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Con la tecnica cellulare,
come si è detto, si suddivide un'area in celle molto piccole.
In tal modo, pur essendo limitata la banda radio assegnata al servizio, si
ha la possibilità di servire molti utenti per
chilometro quadrato.
E ciò proprio grazie alla
possibilità di riusare le frequenze sul
territorio in virtù appunto della presenza delle
celle.
Le celle,
con al centro una stazione
base connessa via cavo alla rete telefonica fissa, sono raggruppate in cluster, e nella figura successiva i cluster si
compongono di 7 celle.
D è la distanza di riuso, Bc è la sottobanda assegnata ad una cella, Bu infine è la banda d'utente, ovvero il canale
radio grazie al quale comunicano fra loro l'utente mobile e la stazione base.
Il canale Bu naturalmente è assegnato solo al momento in cui serve.
Come può
osservarsi le frequenze sul territorio si possono riusare, ma solo relativamente a celle che non solo non
sono fra loro confinanti, ma anche che fra
loro distano D.
Il servizio radiomobile è flessibile, nel senso che, se in un'area viene a
determinarsi una maggiore intensità del traffico
telefonico radiomobile, basta ridurre le dimensioni
delle celle.
Si badi però che in tal modo,
diminuendo anche D, di conseguenza via via aumenta anche il rischio di interferenza,
oltre ad aumentare il numero di hand over.
Nelle aree urbane il raggio di una singola cella è circa 1 chilometro,
mentre sono 21 le celle che compongono un
cluster.
Nelle aree rurali invece, il raggio di una singola cella
è di circa 30 chilometri mentre sono 7 le celle che compongono un cluster.