home Green Rock Alpine Club

attivita

4000

arrampicata

alpi

relazioni

diari

storie

fotografie

4000

arrampicata

altre montagne

club

membri

contatti

guestbook

link

vari

sito

mappa

news

updates

disclaimer

4000arrampicataalpi


attivita

relazioni

fotografie

club

link




home 4000 Punta Parrot relazioni       precedente successivo

Punta Parrot

4436 m

Cresta nord-est

La Punta Parrot è un bel cupolone nevoso, più importante ed indipendente come vetta rispetto ad altre cime del gruppo, come Ludwigshohe e Corno Nero, e come queste viene spesso salita da cordate dirette alla Punta Gnifetti. La via normale lungo la cresta nord-ovest non presenta difficoltà tecniche particolari, salvo l'ultimo tratto di cresta sommitale piuttosto esile ed esposto. Gli unici problemi un po' seri possono essere dati dal vento forte o dal ghiaccio. Interessante dalla vetta la vista sul Lyskamm e sulla Punta Gnifetti, in particolare se si sale al sorgere del sole.

Difficoltà: PD ( 35° )
Dislivello: 200m + 1000m
Tempo: 1h-1h30 + 3h30-4h

Come per tutte le vie normali alle punte meridionali del Monte Rosa, l'avvicinamento più semplice e meno faticoso è quello che prevede una salita in funivia da Alagna Valsesia (1191 m) fino a Punta Indren (3260 m). E' possibile raggiungere Punta Indren anche salendo da Gressoney, se si vuole allungare la camminata di 2h-3h, attraverso il Passo dei Salati e lo Stolemberg: se si tralascia l'orribile tratto devastato dalle piste da sci, l'aggiramento dello Stolemberg può essere una bella passeggiata, in ambiente più selvaggio di quello del versante Valsesiano.
Da Punta Indren si segue "l'autostrada" per i rifugi Mantova e Gnifetti, dapprima tra i detriti rocciosi di quel che resta del ghiacciaio d'Indren, quindi sul ghiacciaio vero e proprio. Si lascia sulla destra la traccia della via normale alla Punta Giordani, muovendosi sempre in modestissimo dislivello. Le condizioni del luogo possono essere molto variabili, secondo l'innevamento; d'estate è ormai quasi impossibile trovare neve e a volte il passaggio sul ghiaccio (qualche crepaccio) può richiedere attenzione. Si punta alla bastionata rocciosa che separa i ghiacciai d'Indren e di Garstelet. La si può aggirare facilmente a sinistra per un buon sentiero che porta in breve al rifugio Mantova (preferibile per questioni di affollamento al rifugio Gnifetti); in alternativa è possibile superarla direttamente per facili roccette e qualche tratto attrezzato con corde fisse, per sbucare al margine del ghiacciaio di Garstelet. Da qui è possibile scendere al rifugio Mantova (3498 m) in cinque minuti, oppure se si è portata una tenda (soluzione ottimale per non dover prenotare con mesi di anticipo) ci si può accampare in una delle numerose piazzuole già preparate con tanto di muretti di protezione, tra le dune moreniche poco distanti dal rifugio. Mettere in conto un quarto d'ora di salita supplementare se si intende raggiungere il rifugio Gnifetti (3647 m). [1h-1h30]

Dal rifugio Mantova si risale il ghiacciaio sino a portarsi sotto al rifugio Gnifetti. Lo si aggira sulla destra per pendii non ripidi e si raggiunge un’ampia zona pianeggiante, con qualche crepaccio (attenzione nelle ore più calde). Si prosegue attraversando l’intero plateau in direzione del margine sudoccidentale della Piramide Vincent. Si risale il ghiacciaio del Lys inizialmente in diagonale verso sinistra, lungo una rampa un po' ripida, quindi si prosegue su pendenze più moderate, senza mai allontanarsi troppo dalle ripide pendici della Vincent; in alcuni tratti ci si dovrà adattare a passaggi obbligati tra ampi ed insidiosi crepacci. Superata una serie di dislivelli irregolari (30°/35°) si raggiunge la conca nevosa sottostante il Balmenhorn. Lo si lascia sulla destra e si prosegue lungo l’ampia traccia che porta in direzione del Colle del Lys. Senza raggiungere il colle vero e proprio, si guadagna il punto di passaggio (poco più in alto) verso la Punta Gnifetti (4248 m). [2h30-3h]
Al termine dell'ampio pianoro nevoso, la traccia scende attraversando a mezza costa il pendio settentrionale della Punta Parrot fino a raggiungere una conca sottostante il colle Sesia. Qui si abbandona l'ampia traccia per la Punta Gnifetti e si sale verso destra (solitamente per tracce) in direzione del colle Sesia (4299 m); poco prima di raggiungerlo si sale in diagonale verso destra un pendio più ripido (35°), lasciando sulla sinistra un affioramento roccioso, fino a guadagnare la cresta nord-est. Lungo la cresta, piuttosto stretta ed esposta, si giunge in vetta. [1h]
In discesa si può ripercorrere la via di salita oppure effettuare la bella ed elegante traversata scendendo per la cresta ovest (vedi sotto).

