Nadelhorn
4327 m
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Cresta nord-est |
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Il Nadelhorn è la vetta più alta della Nadelgrat, il tratto di cresta che unisce la Lenzspitze al Durrenhorn attraverso le vette di cinque quattromila. La via normale lungo la cresta nord-est, piuttosto aerea ed elegante, rappresenta il classico intinerario ideale di alta quota che comporta l'attraversamento di un ghiacciaio non del tutto banale (specie nel primo tratto) e la salita di una bella cresta prima nevosa poi di roccia piuttosto rotta, non difficile e quasi del tutto priva di pericoli oggettivi, ma dove bisogna sempre prestare la dovuta attenzione. La salita richiede una buona acclimatazione all'alta quota. Data la relativa facilità, la via risulta essere molto frequentata. Il panorama si estende dai vicini ed imponenti Dom e Lenzspitze, ai più lontani Weisshorn, Cervino, Weissmies ed alle vette dell'Oberland Bernese. |
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Difficoltà: |
PD ( II- / 40° ) |
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Dislivello: |
1000m + 1000m |
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Tempo: |
2h-3h + 3h-4h |
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Per raggiungere la Mischabelhutte da Saas Fee (1792 m) si può salire in funivia alla Hannigalp (2349 m). Da qui si segue il sentiero segnalato per la Mischabelhutte che taglia a mezzacosta le morene sottostanti l'Hohbalmgletscher sino a raggiungere il sentiero proveniente direttamente da Saas Fee (che richiede 1h-2h e 550 m di dislivello in più). Lo si segue (segnalazioni) su terreno elementare quindi si sale alla cresta rocciosa sulla destra, ignorando un'evidente deviazione (vecchio sentiero, sbarrato) verso sinistra. Occorre risalire lungo un sentiero attrezzato con infissi, cavi metallici ed una scaletta, sino a raggiungere le due costruzioni della Mischabelhutte (3340 m). Dalla Mischabelhutte si seguono le tracce di sentiero lungo la facile cresta rocciosa (evidenti segnalazioni all'inizio; si supera anche una scala metallica), sino a raggiungere il punto dove si stacca verso destra la traccia sull'Hohbalmgletscher, diretta verso il Nadelhorn. All'inizio la traccia può non essere molto evidente a causa del ghiaccio scoperto e dei numerosi crepacci attraverso i quali è necessario districarsi (attenzione col buio di prima mattina) per raggiungere la parte di ghiacciaio più tranquilla dove la traccia è solitamente ben marcata. Con percorso facile e quasi pianeggiante, ma facendo sempre attenzione all'eventuale presenza di crepacci, ci si porta ai piedi del ripido pendio che sale in direzione del Windjoch. Superata la crepaccia terminale lo si risale in diagonale verso destra in direzione dell'Ulrichshorn (40°), quindi si traversa meno ripidamente a sinistra sino a raggiungere il Windjoch (3850 m, 1h-1h30). Qui si può anche giungere dalla Bordierhutte con un intinerario però notevolmente più lungo. Ci si rivolge ora alla nevosa cresta nord-est, che inizia con un tratto piuttosto ripido ma largo dove la traccia è solitamente comoda e ben marcata, per proseguire poi più aerea ed affilata, inizialmente quasi pianeggiante poi più ripida. In caso di neve dura o ghiaccio, la traccia (che taglia il ripido pendio poco sotto il filo di cresta) si fa più stretta e delicata e può richiedere attenzione. Un paio di affioramenti rocciosi possono essere superati direttamente oppure aggirati sulla destra su neve anche ripida, sino a raggiungere il roccioso tratto finale della cresta. Nel primo tratto si può scegliere se stare a destra del filo su neve (40°, sconsigliabile con ghiaccio) oppure a sinistra su rocce rotte e sfasciumi (punti di II-), a tratti sfruttando cengie e tracce di sentiero. Nell'ultimissima parte, dove la cresta si fa un po' più ripida, occorre stare prima sul filo roccioso della stessa, poi spostarsi leggermente a sinistra in un vago canalino (passaggi di II-) che conduce in vetta. [2h-2h-30] In discesa si segue la stessa via di salita (2h-2h30 alla Mischabelhutte).
