungo la linea della difficile "Tapiocret" (VIII): dalla sosta si vede il primo chiodo del tiro infisso all'inizio di una fessurina strapiombante (il punto più difficile della via, IV+) a circa tre metri di distanza di pochissimo spostata sulla sinistra della verticale della sosta. Si raggiunge la fessura salendo con elemenare tecnica di camino tra le due paretine parallele dell'intaglio in cui ci si trova, si raggiunge il chiodo e si prosegue lungo la faticosa fessura in opposizione: la scaglia generata dalla fessura offre comodi appigli; sarà vantaggioso sfruttarli fino a quando non sarà possibile trovare qualche appoggio sulla perete - inizialmente strapiomante - di sinistra. Superata la fessura si piega di poco a sinistra e si prosegue per un'altra ventina di metri per rocce articolate ma dalla linea evidente: i quattro fix di assicurazione del tiro sono sufficienti a non fare sbagliare direzione; le difficoltà sono poco sostenute, tra il III e il IV. La sosta è appena sufficiente per due persone, ma non è complicato attrezzare qualcosa di alternativo con mezzi propri nelle vicinanze in caso di necessità.
L2Dalla sosta si sale prima in verticale quindi in leggera diagonale verso destra. Da quando la via è stata riattrezzata è raro muoversi lungo questo tiro senza la possibilità di vedere direttamente il fix che segue, perciò la direzione di salita è sempre evidente. Tendenzialmente si mantiene una linea piuttosto diretta, prossima al profilo di destra dello spigolo. Solo nella parte alta i fix nuovi seguono una linea di qualche metro più a destra della linea classica, lungo rocce di una frazione di grado più difficili dello stretto indispensabile. Ognuno sarà libero di scegliere la linea che preferisce. La sosta è su una bella catena a fix, all'inizio della facile cresta sommitale.
DiscesaSi percorre quasi tutta la cresta lungo un elementare sentierino fino a raggiungere un salto di roccia con una breccia nel centro; non superare il salto ma osservare il lato sinistro del roccione, quello che da verso il Rosalba: si noterà una nascosta catena di calata. Da qui è possibile effettuare due doppie corte (dall'inizio si vede già la catena intermedia), oppure una sola di una quarantina di metri, lungo tutta la parete inclinata fino all'intaglio con la Torre Rosalba. Da qui per sentiero ci si sposta verso il rifugio costeggiando da ultimo il Campaniletto.
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