Cresta ovest

La cresta ovest è l'alternativa alla cresta nord-est, un'elegante ed affilata cresta di neve piuttosto esposta, a volte con cornici, dove necessitano assenza di vertigini e piede sicuro. Sconsigliabile con vento molto forte o di presenza di ghiaccio scoperto. Molto bella la traversata della vetta, possibile in entrambi i sensi.

Difficoltà: PD+ ( 40° )
Dislivello: 200m + 1000m
Tempo: 1h-1h30 + 3h30-4h

Come per tutte le vie normali alle punte meridionali del Monte Rosa, l'avvicinamento più semplice e meno faticoso è quello che prevede una salita in funivia da Alagna Valsesia (1191 m) fino a Punta Indren (3260 m). E' possibile raggiungere Punta Indren anche salendo da Gressoney, se si vuole allungare la camminata di 2h-3h, attraverso il Passo dei Salati e lo Stolemberg: se si tralascia l'orribile tratto devastato dalle piste da sci, l'aggiramento dello Stolemberg può essere una bella passeggiata, in ambiente più selvaggio di quello del versante Valsesiano.
Da Punta Indren si segue "l'autostrada" per i rifugi Mantova e Gnifetti, dapprima tra i detriti rocciosi di quel che resta del ghiacciaio d'Indren, quindi sul ghiacciaio vero e proprio. Si lascia sulla destra la traccia della via normale alla Punta Giordani, muovendosi sempre in modestissimo dislivello. Le condizioni del luogo possono essere molto variabili, secondo l'innevamento; d'estate è ormai quasi impossibile trovare neve e a volte il passaggio sul ghiaccio (qualche crepaccio) può richiedere attenzione. Si punta alla bastionata rocciosa che separa i ghiacciai d'Indren e di Garstelet. La si può aggirare facilmente a sinistra per un buon sentiero che porta in breve al rifugio Mantova (preferibile per questioni di affollamento al rifugio Gnifetti); in alternativa è possibile superarla direttamente per facili roccette e qualche tratto attrezzato con corde fisse, per sbucare al margine del ghiacciaio di Garstelet. Da qui è possibile scendere al rifugio Mantova (3498 m) in cinque minuti, oppure se si è portata una tenda (soluzione ottimale per non dover prenotare con mesi di anticipo) ci si può accampare in una delle numerose piazzuole già preparate con tanto di muretti di protezione, tra le dune moreniche poco distanti dal rifugio. Mettere in conto un quarto d'ora di salita supplementare se si intende raggiungere il rifugio Gnifetti (3647 m). [1h-1h30]

Dal rifugio Mantova si risale il ghiacciaio sino a portarsi sotto al rifugio Gnifetti. Lo si aggira sulla destra per pendii non ripidi e si raggiunge un’ampia zona pianeggiante, con qualche crepaccio (attenzione nelle ore più calde). Si prosegue attraversando l’intero plateau in direzione del margine sudoccidentale della Piramide Vincent. Si risale il ghiacciaio del Lys inizialmente in diagonale verso sinistra, lungo una rampa un po' ripida, quindi si prosegue su pendenze più moderate, senza mai allontanarsi troppo dalle ripide pendici della Vincent; in alcuni tratti ci si dovrà adattare a passaggi obbligati tra ampi ed insidiosi crepacci. Superata una serie di dislivelli irregolari (30°/35°) si raggiunge la conca nevosa sottostante il Balmenhorn. Lo si lascia sulla destra e si prosegue lungo l’ampia traccia che porta in direzione del Colle del Lys. Senza raggiungere il colle vero e proprio, si guadagna il punto di passaggio (poco più in alto) verso la Punta Gnifetti (4248 m). [2h30-3h]
Da qui si prosegue lungo la conca nevosa per raggiungere in breve il colle delle Piode (4285 m). Si attacca quindi il ripido pendio nevoso (40°) e si arriva a sbucare sulla cresta ovest nei pressi di un evidente affioramento roccioso. Superatolo si prosegue sul filo dell'esposta cresta nevosa, stretta ed aerea, sino in vetta. [1h]
In discesa si può ripercorrere la via di salita oppure effettuare la bella ed elegante traversata scendendo per la cresta nord-est (vedi sopra).

relazioni       precedente successivo
© 2009  Green Rock Alpine Club  v2.0             built: 15.03.2009