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Ludwigshoe

4342 m

Versante nord e cresta nord-ovest

La Ludwigshohe è una modesta cima nevosa posta tra il colle delle Piode ed il colle Zurbriggen. Come per il Corno Nero, la sua vetta viene toccata quasi esclusivamente da cordate di ritorno dalla Punta Gnifetti, salendo proprio per il versante nord e lungo la cresta nord-ovest, lungo un percorso su neve privo di difficoltà e che richiede una deviazione di mezz'ora dal colle delle Piode. Offre un bel colpo d'occhio sul versante valsesiano del Monte Rosa.

Difficoltà: F ( 40° )
Dislivello: 200m + 900m
Tempo: 1h-1h30 + 3h-4h

Come per tutte le vie normali alle punte meridionali del Monte Rosa, l'avvicinamento più semplice e meno faticoso è quello che prevede una salita in funivia da Alagna Valsesia (1191 m) fino a Punta Indren (3260 m). E' possibile raggiungere Punta Indren anche salendo da Gressoney, se si vuole allungare la camminata di 2h-3h, attraverso il Passo dei Salati e lo Stolemberg: se si tralascia l'orribile tratto devastato dalle piste da sci, l'aggiramento dello Stolemberg può essere una bella passeggiata, in ambiente più selvaggio di quello del versante Valsesiano.
Da Punta Indren si segue "l'autostrada" per i rifugi Mantova e Gnifetti, dapprima tra i detriti rocciosi di quel che resta del ghiacciaio d'Indren, quindi sul ghiacciaio vero e proprio. Si lascia sulla destra la traccia della via normale alla Punta Giordani, muovendosi sempre in modestissimo dislivello. Le condizioni del luogo possono essere molto variabili, secondo l'innevamento; d'estate è ormai quasi impossibile trovare neve e a volte il passaggio sul ghiaccio (qualche crepaccio) può richiedere attenzione. Si punta alla bastionata rocciosa che separa i ghiacciai d'Indren e di Garstelet. La si può aggirare facilmente a sinistra per un buon sentiero che porta in breve al rifugio Mantova (preferibile per questioni di affollamento al rifugio Gnifetti); in alternativa è possibile superarla direttamente per facili roccette e qualche tratto attrezzato con corde fisse, per sbucare al margine del ghiacciaio di Garstelet. Da qui è possibile scendere al rifugio Mantova (3498 m) in cinque minuti, oppure se si è portata una tenda (soluzione ottimale per non dover prenotare con mesi di anticipo) ci si può accampare in una delle numerose piazzuole già preparate con tanto di muretti di protezione, tra le dune moreniche poco distanti dal rifugio. Mettere in conto un quarto d'ora di salita supplementare se si intende raggiungere il rifugio Gnifetti (3647 m). [1h-1h30]

Dal rifugio Mantova si risale il ghiacciaio sino a portarsi sotto al rifugio Gnifetti. Lo si aggira sulla destra per pendii non ripidi e si raggiunge un’ampia zona pianeggiante, con qualche crepaccio (attenzione nelle ore più calde). Si prosegue attraversando l’intero plateau in direzione del margine sudoccidentale della Piramide Vincent. Si risale il ghiacciaio del Lys inizialmente in diagonale verso sinistra, lungo una rampa un po' ripida, quindi si prosegue su pendenze più moderate, senza mai allontanarsi troppo dalle ripide pendici della Vincent; in alcuni tratti ci si dovrà adattare a passaggi obbligati tra ampi ed insidiosi crepacci. Superata una serie di dislivelli irregolari (30°/35°) si raggiunge la conca nevosa sottostante il Balmenhorn. Lo si lascia sulla destra e si prosegue lungo l’ampia traccia che porta in direzione del Colle del Lys. Senza raggiungere il colle vero e proprio, si guadagna il punto di passaggio (poco più in alto) verso la Punta Gnifetti (4248 m). [2h30-3h]
Da qui si prosegue ancora per poco lungo la conca nevosa verso il colle Sesia (4299 m), prima di deviare per la traccia che risale il versante nord della Ludwigshoe. Si arriva a sbucare sulla facile cresta nord-ovest che, in pochi minuti, conduce in vetta. [0h30-1h]
In discesa si segue l'intinerario di salita, oppure si può scendere per la cresta sud-ovest al colle Zurbriggen (vedi sotto).

