Campaniletto
Via Molteni
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Si tratta di una bella via che supera la parete e lo spigolo nord del Campaniletto, per arrivare in vetta dal versante opposto. La roccia è tutto sommato buona nei primi due tiri, pessima nell'ultimo dopo aver doppiato lo spigolo. La via potrebbe diventare una classica, dato che i primi due tiri (fessura nel primo e traverso nel secondo) sarebbero anche divertenti, se non fosse che la chiodatura non permette il minimo errore. I pochi e vetusti chiodi esistenti (attualmente - 2005 - non risulta essere stata fatta nessuna richiodatura, se non della prima sosta) vanno assolutamente integrati con dadi e friends se ci si vuole preservare in salute... Emblematica è la seconda sosta, dove bisogna appendersi a due chiodi (di minimo 40 anni) piantati dal basso verso l'alto in una nicchia: vietato volare! |
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Difficoltà: |
D+ (punti di V, A0, prevalentemente IV) |
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Sviluppo: |
2 lunghezze, 50 m |
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Esposizione: |
N |
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Chiodatura: |
vetusta ed orripilante |
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Materiale: |
6 rinvii, dadi, friend, 2 corde |
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Salite: |
27.08.97 Silvano, Andrea
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Sviluppo della L1, dall'attacco |
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AvvicinamentoSi segue il sentiero della direttissima (n.8) fino al Canalone dei Piccioni, da dove sono ben visibili le guglie del gruppo del Fungo, ed in modo particolare la parete Est della Torre. Superato il Canalone dei Piccioni e raggiunto il crinale tra questo e il Canalone di Val Tesa, in corrispondenza di una selletta, si prende il sentierino che si stacca sulla sinistra e scende ripido per costeggiare la Torre Maria e la Portineria. Il Campaniletto viene raggiunto direttamente, in pochi minuti di sentiero. Si raggiunge la base del Campaniletto in corrispondenza dell'attacco della via normale, quindi si risale per una decina di metri fino alla forcella tra Campaniletto e Portineria.
L1Si risale per cresta l'avancorpo roccioso sino a raggiungere la ben visibile fessura che sale nella parete nord (fin qui III). La si risale (IV+) incontrando subito i primi e unici due chiodi del tiro: uno è abbastanza 'nuovo', non ha più di trenta o quarant'anni, il secondo è sicuramente un'originale Molteni. Raggiunto uno strapiombo, si traversa a sinistra per cengia alla sosta, finalmente attrezzata con dei fix nuovi (grazie alla recente riattrezzatura della vicina direttissima Condor che qui ha la sosta in comune). [20 m]
L2Si sale dritti per pochi metri il soprastante muretto verticale, difficile in libera (6a+ o A0) ma ben protetto a fix, poi si traversa a destra (abbandonando la direttissima Condor che prosegue in verticale) ad un diedro che va risalito (V, utile proteggersi con un friend piccolo) sino alla famigerata sosta nella nicchia, dove è obbligatorio collegare per bene tra di loro i chiodi paleolitici presenti e piazzare tutte le protezioni di rinforzo possibili. [20 m]
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Ultimo tratto della L2, dall'attacco |
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L3Aggirato subito lo spigolo verso destra, si risale direttamente la parete verticale (IV+) facendo bene attenzione a dove si mettono mani e piedi, dato che la qualità della roccia qui non è delle migliori e le protezioni neppure (un paio di chiodi arrugginiti in tutto; molto consigliabile piazzare dadi o friends). Si arriva in vetta con un leggero aggiramento finale sul versante sud. E' assolutamente sconsigliato riunire gli ultimi due tiri in uno solo (come sostiene qualche guida) perchè lo scorrimento delle corde dopo aver doppiato lo spigolo diventa praticamente impossibile: provare per credere! [20 m]
DiscesaSecondo il numero di corde a disposizione si può scegliere tra due possibilità. Chi ha una sola corda dovrà effettuare due calate: la prima fino al terrazzo mediano della via normale e alla catena di sosta (un paio di metri più in basso, sulla paretina di destra del caminetto); la seconda da qui fino al punto d'attacco lungo il camino del primo tiro della via normale. Chi invece ha a disposizione due corde potrà effettuare un'emozionante verticalissima calata singola, dalla cima fino all'attacco, con una bella vista su quanto si è appena salito. Attenzione a come si assicura la doppia: anche se il filo di ferro che lega l'anellone di calata può non ispirare molta fiducia, non fare come i numerosi arrampicatori che fanno passare la corda dietro alla statuetta della Madonna che si trova sulla cima: il recupero diventa poi impossibile.
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