PREVENZIONE

(in edifici scolastici e contro gli infortuni domestici)

 

 

SCUOLA SICURA

 

 

PREVENZIONE DOMESTICA

 

 

 

 

SCUOLA SICURA

 

Sommario

 

 

La scuola e la Protezione Civile Come affrontare il fuoco
La sicurezza dell'edificio scolastico Il piano di protezione Civile per l'incendio
Gli estintori Incendio: comportamenti da tenere

 

 

 

 

 

LA SCUOLA E LA PROTEZIONE CIVILE:

 

Nelle scuole italiane, tranne qualche lodevole e isolata eccezione, si fa poco o niente per abituare gli studenti ad una cultura della protezione civile. Di fronte alle 135 ore annuali di cultura della sicurezza praticate nelle scuoleelementari dell'Unione Sovietica o alle periodiche esercitazioni di emergenza che caratterizzano la vita delle scuole statunitensi, nelle scuole del nostro paese la protezione civile é quasi sempre confinata in qualche sporadica conferenza o in una qualche altra isolata iniziativa mentre il ruolo dell'Incaricato alla Protezione Civile, figura questa prevista in ogni plesso scolastico dalla circolare n. 1/82 del Ministero della Pubblica Istruzione Ministeriale, in assenza di precise indicazioni, é rimasta quasi dovunque lettera morta. Le conseguenze di questa carenza di una cultura di protezione civile sono sotto gli occhi di tutti. Pochissimi in Italia, ad esempio, sono oggi capaci di destreggiarsi con consapevolezza davanti ad un grave incidente stradale, un avvelenamento, una persona folgorata, un incendio... Ancora peggio di fronte alle cosiddette "calamità naturali" che, in assenza di una campagna educazione, anche laddove non rappresentano per la loro dinamica un serio pericolo per la collettività, diventano pretesto per comportamenti irrazionali spesso pericolosi. Da una parte la scuola risulta essere estremamente vulnerabile di fronte ad un'emergenza, motivo per il quale é indispensabile predisporre dei piani di protezione civile; d'altra parte essa, essendo il momento principale per la formazione di una coscienza civica, può e deve essere un momento di informazione e di educazione per tutte quelle tematiche di protezione civile che potranno risultare indispensabili nella vita di tutti i giorni. Il Gruppo Lomellino di Primo Intervento dal 1998 collabora alla conoscenza della Protezione Civile nelle scuole di Sannazzaro, con corsi o meglio incontri con gli alunni che vertono ad una maggior consapevolezza dei rischi che ci circondano: in casa, a scuola e all’aperto. Per queste finalità il G.L.P.I. ha creato ed in seguito affinato dei “pacchetti istruzione” adeguati ai vari livelli scolastici, costituiti da rapide nozioni ed illustrazioni grafiche atte a invogliare lo spettatore ad interagire e quindi di creare una discussione e non una fredda esposizione di dati o nozioni. Oltre alla teoria, periodicamente, vengono effettuate delle simulazioni che riguardano l’evacuazione del plesso scolare e prove antincendio al corpo decente e non docente.  

 

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LA SICUREZZA DELL'EDIFICIO SCOLASTICO:

Un qualsiasi discorso di prevenzione e di didattica della sicurezza non può prescindere da una valutazione di quella che é attualmente la situazione dell'edilizia scolastica nel nostro paese. Il panorama a tale proposito é certamente scoraggiante: sono ancora troppi gli istituti scolastici ubicati in edifici non esplicitamente progettati per questo scopo o che, addirittura, ospitano civili abitazioni o lavorazioni artigianali. L'edilizia scolastica, purtroppo, resta in Italia una realtà molto sofferta e che certamente non vedrà una soluzione a breve scadenza. Sarebbe, comunque, pura incoscienza trincerarsi dietro questa pur grave situazione rimandando l'approntamento di una struttura di protezione civile al giorno in cui sarà risolto questo problema. Va detto, tra l'altro, che anche un edificio scolastico costruito "a norma di legge" non garantisce affatto una situazione di "rischio zero", soprattutto in considerazione del particolare tipo di utenza lì ospitato. Si rende quindi indispensabile all'interno di ogni edificio scolastico l'organizzazione di una struttura di protezione civile, prevista, tra l'altro, dalla circolare n. 1/82 del Ministro per la Pubblica Istruzione che ordinava, tra l'altro, ai Provveditori agli Studi e tramite questi, a tutti i capi di istituto di "nominare in ogni plesso scolastico un incaricato alla protezione civile avente il compito di coordinare il programma di protezione civile e di redigere il piano di emergenza per l'edificio scolastico ospitante la scuola". Va da sé che, in mancanza di precise direttive, questa figura é rimasta lettera morta nella stragrande maggioranza delle scuole italiane. Interessiamoci quindi delle metodologie per redigere un piano di protezione civile per un edificio scolastico, piano che dovrà  tener conto delle specificità dell'edificio e della popolazione interessata.  

