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home arrampicata Sigaro Dones - Via "Colomberi" (Colombo/Rizieri) precedente successivo

Sigaro Dones

Via "Colomberi" (Colombo/Rizieri)

In realtà una via ufficialmente inesistente: altro non è che il concatenamento della parte bassa della via Colombo (altra magnifica ed espostissima via che richiede un'elegante ed impegnativa arrampicata), e della parte alta della via Rizieri. Si seguono i primi due tiri di VI- della Colombo; verso il termine del 2° tiro, invece di portarsi sotto allo strapiombo di A0, si piega a sinistra e si entra nella parte alta del 2° tiro della Rizieri; si prosegue in diagonale fino alla sosta, quindi per questa via si raggiunge la cima. Quello che ne risulta è in pratica una variante un po' più difficile della Rizieri stessa. Anche per la via Colombo l'affollamento di pubblico non pagante (ma spesso criticante...) e di arrampicatori non manca. Rispetto alla Rizieri, l'orientamento della via è un po' più verso ovest, comunque per evitare problemi di temperatura è sempre meglio attaccare nel pomeriggio, magari verso sera per godersi ore più tranquille e un tramonto dalla vetta del Sigaro. Roccia, al solito, solidissima.

Difficoltà: TD- (tratti di VI/VI-, molto V)
Sviluppo: 3 lunghezze, 100 m
Esposizione: NO
Chiodatura: buona, soste su catene
Materiale: 6 rinvii, 2 corde
Salite: 20.05.00    Mirko, Andrea

AvvicinamentoIl Sigaro può essere raggiunto in modi diversi partendo dai Piani Resinelli. In particolare è possibile seguire la Cresta Cermenati (sentiero n.7) fino al traverso per i Magnaghi e quindi il traverso fino al Canalone Porta (n.3), oppure seguire direttamente il Canalone Porta stesso fino al punto di incrocio con le deviazioni per la Cermenati, a sinistra, e la Senigalia, a destra (cartelli). Per raggiungere il versante di attacco della Rizieri si prosegue semplicemente lungo il Canalone Porta fino alla base del Sigaro stesso. La via attacca alla base di una grossa scaglia staccata, sovrapposta alla parete del Sigaro.

L1Il punto di attacco è in prossimità del limite sinistro della grossa scaglia staccata. Si risale il lastrone muovendosi in diagonale verso destra, se ne raggiunge la sommità in corrispondenza di un grosso pinnacolo verticale, quindi si spacca sulla parete del Sigaro vero e proprio (IV+, chiodi). Si inizia salendo un muretto verticale, quindi si traversa facilmente verso destra in diagonale (III) aggirando infine uno spigolino per giungere in sosta. [20 m]

L2Dalla sosta si sale in verticale leggermente verso sinistra per una fessura tecnica esposta (VI-, possibile qualche breve tratto di AO) dove occorre sfruttare bene le tacchette presenti. Seguendo la fessura, sempre verso sinistra in diagonale via via più marcata e costantemente in massima esposizione (V+), ci si porta fino all'attacco della fessura-diedro della via Rizieri, che si risale (V+, molti chiodi). Al termine della spaccatura si prosegue portandosi progressivamente verso sinistra, verso lo spigolo, per risalti e placchette (V) con arrampicata mai banale. Un'ultima fessura diagonale delimita il profilo superiore di una placchetta liscia e conduce fino alla sosta. [40 m]

L3Dalla sosta, una scomoda gengetta spiovente, si sale ancora in verticale per qualche metro (V) poi (chiodi) si traversa a destra in grande esposizione (IV+); il tratto - suggestivo - può apparire complicato ad un primo esame, ma nell'arrampicata gli appigli compaiono senza opporre resistenza. Non ci si dovrebbe lasciar catturare troppo dalla vista del canalone Porta, al termine di 70 metri di salto perfettamente verticale. Dopo aver doppiato un ultimo spigolo, si raggiungono le più facili rocce lavorate della testa del sigaro (III+); da qui è semplice salire in verticale fino alla croce. [40 m]

DiscesaPer scendere lungo il versante del Porta e raggiungere il punto di attacco è indispensabile utilizzare due corde per effettuare un paio di calate lunghe (utilizzare una sola corda significa doversi adattare a 4 calate corte lungo la via normale, e almeno un altro paio lungo un canalino di roccia non particolarmente stabile fino al Porta). La prima attacca qualche metro al di sotto della croce - in direzione del Magnaghi, raggiungere l'anello per facli gradini - e scende nell'intaglio tra Sigaro e Magnaghi (vantaggioso e comodo non effettuare lanci di corda ma lasciarle semplicemente scorrere verso il basso, per diverse ragioni: una ragione è la comodità della manovra; una ragione viene dal fatto che il punto di atterraggio delle corde coincide con una delle soste della via, spesso occupata da qualche cordata; un'ultima ragione viene poi dal fatto che un lancio sbagliato o del vento di troppo potrebbe portare le corde sulla parete del Magnaghi, ed un incastramento nel punto sbagliato si potrebbe trasformare - nel migliore dei casi - in una divertente scena di cinema alpino). Dopo i primi metri la calata si svolge in pieno vuoto, circondati dalle due vicine pareti, ed è sempre molto suggestiva: entusiasmante o traumatica, secondo i casi. Il termine della calata è sull'ampio e comodo terrazzo nel mezzo della forcella Sigaro-Magnaghi, costituito da grossi massi incastrati tra i due torrioni, in prossimità della prima sosta della Rizieri; fare attenzione a non smuovere e scaricare sassi dal terrazzo. La seconda calata parte dal terrazzo e segue l'ampia spaccatura sottostante fino al Canalone Porta.

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