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Piramide Vincent

4215 m

Versante nord-ovest

La Piramide Vincent, come suggerisce il nome stesso, è un'elegante vetta piramidale di roccia e ghiaccio, composta da quattro creste che separano altrettanti versanti ben distinti. Il versante nord-ovest, lungo il quale sale la via normale, è interamente nevoso ed è il meno impegnativo. Pernottando al rifugio Mantova (o al rifugio Gnifetti) l'ascensione è alla portata anche dei meno allenati e garantisce una buona acclimatazione, oltre alla possibilità, partendo di buon’ora, di godere dalla cima dello spettacolo del sole che colora le vicine vette innevate. Dal punto di vista tecnico si tratta di un itinerario elementare, battuto in facilità, tra quelli di salita alle punte del Monte Rosa, solo dalla via normale alla Punta Giordani. Spesso, data la facilità del percorso e la relativa vicinanza ai rifugi di appoggio, la Vincent viene scelta come meta di ripiego, o per una salita combinata ad altre punte del gruppo.

Difficoltà: F ( 35° )
Dislivello: 200m + 750m
Tempo: 1h-1h30 + 2h-3h

Come per tutte le vie normali alle punte meridionali del Monte Rosa, l'avvicinamento più semplice e meno faticoso è quello che prevede una salita in funivia da Alagna Valsesia (1191 m) fino a Punta Indren (3260 m). E' possibile raggiungere Punta Indren anche salendo da Gressoney, se si vuole allungare la camminata di 2h-3h, attraverso il Passo dei Salati e lo Stolemberg: se si tralascia l'orribile tratto devastato dalle piste da sci, l'aggiramento dello Stolemberg può essere una bella passeggiata, in ambiente più selvaggio di quello del versante Valsesiano.
Da Punta Indren si segue "l'autostrada" per i rifugi Mantova e Gnifetti, dapprima tra i detriti rocciosi di quel che resta del ghiacciaio d'Indren, quindi sul ghiacciaio vero e proprio. Si lascia sulla destra la traccia della via normale alla Punta Giordani, muovendosi sempre in modestissimo dislivello. Le condizioni del luogo possono essere molto variabili, secondo l'innevamento; d'estate è ormai quasi impossibile trovare neve e a volte il passaggio sul ghiaccio (qualche crepaccio) può richiedere attenzione. Si punta alla bastionata rocciosa che separa i ghiacciai d'Indren e di Garstelet. La si può aggirare facilmente a sinistra per un buon sentiero che porta in breve al rifugio Mantova (preferibile per questioni di affollamento al rifugio Gnifetti); in alternativa è possibile superarla direttamente per facili roccette e qualche tratto attrezzato con corde fisse, per sbucare al margine del ghiacciaio di Garstelet. Da qui è possibile scendere al rifugio Mantova (3498 m) in cinque minuti, oppure se si è portata una tenda (soluzione ottimale per non dover prenotare con mesi di anticipo) ci si può accampare in una delle numerose piazzuole già preparate con tanto di muretti di protezione, tra le dune moreniche poco distanti dal rifugio. Mettere in conto un quarto d'ora di salita supplementare se si intende raggiungere il rifugio Gnifetti (3647 m). [1h-1h30]

Dal rifugio Mantova si risale il ghiacciaio sino a portarsi sotto al rifugio Gnifetti. Lo si aggira sulla destra per pendii non ripidi e si raggiunge un’ampia zona pianeggiante, con qualche crepaccio (attenzione nelle ore più calde). Si prosegue attraversando l’intero plateau in direzione del margine sudoccidentale della Piramide Vincent. Si risale il ghiacciaio del Lys inizialmente in diagonale verso sinistra, lungo una rampa un po' ripida, quindi si prosegue su pendenze più moderate, senza mai allontanarsi troppo dalle ripide pendici della Vincent; in alcuni tratti ci si dovrà adattare a passaggi obbligati tra ampi ed insidiosi crepacci. Superata una serie di dislivelli irregolari (30°/35°) si raggiunge la conca nevosa sottostante il Balmenhorn. Si abbandona sulla sinistra la traccia principale diretta verso il Colle del Lys e si piega verso destra, lungo un avvallamento in moderata pendenza, in direzione del colle Vincent (4088 m). Poco prima di raggiungerlo ci si rivolge di nuovo a destra e si risale l'ampio versante nord-ovest della Vincent costituito da un pendio di neve uniforme, non difficile e normalmente ben tracciato. Solo nel tratto finale la pendenza aumenta di poco (secondo le condizioni di innevamento, può essere a volte vantaggioso aggirare l’ultima rampa sulla sinistra), ma una volta superati gli ultimi metri di pendio si è ormai in vetta. [2h-3h]
In discesa si può seguire l'intinerario di salita, oppure effettuare la traversata scendendo lungo la cresta est-sud-est o per il versante sud-est (vedi sotto).

Cresta est-sud-est

La cresta est-sud-est della Piramide Vincent, cresta di raccordo tra le cime di Vincent e Punta Giordani, specie se combinata con la cresta del Soldato alla Giordani, rappresenta una bella salita su terreno misto non particolarmente impegnativo ma tipico dell'alta montagna. La difficoltà maggiore se non si è già acclimatati a dovere può essere lo sbalzo di quota della funivia tra Alagna e Punta Indren; i 2100 metri di dislivello guadagnati in pochi minuti possono portare in breve tempo ad una crisi di mal di montagna. L’itinerario descritto consiste nella salita alla Punta Giordani lungo la sua via Normale (in alternativa lungo la Cresta del Soldato) e nel completamento dell’ascesa alla Vincent lungo la cresta est-sud-est.