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Cresta nord-ovest (traversata della Nadelgrat dal Durrenhorn al Nadelhorn) |
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La traversata della Nadelgrat è una bellissima classica salita su cresta d'alta quota da affrontare con preparazione adeguata alla lunghezza dell'ascensione e con buone condizioni meteo. Questo intinerario permette di toccare le cime di quattro quattromila con una salita su terreno misto non troppo difficile ma neanche da sottovalutare, in considerazione della notevole varietà (roccia, ghiaccio, creste, canaloni...) di situazioni da affrontare a quote elevate. La qualità della roccia, pessima e friabile sul Durrenhorn, migliora sempre più avvicinandosi al Nadelhorn. L'attraversamento del crepacciato Riedgletscher richiede attenzione, mentre la salita dell'evidente canalone nevoso che dal Riedgletscher conduce all'Hohbergjoch può essere effettuata anche lungo le rocce della sua sponda destra, piuttosto rotte ma non troppo difficili e bene attrezzate con fittoni metallici ai punti di sosta, nel caso la neve nel canalone non si presentasse nelle condizioni migliori (ghiaccio) o mancasse del tutto, eventualità piuttosto frequente a stagione avanzata. Consigliabili le fettucce ed un paio di dadi o friends.
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Difficoltà: |
AD ( II+ / 45° ) |
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Dislivello: |
1000m + 1400m (Mischabelhutte) o 1250m + 1650m (Bordierhutte) |
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Tempo: |
2h-3h + 7h30-9h (Mischabelhutte) o 3h30-4h + 8h-9h (Bordierhutte) |
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Per raggiungere la Mischabelhutte da Saas Fee (1792 m) si può salire in funivia alla Hannigalp (2349 m). Da qui si segue il sentiero segnalato per la Mischabelhutte che taglia a mezzacosta le morene sottostanti l'Hohbalmgletscher sino a raggiungere il sentiero proveniente direttamente da Saas Fee (che richiede 1h-2h e 550 m di dislivello in più). Lo si segue (segnalazioni) su terreno elementare quindi si sale alla cresta rocciosa sulla destra, ignorando un'evidente deviazione (vecchio sentiero, sbarrato) verso sinistra. Occorre risalire lungo un sentiero attrezzato con infissi, cavi metallici ed una scaletta, sino a raggiungere le due costruzioni della Mischabelhutte (3340 m). Per salire alla Bordierhutte invece da Gasenried (1659 m) si segue il sentiero che si inoltra nella valle del Riedbach, da attraversare più a monte. Si prosegue per il bosco, si oltrepassa un bivio per S.Niklaus, quindi su terreno più aperto si raggiungono le baite di Alpja (2099 m). Da qui, lungo un avvallamento, si raggiunge la cresta di una morena e la si segue sino a mettere piede sul Riedgletscher (2770 m). Ora si deve risalire il ghiacciaio, facendo attenzione a qualche crepaccio; lo si attraversa in direzione della sponda opposta (segnalazioni) da dove si può già vedere il rifugio; un ultimo tratto su sentiero porta alla Bordierhutte (2886 m).