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GLI ESTINTORI:

NORME GENERALI:  

Gli estintori adibiti alla protezione generale vanno installati nella prossimità delle uscite in modo da lasciare sempre una via di scampo all'operatore. Gli estintori adibiti a protezioni specifiche vanno installati vicino al materiale da proteggere ma non troppo vicini a questo per evitare il rischio che l'estintore stesso possa essere ben presto avvolto dalle fiamme e quindi risulti impossibile un suo utilizzo. Gli estintori vanno sempre ricaricati dopo l'uso anche se la carica non é stata utilizzata fino al completo esaurimento. Gli estintori devono essere controllati periodicamente da parte di un tecnico qualificato. L'articolo 34 del DPR n. 547 del 27 aprile 1955 "Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro" richiede che questo controllo avvenga semestralmente.

 

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COME AFFRONTARE IL FUOCO:

Chiunque possa trovarsi nella necessità di usare un estintore deve conoscere, non solo le manovre di funzionamento, ma anche i principi elementari della tecnica di spegnimento degli incendi delle differenti classi, con i diversi tipi di estintori. Una delle prime regole da tenere presente quando si affronta un incendio con un estintore consiste nell'assicurarsi una via di scampo in caso di insuccesso, ad esempio, se l'incendio é all'interno l'operatore si terrà vicino ad una porta. Se l'incendio é all'esterno l'operatore si disporrà in modo da avere il vento alle spalle. Anche quando l'incendio appare domato non si abbandoni subito la zona incendiata ma ci si accerti con meticolosità che ogni focolaio sia stato spento completamente e che non vi siano residui di brace tali da provocare una riaccensione. Nell'uso di estintori a polvere od a anidride carbonica si tengano presente i seguenti consigli: se l'estintore non ha il dispositivo di intercettazione del getto, si continui a scaricare l'estintore sulla zona dell'incendio sino al completo esaurimento della carica. Se l'estintore ha il dispositivo di intercettazioni si interrompa la scarica non appena il fuoco sembra spento in attesa che l'atmosfera si rischiari e, vedendo ancora delle fiamme, si riprenda l'intervento. Come già detto, esistono differenti tipi di incendi per  i quali esistono differenti tipi di estintori:

INCENDIO DI CLASSE A (carta, legname, stoffa...) affrontato con un estintore idrico o a schiuma.

Si diriga il getto dell'estintore alla base delle fiamme imprimendogli un movimento pendolare in modo da investire tutta la zona in fiamme. Dopo aver spento il focolaio principale l'operatore dedicherà la sua attenzione alle zone limitrofe surriscaldate

INCENDIO DI CLASSE B (benzina, olio, solventi...) affrontato con un estintore a schiuma.

Quando il liquido in fiamme é contenuto in un recipiente si diriga il getto dell'estintore contro il bordo interno del recipiente; questa manovra fraziona il getto e favorisce la formazione della schiuma che andrà a coprire tutta la superficie in fiamme. Qualora questa manovra non fosse possibile a causa della posizione dell'incendio, l'operatore si disporrà ad una distanza tale da poter manovrare l'estintore "spazzando" la superficie in fiamme con il getto dell'estintore ed accumulando la schiuma. Si tenga presente che la gittata utile media di un estintore a schiuma da 10 litri é di 7 metri. In ogni caso non si diriga mai il getto dell'estintore direttamente dentro il liquido in fiamme che in tal caso distruggerebbe gran parte della schiuma; inoltre la violenza del getto potrebbe provocare la fuoriuscita del liquido in fiamme favorendo in tal modo la propagazione dell'incendio.