Difficoltà: PD+ ( II / 35° )
Dislivello: 950m
Tempo: 3h-5h

Comune base di partenza per l'itinerario è la stazione della funivia di Punta Indren (3260 m), ultima stazione degli impianti di risalita di Alagna Valsesia (1191 m).
Dalla stazione si segue la stradina che, verso nord-ovest, tra neve e detriti, porta in direzione del ghiacciaio d'Indren. Lo si attraversa lungo evidenti tracce con poco dislivello fino ad oltrepassare una sciovia e le roccette che separano il ghiacciaio d'Indren da quello di Garstelet; una volta su ghiacciaio aperto si può vedere per intero il versante di salita, che si apre a nord. Secondo la stagione e le condizioni del ghiacciaio è possibile iniziare subito un traverso diagonale verso sinistra, in direzione del centro del ghiacciaio, oppure proseguire più a lungo in piano, sfruttando le tracce che si dirigono verso i rifugi Mantova e Gnifetti, e solo più tardi iniziare a salire il pendio della Giordani; è facile trovare una buona traccia ad indicare la direzione di salita migliore. In genere è bene stare alla larga dalla zona più vicina allo sperone sud, sempre più tormentata da crepacci. Si sale dapprima puntando il centro della parte superiore del pendio, e quindi piegando decisamente in diagonale a destra, in direzione di una sella nevosa sulla cresta sud. Si segue il tratto nevoso di cresta, quindi ci si riporta nuovamente a sinistra su pendio più aperto; si supera un tratto meno ripido del ghiacciaio (qualche crepaccio) e si raggiunge il tratto di cresta nevosa pianeggiante compreso tra la puntina rocciosa sommitale della Giordani e l'attacco della cresta est-sud-est della Piramide Vincent. [2h-3h]
E’ possibile raggiungere lo stesso punto risalendo la rocciosa cresta del Soldato alla Punta Giordani (vedi scheda).
Da qui si deve superare un primo risalto roccioso, da salire sulla destra (II), quindi si procede su neve nei pressi del filo di cresta. Seguono poi altri brevi risalti rocciosi che presentano alcuni passaggi aerei ma su roccia buona non difficile (II), sino a raggiungere l'ultimo tratto nevoso che conduce in vetta. [1h-2h]
In discesa si può seguire l'intinerario di salita, oppure scegliere tra il versante sud-est (vedi sotto) o la traversata scendendo lungo il facile versante nord-ovest (vedi sopra).

Versante sud-est

Il versante sud-est, oltre ad essere la via dei primi salitori, rappresenta un'alternativa meno elegante sebbene un po' più facile alla salita per la cresta est-sud-est. Il percorso si svolge quasi interamente su neve, con qualche elementare passaggio su roccette. Può essere utile per una discesa diretta verso Punta Indren se si è saliti dalla via normale per il versante nord-ovest.

Difficoltà: PD ( I / 35° )
Dislivello: 950m
Tempo: 3h-5h

Comune base di partenza per l'itinerario è la stazione della funivia di Punta Indren (3260 m), ultima stazione degli impianti di risalita di Alagna Valsesia (1191 m).
Dalla stazione si segue la stradina che, verso nord-ovest, tra neve e detriti, porta in direzione del ghiacciaio d'Indren. Lo si attraversa lungo evidenti tracce con poco dislivello fino ad oltrepassare una sciovia e le roccette che separano il ghiacciaio d'Indren da quello di Garstelet; una volta su ghiacciaio aperto si può vedere per intero il versante di salita, che si apre a nord. Secondo la stagione e le condizioni del ghiacciaio è possibile iniziare subito un traverso diagonale verso sinistra, in direzione del centro del ghiacciaio, oppure proseguire più a lungo in piano, sfruttando le tracce che si dirigono verso i rifugi Mantova e Gnifetti, e solo più tardi iniziare a salire il pendio della Giordani; è facile trovare una buona traccia ad indicare la direzione di salita migliore. In genere è bene stare alla larga dalla zona più vicina allo sperone sud, sempre più tormentata da crepacci. Si sale dapprima puntando il centro della parte superiore del pendio, e quindi piegando decisamente in diagonale a destra, in direzione di una sella nevosa sulla cresta sud. Si segue il tratto nevoso di cresta, quindi ci si riporta nuovamente a sinistra su pendio più aperto. Si supera un tratto meno ripido del ghiacciaio (qualche crepaccio) quindi ci si porta verso sinistra, sotto il versante sud-est della Piramide Vincent. [2h-3h]
Si inizia a risalirlo lungo una lingua di neve un po' ripida che si insinua tra degli speroni rocciosi, posta nel mezzo del versante sud-est, per proseguire poi su tratti nevosi meno ripidi che permettono di evitare di affrontare direttamente gli affioramenti rocciosi più impegnativi: si incontreranno al più rari tratti di facili roccette. Da ultimo, si supera la calotta nevosa sommitale e si è in vetta. [1h-2h]
In discesa si può seguire l'intinerario di salita, oppure scegliere tra la cresta est-sud-est o la traversata scendendo lungo il facile versante nord-ovest (vedi sopra).

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