Dalla Mischabelhutte si seguono le tracce di sentiero lungo la facile cresta rocciosa (evidenti segnalazioni all'inizio; si supera anche una scala metallica), sino a raggiungere il punto dove si stacca verso destra la traccia sull'Hohbalmgletscher, diretta verso il Nadelhorn. All'inizio la traccia può non essere molto evidente a causa del ghiaccio scoperto e dei numerosi crepacci attraverso i quali è necessario districarsi (attenzione col buio di prima mattina) per raggiungere la parte di ghiacciaio più tranquilla dove la traccia è solitamente ben marcata. Con percorso facile e quasi pianeggiante, ma facendo sempre attenzione all'eventuale presenza di crepacci, ci si porta ai piedi del ripido pendio che sale in direzione del Windjoch. Superata la crepaccia terminale lo si risale in diagonale verso destra in direzione dell'Ulrichshorn (40°), quindi si traversa meno ripidamente a sinistra sino a raggiungere il Windjoch (3850 m, 1h-1h30). Da qui, se le condizioni del ghiacciaio lo permettono (generalmente ad inizio stagione), si scende direttamente sul Riedgletscher superando a volte con difficoltà la terminale (meglio spostarsi un po' verso il Nadelhorn) lungo un pendio piuttosto ripido per un breve tratto; si taglia poi a mezza costa in leggera discesa il ghiacciaio, si passa sopra ad una serraccata e, facendo molta attenzione ai numerosi crepacci presenti, si raggiunge la base dell'evidente canalone che scende dall'Hohbergjoch. In alternativa, dal Windjoch si deve scavalcare il vicino Ulrichshorn (3925 m) salendo a destra lungo una breve e stretta cresta nevosa; si scende poi per un facile pendio nevoso in direzione del Riedpass (3565 m), si taglia sulla sinistra attraverso il Riedgletscher (qualche crepaccio) e si raggiunge infine la base del canalone; soluzione che richiede un po' più di tempo e 200 metri in più di dislivello, ma oggettivamente più sicura. Dalla Bordierhutte, invece, dopo aver ripercorso per un breve tratto il sentiero che arriva al rifugio, si traversa a sinistra (segnalazioni), per portarsi sulla morena laterale del Riedgletscher, che occorre percorrere interamente sino a mettere piede sul ghiacciaio. Compiendo un ampio giro verso sinistra per evitare una zona crepacciata, ci si dirige verso la base di uno sperone roccioso che scende dal Balfrin. Dopo averlo raggiunto si può proseguire direttamente risalendo il ghiacciaio lungo un tratto ripido e ricco di crepacci, oppure spostarsi sulle rocce rotte dello sperone e proseguire su questo per guadagnare i facili pendii soprastanti del ghiacciaio. Da qui, attraversando in direzione sud-ovest la distesa glaciale (qualche crepaccio) e lasciando sulla sinistra una serraccata, ci si porta alla base del canalone proveniente dall'Hohbergjoch. Superata la crepaccia terminale, che può creare qualche problema specie a stagione inoltrata, si risale direttamente il ripido canalone nevoso (45°, caduta sassi) sino all'Hohbergjoch (3916 m); se la neve scarseggia o è presente ghiaccio vivo ci si sposta sulle rocce rotte della sua sponda destra, non molto solide ma nemmeno troppo difficili (II e passaggi di II+) ed attrezzate con solidi fittoni metallici nei punti che lo necessitano. Risalendo ora la cresta sud-est del Durrenhorn, si superano blocchi rocciosi e qualche salto più ripido (II) restando sempre nei pressi del filo di cresta, sino a guadagnarne la vetta (4035 m, 3h-3h30). Ridiscesi per la stessa via all'Hohbergjoch (se si tralascia la salita al Durrenhorn si risparmia un'ora) si attacca per facili roccette la cresta nord-ovest dell'Hohberghorn. Si supera un tratto nevoso che porta alla base di un salto roccioso verticale, da superare sul suo lato sinistro per blocchi e rocce rotte (II); da qui non restano che un tratto nevoso e le ultime roccette che portano in vetta all'Hohberghorn (4219 m, 1h30). Dopo essere scesi per la sua facile e nevosa cresta est allo Stecknadeljoch (4142 m), si risale la rocciosa cresta nord-ovest, irta di spuntoni