Campaniletto
Variante alla Via Normale
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Una via leggermente più complicata della normale come massima difficoltà tecnica, ma il secondo tiro è di un livello decisamente superiore rispetto a quello originale. Attenzione a non sottovalutare nemmeno il primo tiro perchè il III grado che ci si trova è spesso umido e scivoloso ed il camino centrale non è banale. La roccia è generalmente buona; una rilevante eccezione è costituita dalla parte centrale della paretina del secondo tiro. L'esposizione si sente solo nella parte superiore della parete e nel successivo caminetto. La chiodatura è perfetta per tutta la lunghezza della via, e decisamente abbondante se paragonata agli standard di attrezzatura della Grignetta su questi livelli di difficoltà. |
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Difficoltà: |
AD (III+, un tratto di IV) |
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Sviluppo: |
2 lunghezze, 50 m |
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Esposizione: |
N/E |
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Chiodatura: |
ottima, eventualmente una sosta da attrezzare |
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Materiale: |
4 rinvii, 1 corda |
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Salite: |
07.09.97 Mirko, Andrea
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AvvicinamentoSi segue il sentiero della direttissima (n.8) fino al Canalone dei Piccioni, da dove sono ben visibili le guglie del gruppo del Fungo, ed in modo particolare la parete Est della Torre. Superato il Canalone dei Piccioni e raggiunto il crinale tra questo e il Canalone di Val Tesa, in corrispondenza di una selletta, si prende il sentierino che si stacca sulla sinistra e scende ripido per costeggiare la Torre Maria e la Portineria. Il Campaniletto viene raggiunto direttamente, in pochi minuti di sentiero. L'attacco della via è proprio alla base della parete che ci si trova di fronte (versante Nord), in corrispondenza di una profonda spaccatura-camino.
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Spaccatura della L1, dal sentiero di avvicinamento |
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L1All'attacco della via si trova immediatamente un buon fix, ottimo punto di assicurazione per l'attacco. La via sale lungo l'evidente spaccatura-camino che solca verticalmente il centro della parete e passa a destra di un evidente profonda nicchia. Si può partire in due modi diversi: il più complicato consiste nel salire direttamente lungo la spaccatura, fin dalla sua base; in alternativa è possibile salire per qualche passo lungo la rampa a destra, innalzarsi su un gradino, prendere la placchetta liscia e tornare di quel metro verso sinistra fino alla spaccatura, lungo una sottilissima cengetta. La seconda soluzione è un po' più facile, ed ultimamente l'unica seguita, da quando un nuovo fix è stato infisso a protezione della placchetta; in ogni caso non si va mai oltre al III+. Si prosegue lungo la fessura fino al grosso buco, dove è possibile integrare le protezioni con una bellissima clessidra. Da qui sempre in verticale, lungo la fessura o sullo speroncino alla sua sinistra, sempre ben manigliato. Si arriva ad un comodo terrazzino attrezzato con una catena. E' possibile fare sosta qui, ma il tiro è molto corto e non esistono problemi di scorrimento, perciò la catena viene quasi sempre utilizzata esclusivamente per rinviare e proseguire. Si entra di nuovo nella prosecuzione della spaccatura, ora un camino più profondo, sempre umido e molto scivoloso, spesso ricoperto di un sottilissimo strato di licheni vellutati. Si sale lungo il camino; si troverà un ultimo fix a qualche metro dal terrazzo, sulla paretina di destra; si potranno comunque piazzare con facilità friend o dadi. In corrispondenza di un masso mobile, ma ugualmente ben incastrato nel profondo del camino, dove la parete di sinistra si fa meno liscia e dove inizia a presentare qualche buona maniglietta, è possibile abbandonare il camino per traversare sulla roccia ruvida a sinistra: dapprima si sale lungo la facile paretina, poi ci si porta totalmente all'esterno del camino e si prosegue lungo il facile spigolo. E' anche possibile proseguire fino al termine del camino, ma l'arrampicata è più difficile e fastidiosa. In pochi altri metri di facili gradini si arriva ad un grande terrazzo, dove si dovrà attrezzare una sosta con cordini e fettucce. E' forse più sicura, ma decisamente meno comoda, la catena che si trova più in basso, nel tratto finale della spaccatura di salita (normalmente utilizzata come ancoraggio di calata). [25 m]
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Parete orientale della cima principale (L2), dalla sosta |
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L2Dal terrazzo ci si porta in diagonale verso destra, lungo una facile rampa abbattuta, sulla parete a destra della spaccatura tra le due guglie sommitali, al di sotto della cima principale. Si arrampica sulla parete della guglia dapprima vicino alla spaccatura, poi sempre più lontano, per poi tornare a sinistra in prossimità dell'intaglio. All'attacco della paretina si trova un fix nuovo, mentre nella parte superiore si riuscirà ad assicurarsi ad un chiodo. Si entra nell'intaglio vero e proprio solo piuttosto in alto, dove la parete diventa totalmente verticale e più liscia, in corrispondenza di una poco evidente spaccatura orizzontale. Il camino è qui già molto stretto; lo si segue per qualche metro (IV) sfruttando una bella manigliona nascosta sul lato sinistro. Si arriva al punto in cui l'intaglio si allarga molto e sfocia nella forcella tra le due cime; nel punto di uscita, sulla destra, si trova un ultimo fix. Ci si arrampica sulla parete di destra, verso la punta principale, obliquando verso sinistra e andando a prendere la facile rampa comune agli ultimi metri della via normale originale. Aggirando a sinistra la cuspide sommitale si raggiunge in pochi passi la catena di vetta. [20 m]
DiscesaSecondo il numero di corde a disposizione si può scegliere tra due possibilità. Chi ha una sola corda dovrà effettuare due calate: la prima fino al terrazzo mediano e alla catena un paio di metri più in basso, sulla paretina di destra del caminetto; la seconda da qui fino al punto d'attacco. Chi invece ha a disposizione due corde potrà effettuare un'emozionante verticalissima calata singola, dalla cima fino all'attacco; attenzione a come si assicura la doppia e a non fare come i numerosi arrampicatori che la fanno passare dietro alla statuetta della Madonna che si trova sulla cima: il recupero diventa poi impossibile.
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