INCENDIO DI CLASSE  B (benzina, olio, solventi...) e DI CLASSE C (apparecchiature elettriche) affrontato con un estintore a polvere, ad anidride carbonica o a liquido alogenato.

Nell'incendio di un liquido, sia in recipiente che libero, si diriga il getto dell'estintore nella zona in fiamme più vicina all'operatore e poi, con rapidi movimenti pendolari, si arrivi a quella più lontana facendo attenzione a non lasciare indietro zone ancora incendiate. Nell'incendio di un liquido a cascata si diriga il getto alla base delle fiamme per poi risalire. Nell'incendio di una apparecchiatura elettrica si diriga il getto dell'estintore direttamente nel punto dove é più intenso. Se l'apparecchiatura in fiamme é protetta da un rivestimento, si immetta il getto attraverso una apertura qualsiasi.

 

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IL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE PER INCENDIO:

 

La possibilità che possa svilupparsi e propagarsi un incendio di una certa gravità all'interno di un edificio scolastico sono, così come dimostrano statistiche in merito, certamente abbastanza remote. Nonostante ciò, sarebbe opportuno predisporre e pubblicizzare le procedure per affrontare l'incendio, se non altro perché possono avere una importante valenza educativa che potrebbe rivelarsi di una certa utilità nella vita dello studente. Un piano di protezione civile per rischio incendio deve partire dalla analisi della vulnerabilità dell'edificio a questo evento. A tale riguardo va segnalato che le attuali normative antincendio non sono affatto chiare mentre i Vigili del Fuoco (i quali hanno più volte denunciato l'impossibilità di compiere completi sopralluoghi in tutte le scuole italiane), rilasciano certificati di prevenzione incendi negli istituti scolastici con oltre 100 alunni e/o provvisti di impianto termico ritenendo prioritario per il rilascio del suddetto certificato la presenza di scale di sicurezza esterne a prova di fumo, l'affidabilità degli impianti, l'esistenza di impianti antincendio. Le cause di incendio all'interno di un edificio scolastico sono molteplici. Statistiche realizzate negli Stati Uniti sottolineano, comunque, come le più probabili tra queste siano costituite da impianti elettrici in corto circuito, stufe, mozziconi di sigarette incautamente avvicinati a: carta (biblioteche, archivi, depositi di materiale didattico, carta dei parati); vestiti (grembiuli degli alunni e giacche a vento realizzati in materiale sintetico che brucia rapidamente sprigionando gas tossico); arredi (imbottiture di poltrone, tende, tappeti); liquidi infiammabili (kerosene per stufe, liquidi usati per le pulizie, materiali da laboratorio). Un altro aspetto dell'emergenza incendio in un edificio scolastico é dato dal panico che può manifestarsi anche soltanto a seguito dell'incauto grido di "al fuoco, al fuoco". La minimizzazione del rischio incendio parte dalla rimozione di tutte le cause che possono determinarlo e prosegue con la diramazione di istruzioni sul come affrontarlo.  

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INCENDIO: COMPORTAMENTI DA TENERE:

      

OGNI PERSONA CHE SI ACCORGA DELLA PRESENZA DI UN INCENDIO NELLA SCUOLA DEVE IMMEDIATAMENTE COMUNICARLO ALLA DIREZIONE E/O ALL'INCARICATO ALLA PROTEZIONE CIVILE  SENZA CHE CIO' CREI ALLARME E, SOPRATTUTTO, SENZA GRIDARE.

Se l'incendio non può essere domato subito con gli estintori o altri mezzi presenti nella scuola si provvederà a:

·        telefonare ai vigili del fuoco (115);

·        avvertire gli insegnati di fare uscire le scolaresche;

·       questa operazione deve essere effettuata senza gridare e partendo dalle classi piu' vicine;

·        concentrare gli alunni nell'area di emergenza (vedi piano emergenza interno).  