e gendarmi, sfruttando le cengie e i salti rocciosi sulla destra del filo e tenendo come riferimento i numerosi graffi di ramponi sulle rocce (II e passaggi di II+); si guadagna infine per rocce piuttosto ripide la vetta dello Stecknadelhorn (4241 m, 1h). Da qui si scende un breve salto di roccette (II-) e si giunge per neve ad una sella dove è possibile seguire lungo il filo la cresta che sale verso il Nadelhorn. Si scavalca un evidente gendarme roccioso lungo un diedro sulla destra (II+) e si raggiunge la cresta nord-est del Nadelhorn a poche decine di metri dalla vetta. Se le condizioni del ripido pendio nevoso sono buone è possibile tagliare per neve e lasciando il gendarme ed il tratto roccioso sulla destra (sconsigliabile in caso di ghiaccio): si sbuca solo un po' più in basso sulla cresta nord-est. Lungo gli ultimi metri della via normale un ultimo facile canalino (II-) conduce in vetta al Nadelhorn (4327 m, 1h-1h30). In discesa si segue la cresta nord-est sino al Windjoch; da qui sulla destra, lungo l'Hohbalmgletscher, si può scendere alla Mischabelhutte (2 ore dal Nadelhorn), oppure scavalcando l'attiguo Ulrichshorn si scende sul Riedgletscher (sconsigliabile per i crepacci la discesa diretta dal Windjoch) per tornare attraverso questo alla Bordierhutte (4 ore dal Nadelhorn).
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Cresta sud-est |
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La bella, rocciosa e panoramica cresta sud-est del Nadelhorn, ricca di gendarmi e torrioni, viene percorsa esclusivamente dopo aver salito la Lenzspitze, nel completamento di una bellissima e classica traversata di cresta d'alta quota. La cresta presenta un'arrampicata elegante su roccia solida e ricca di appigli, ma le difficoltà aumentano notevolmente in presenza di neve fresca o ghiaccio oppure in condizioni meteo avverse. La via è attrezzata con qualche spit e rari chiodi; possono essere utili dadi, friends, fettucce e qualche cordino di emergenza. In caso di ghiaccio affiorante, anche un paio di viti non sono sprecate.
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Difficoltà: |
AD ( III / 50° ) |
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Dislivello: |
1000m + 1200m |
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Tempo: |
2h-3h + 7h-8h |
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Si deve salire alla Lenzspitze dalla Mischabelhutte (3340 m); spesso lungo la cresta est-nord-est, più raramente per la parete nord-est; ancora più raramente dalla Domhutte (2940 m) lungo la cresta sud (vedi Lenzspitze). Dalla vetta della Lenzspitze si scende lungo il filo di cresta, piuttosto affilata ma non troppo ripida, inizialmente su roccia (II), poi su neve, quindi ancora su roccia (II) sino a raggiungere la poco marcata depressione del Nadeljoch (4213 m, 1h dalla Lenzspitze). Da qui la cresta si presenta irta di numerosi e ripidi gendarmi rocciosi. Le prime torri si attraversano poco sotto la loro sommità, sul versante orientale della cresta (passaggi di II+), facendo attenzione alla qualità della roccia che peggiora notevolmente se ci si allontana dal filo di cresta. Quando risulta difficile attraversare per la presenza di liscie e compatte placche rocciose, conviene raggiungere la sommità delle torri rocciose (III-); su alcune si trovano spit con maglie metalliche, utili per assicurare ed effettuare le doppie necessarie. Raggiunta per placche una forcella ai piedi di un grande gendarme - il più evidente di tutta la cresta - lo si risale direttamente su roccia molto articolata (III), mantenendosi leggermente sulla sinistra in prossimità della cima (spit). Da qui occorre scendere ad una forcella poco evidente, quindi proseguire con un ultimo saliscendi lungo l'affilata cresta rocciosa, fino alla vetta del Nadelhorn (2h-3h dalla Lenzspitze). In discesa è consigilabile seguire la via normale lungo la cresta nord-est (vedi sopra).
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