Cresta sud-ovest

La cresta sud-ovest è l'alternativa per chi proviene dal rifugio Gnifetti o dal Balmenhorn. La salita è molto breve, si svolge interamente su neve e non presenta difficoltà di rilievo, se si eccettua la presenza di un crepaccio terminale facilmente aggirabile.

Difficoltà: F ( 40° )
Dislivello: 200m + 900m
Tempo: 1h-1h30 + 3h-4h

Come per tutte le vie normali alle punte meridionali del Monte Rosa, l'avvicinamento più semplice e meno faticoso è quello che prevede una salita in funivia da Alagna Valsesia (1191 m) fino a Punta Indren (3260 m). E' possibile raggiungere Punta Indren anche salendo da Gressoney, se si vuole allungare la camminata di 2h-3h, attraverso il Passo dei Salati e lo Stolemberg: se si tralascia l'orribile tratto devastato dalle piste da sci, l'aggiramento dello Stolemberg può essere una bella passeggiata, in ambiente più selvaggio di quello del versante Valsesiano.
Da Punta Indren si segue "l'autostrada" per i rifugi Mantova e Gnifetti, dapprima tra i detriti rocciosi di quel che resta del ghiacciaio d'Indren, quindi sul ghiacciaio vero e proprio. Si lascia sulla destra la traccia della via normale alla Punta Giordani, muovendosi sempre in modestissimo dislivello. Le condizioni del luogo possono essere molto variabili, secondo l'innevamento; d'estate è ormai quasi impossibile trovare neve e a volte il passaggio sul ghiaccio (qualche crepaccio) può richiedere attenzione. Si punta alla bastionata rocciosa che separa i ghiacciai d'Indren e di Garstelet. La si può aggirare facilmente a sinistra per un buon sentiero che porta in breve al rifugio Mantova (preferibile per questioni di affollamento al rifugio Gnifetti); in alternativa è possibile superarla direttamente per facili roccette e qualche tratto attrezzato con corde fisse, per sbucare al margine del ghiacciaio di Garstelet. Da qui è possibile scendere al rifugio Mantova (3498 m) in cinque minuti, oppure se si è portata una tenda (soluzione ottimale per non dover prenotare con mesi di anticipo) ci si può accampare in una delle numerose piazzuole già preparate con tanto di muretti di protezione, tra le dune moreniche poco distanti dal rifugio. Mettere in conto un quarto d'ora di salita supplementare se si intende raggiungere il rifugio Gnifetti (3647 m). [1h-1h30]

Dal rifugio Mantova si risale il ghiacciaio sino a portarsi sotto al rifugio Gnifetti. Lo si aggira sulla destra per pendii non ripidi e si raggiunge un’ampia zona pianeggiante, con qualche crepaccio (attenzione nelle ore più calde). Si prosegue attraversando l’intero plateau in direzione del margine sudoccidentale della Piramide Vincent. Si risale il ghiacciaio del Lys inizialmente in diagonale verso sinistra, lungo una rampa un po' ripida, quindi si prosegue su pendenze più moderate, senza mai allontanarsi troppo dalle ripide pendici della Vincent; in alcuni tratti ci si dovrà adattare a passaggi obbligati tra ampi ed insidiosi crepacci. Superata una serie di dislivelli irregolari (30°/35°) si raggiunge la conca nevosa sottostante il Balmenhorn. Si può abbandonare sulla sinistra la traccia principale diretta verso il Colle del Lys e piegare invece verso destra, lungo un avvallamento in moderata pendenza, in direzione del colle Vincent (4088 m). Poco prima di raggiungerlo si piega a sinistra per un pendio più ripido puntando alla selletta nevosa tra il Balmenhorn ed il Corno Nero. Si prosegue a mezza costa sino a raggiungere il colle Zurbriggen (4272 m). Da qui si sale per la cresta sud-ovest, aggirando sulla destra un crepaccio terminale; si raggiunge in breve la vetta. [3h-4h]
In discesa si segue l'intinerario di salita, oppure si può scendere per la cresta nord-ovest e per il versante nord (vedi sopra).

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