 

COME AFFRONTARE L'INCENDIO  

 

·        abbattere le fiamme utilizzando gli estintori situati negli appositi spazi;

·        allontanare,se possibile, dal focolaio dell'incendio tutti i materiali infiammabili;

·        una volta sgombrata la stanza nella quale si sta sviluppando l'incendio, chiudere la porta;      

·        ricordate che il fuoco ha bisogno di ossigeno per essere alimentato;     

·       se  questo non blocca una possibile via di fuga, chiudere porte e finestre per impedire che il fumo invada l'edificio;     

·        non usare mai acqua per spegnere incendi sviluppatisi su impianti elettrici.  

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PREVENZIONE DOMESTICA

 

Sommario

 

 

Sicurezza in cucina Folgorazione
Sicurezza in bagno Incendio in casa
Regole per la manutenzione impianti e apparecchi a gas L'assicurazione contro gli infortuni

 

 

 

 

 

SICUREZZA IN CUCINA

La presenza di numerose apparecchiature elettriche, il gas metano o in bombole, i fornelli, il forno, gli oggetti da taglio e l'uso di prodotti detergenti, rendono la cucina uno degli ambienti più a rischio di tutta la casa. In cucina i fornelli a gas, anche se in perfetto stato di manutenzione, rilasciano gas di combustione nocivi per la salute, per cui è consigliabile ricambi d'aria frequenti

ATTENZIONE 

*** FUGHE DI GAS ***

Tutti i tipi di gas domestico o GPL sono addizionati con sostanze di odore acre e pungente in modo che una eventuale perdita possa essere immediatamente percepita. Una fuga di gas rappresenta sempre una grave pericolo per il rischio di esplosioni o intossicazioni e quindi si deve intervenire prontamente:

 

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SICUREZZA IN BAGNO

 La maggior fonte di pericolo, diretta o indiretta, all'interno del bagno, è rappresentata dalla presenza dell'acqua. Un classico incidente, spesso con conseguenza di traumi, è quello di cadute sulle superfici scivolose.

ATTENZIONE 

 

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FOLGORAZIONE

 I pericoli che possono derivare dall'uso dell'energia elettrica sono costituiti dal rischio di folgorazione e dalla possibilità che apparecchiature o impianti possano provocare incendi. Da questi pericoli ci si può e ci si deve difendere con il comune "buon senso" e mettendo in atto tutti gli accorgimenti tecnici per prevenire qualsiasi incidente. La causa più comune di questi incidenti è quasi sempre originata dalla disattenzione o da impianti obsoleti e non conformi alle norme (es. mancanza del "salvavita" che interrompe automaticamente l'erogazione dell'energia in caso di contatto accidentale) o dall'utilizzo non corretto  di elettrodomestici o apparecchi difettosi non prontamente riparati.

 COSA FARE

 

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INCENDIO IN CASA

Gli incendi di natura casalinga, salvo quelli provocati da esplosioni in ambienti saturi di gas, iniziano generalmente in modo non violento e spesso, prima che assumano dimensioni pericolose, trascorre un certo periodo di tempo. E' pertanto estremamente importante sapere cosa fare nell'immediatezza per intervenire efficacemente e domare le fiamme o quanto meno rallentarne lo sviluppo e la propagazione. In mancanza di estintori, anche mezzi modesti possono rivelarsi utilissimi: un secchio d'acqua, un getto d'acqua di un tubo collegato ad un rubinetto, un sacchetto di sabbia o di terra o una coperta, indirizzati o gettati sopra le fiamme otterranno risultati positivi e limiteranno i danni.

 COSA FARE

 

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REGOLE PER LA MANUTENZIONE IMPIANTI E APPARECCHI A GAS

 

IMPIANTO:

farne testare annualmente la funzionalità.

FAR  CONTROLLARE  L'IMPIANTO  SIGNIFICA  ESSERE  PIU' SICURI. ATTENZIONE CHE PERIODICAMENTE POSSONO ESSERCI CONTROLLI DA PARTE DELLA PROVINCIA. VI VIENE RECAPITATA  UNA  LETTERA  DI  PREAVVISO. 

