Punta Gnifetti
4554 m
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Versante ovest |
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La Punta Gnifetti, punto orografico di primaria importanza, è in assoluto la vetta più frequentata del Monte Rosa oltre che una tra le mete più gettonate tra i 4000 dell’arco alpino; nei fine settimana di bel tempo di Luglio e Agosto una vera processione di centinaia di alpinisti sale verso questa famosa vetta per raggiungere il rifugio Regina Margherita, il più alto d'Europa, anche se passarvi la notte senza la necessaria acclimatazione può essere più difficile e faticoso della salita stessa. In ogni caso un bel tramonto e un'alba dalla Margherita valgono sicuramente lo sforzo fatto e il prezzo del biglietto... La sua via normale, pur non essendo tecnicamente impegnativa, è molto interessante per via dell'ambiente glaciale in cui si svolge e per i panorami che sa offrire sugli altri 4000 vicini e lontani (molto celebrati quelli di cui si gode dal colle del Lys e dalla vetta stessa). La salita necessita di un buon allenamento ed acclimatamento alla quota (si sale a più di 4500 metri) e particolare attenzione va riservata al meteo: in caso maltempo con nebbia e vento forte che possono cancellare la traccia e annullare l’orientamento, la tranquilla camminata su ghiacciaio si può trasformare rapidamente in una seria e pericolosa acensione d'alta quota. |
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Difficoltà: |
F+ ( 35° ) |
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Dislivello: |
200m + 1100m |
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Tempo: |
1h30 + 4h-5h |
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L'avvicinamento più semplice e meno faticoso è quello che prevede una salita in funivia da Alagna Valsesia (1191 m) fino a Punta Indren (3260 m). E' possibile raggiungere Punta Indren anche salendo da Gressoney, se si vuole allungare la camminata di 2h-3h, attraverso il Passo dei Salati e lo Stolemberg: se si tralascia l'orribile tratto devastato dalle piste da sci, l'aggiramento dello Stolemberg può essere una bella passeggiata, in ambiente più selvaggio di quello del versante Valsesiano. Da Punta Indren si segue "l'autostrada" per i rifugi Mantova e Gnifetti, dapprima tra i detriti rocciosi di quel che resta del ghiacciaio d'Indren, quindi sul ghiacciaio vero e proprio. Si lascia sulla destra la traccia della via normale alla Punta Giordani, muovendosi sempre in modestissimo dislivello. Le condizioni del luogo possono essere molto variabili, secondo l'innevamento; d'estate è ormai quasi impossibile trovare neve e a volte il passaggio sul ghiaccio (qualche crepaccio) può richiedere attenzione. Si punta alla bastionata rocciosa che separa i ghiacciai d'Indren e di Garstelet. La si può aggirare facilmente a sinistra per un buon sentiero che porta in breve al rifugio Mantova (preferibile per questioni di affollamento al rifugio Gnifetti); in alternativa è possibile superarla direttamente per facili roccette e qualche tratto attrezzato con corde fisse, per sbucare al margine del ghiacciaio di Garstelet. Da qui è possibile scendere al rifugio Mantova (3498 m) in cinque minuti, oppure se si è portata una tenda (soluzione ottimale per non dover prenotare con mesi di anticipo) ci si può accampare in una delle numerose piazzuole già preparate con tanto di muretti di protezione, tra le dune moreniche poco distanti dal rifugio. Mettere in conto un quarto d'ora di salita supplementare se si intende raggiungere il rifugio Gnifetti (3647 m). [1h-1h30]
Dal rifugio Mantova si risale il ghiacciaio sino a portarsi sotto al rifugio Gnifetti. Lo si aggira sulla destra per pendii non ripidi e si raggiunge un’ampia zona pianeggiante, con qualche crepaccio (attenzione nelle ore più calde). Si prosegue attraversando l’intero plateau in direzione del margine sudoccidentale della Piramide Vincent. Si risale il ghiacciaio del Lys inizialmente in diagonale verso sinistra, lungo una rampa un po' ripida, quindi si prosegue su pendenze più moderate, senza mai allontanarsi troppo dalle ripide pendici della Vincent; in alcuni tratti ci si dovrà adattare a passaggi obbligati tra ampi ed insidiosi crepacci. Superata una serie di dislivelli irregolari (30°/35°) si raggiunge la conca nevosa sottostante il Balmenhorn. Lo si lascia sulla destra e si prosegue lungo l’ampia traccia che porta in direzione del Colle del Lys. Senza raggiungere il colle vero e proprio, si guadagna il punto di passaggio (poco più in alto) verso la Punta Gnifetti (4248 m). [2h30-3h] Al termine dell'ampio pianoro nevoso, la traccia scende attraversando a mezza costa il pendio settentrionale della Punta Parrot, fino a raggiungere una conca sottostante il colle Sesia (4299 m). Qui si riprende a salire tagliando in obliquo sotto alla Punta Gnifetti alla testata del Grenzgletscher (ignorando l'eventuale traccia che scende verso sinistra alla Monte Rosa hutte) fino a raggiungere i pendii meno ripidi che portano al colle Gnifetti (4454 m). Dal colle si piega verso destra, si attraversa un breve plateau, e per un ripido pendio si risale il versante occidentale della Punta Gnifetti fino a guadagnarne la vetta ed il rifugio Regina Margherita. [1h30-2h] In discesa si ripercorre la via di salita.
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