(clicca qui per visualizzarla)

 

VENTILAZIONE DEGLI AMBIENTI: verificare che l'apertura di ventilazione non sia ostruita. Deve essere di almeno 100 cm²,  posizionata a circa 10 cm dal pavimento ed è obbligatoria ovunque vi sia un apparecchio a gas non stagno, anche solo una cucina a gas. Permette alla fiamma di bruciare meglio e quindi non deve essere occlusa da un mobile accostato. Per evitare il problema degli spifferi la collocazione ideale è dietro un calorifero, ciò che conta è che sia sempre in comunicazione diretta e permanente con l'esterno. Per un'  informazione più precisa sulla ventilazione degli ambienti clicca su: APERTURE DI VENTILAZIONE.
CALDAIA: deve essere verificata da un tecnico abilitato, ogni anno, all'inizio dell'inverno; ogni due anni deve essere controllato il rendimento di combustione. Tutti gli interventi devono essere segnalati su un apposito libretto. Per le caldaie meno nuove, a fiamma libera e non dotate di dispositivo antiriflusso, deve essere verificato l'eventuale riflusso dei fumi.
SCARICO FUMI: i gas prodotti dalla combustione, compresi quelli della cucina, vanno sempre evacuati all'esterno. E' opportuno controllare almeno annualmente, lo stato delle canne fumarie metalliche, soprattutto nel punto di innesto nel muro, verificando che non ci siano annerimenti. L'annerimento è conseguenza di un cattivo tiraggio e di uscita di fumi contenenti  anche ossido di carbonio. Non si possono collegare a una medesima canna apparecchi di cottura e scaldabagno e tantomeno apparecchi che funzionano a gas con apparecchi che lavorano con altri combustibili (per esempio caminetti a legna). Se dalla cappa fuoriescono odori strani, è necessario controllare se vi siano scarichi abusivi di fumi di scaldabagno nella canna fumaria collettiva. 
CANNA FUMARIA: controllarla annualmente per eliminare le eventuali ostruzioni dovute da polvere, fuliggine e nidi di uccelli, se l'esterno non è protetto da una griglia.
CUCINA A GAS: il tubo di gomma, che deve essere marchiato UNI-CIG 7140 IMQ e non superare la lunghezza di m. 1,50, deve essere sostituito entro la data di scadenza riportata sul tubo stesso (la vita massima di un tubo è di 5 anni). I fuochi devono essere ripuliti con spugnette metalliche (senza detergenti che potrebbero incrostarli) verificando che la fiamma esca da tutti i forellini e che i bruciatori tengano il "minimo". Consigliamo l'uso delle moderne cucine dotate di termocoppie: una sicurezza in più che vale la pena avere (in caso di spegnimento accidentale della fiamma, la termocoppia blocca automaticamente l'erogazione di gas prevenendone così la saturazione del locale con la possibile conseguenza di un'esplosione).
CAPPA CATALITICA  (a ricircolo): poiché queste cappe non trattengono i fumi della combustione, ma solo i grassi della cottura, devono essere collegate a uno scarico che porti i fumi all'esterno o che confluiscano in una canna fumaria. Pulire periodicamente le incrostazioni di grasso che potrebbero incendiarsi e sostituire ogni tre mesi i carboni attivi.
SCALDABAGNO A GAS: deve essere verificato una volta all'anno, da un tecnico abilitato. Se l'apparecchio è di vecchio modello, controllare l'eventuale riflusso dei fumi, verificando se si appanna uno specchietto posto vicino all'apertura di ventilazione della fiamma. 

IMPORTANTISSIMO

ATTENZIONE CHE PERIODICAMENTE POSSONO ESSERCI CONTROLLI DA PARTE DELLA PROVINCIA PER CONTROLLARE L'IMPIANTO TERMICO COME PREVISTO DAL D.P.R. 551/99. VI VIENE RECAPITATA  UNA  LETTERA  DI  PREAVVISO. 

 (clicca qui per visualizzarla) 

 

 

 

APERTURE DI VENTILAZIONE

 

        - aperture su pareti perimetrali con griglie o reti che non riducano la sezione utile;

        - sugli infissi "solo le maggiorazioni";

        - condotti di ventilazione.

 

        - un locale adiacente.

 

CALCOLO DELLA SEZIONE NETTA

Si moltiplicano 6 cm² per ogni kW di portata termica installata (se praticata in prossimità del pavimento con un minimo di 100 cm²)

N.B.: 1 kW = 860 kcal/h

 

Maggiorazione del 50% 

se praticata nella parte alta del locale con un minimo di 100 cm²

 

Maggiorazione del 100%

se gli apparecchi sono privi di sistema di sorveglianza fiamma (termocoppie) con un minimo di 200 cm² (vedi D.M. 21.4.93, aggiornamento UNI 7129/92 maggio 1995)

 

 

PRESENZA DI ELETTROVENTILATORI 

Anche la presenza di aspiratori con evacuazione all'esterno hanno un peso determinante nel calcolo delle aperture di ventilazione in quanto gli elettroventilatori in funzione sottraggono aria dal locale e quindi bisogna maggiorare le dimensioni delle aperture stesse.

MAGGIORAZIONE di 140 cm² (portata del ventilatore fino a 50 m³/h)

MAGGIORAZIONE di 280 cm² (portata del ventilatore da 51 a 100 m³/h)

MAGGIORAZIONE di 420 cm² (portata del ventilatore da 101 a 150 m³/h)

 

 

                            PORTATE TERMICHE DI RIFERIMENTO                            (indicative)  

Apparecchio utilizzatore

Portata termica in kW

Fornello o piano di cottura

5,2

Cucina con forno

11,6

Scaldabagno istantaneo (10 litri/min.)

20

Scaldabagno ad accumulo

5,8

Lavabiancheria

9,3

Stufa

8,7

Caldaia per riscaldamento e produzione acqua calda

28

Caldaia per solo riscaldamento

11,6

*** 1 kW = 860 kcal/h ***

 

CAMINO A LEGNA

I camini a legna sono regolamentati da una normativa specifica e la loro apertura di ventilazione deve essere dedicata e non compresa nei calcoli precedentemente descritti e regolati dalla UNI 7129.

Ringraziamo il Sig. Favari Franco (controllore della Provincia di Pavia) per i dati che ci ha gentilmente fornito.

 

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L'ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI DOMESTICI

 

Con la legge n. 493 del 1999 per la prima volta lo Stato ha riconosciuto, con l'introduzione della tutela degli infortuni, il valore sociale del lavoro prestato a casa per la cura del nucleo familiare. In attuazione di tale legge, dal 1° marzo 2001 è stata resa obbligatoria  l'assicurazione contro gli infortuni domestici, la cui gestione è stata affidata all' INAIL.

Sono tenuti ad iscriversi coloro che, in età compresa tra i 18 e i 65 anni, svolgono abitualmente il lavoro per la cura della propria famiglia e dell'ambiente in cui dimora. Sono esclusi coloro che svolgono altra attività lavorativa.

Il premio annuo è di €12,91 non frazionabile su base mensile ed è deducibile ai fini fiscali. Il premio è a carico dello Stato se l'assicurato ha un reddito che non supera i 4.648,11 euro annui e se appartiene ad un nucleo familiare il cui reddito complessivo non supera i 9.296,22 euro. Per usufruire di tale agevolazione basta una semplice autocertificazione.

Il premio deve essere pagato entro il 31 gennaio di ogni anno, utilizzando lo specifico bollettino postale intestato a: I.N.A.I.L.  Assicurazione Infortuni Domestici - P.le G. Pastore 6 - 00144 Roma (c/c n. 30621049). Anche coloro che sono a carico dello Stato, entro la stessa data, devono presentare all'INAIL l'autocertificazione.

Quando dall'infortunio deriva una inabilità uguale o superiore al 33% (con esclusione dei casi mortali) all'assicurato spetta una rendita mensile esentasse e per tutta la vita proporzionale all'invalidità subita.

* Per maggiori informazioni visita il sito www.inail.it oppure telefona al Numero Verde 803.888 *

 

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