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Il computer così come lo intendiamo oggi ha una storia relativamente breve, infatti
il primo computer digitale fu costruito solo
nel 1946.
Tuttavia la storia dell'uomo
è sempre stata accompagnata da macchine e strumenti che lo aiutassero nelle
operazioni di calcolo: dall'abaco, inventato
dai cinesi nel 2600 a.C., fino alle calcolatrici meccaniche del 1600, dai primi ingombranti elaboratori del dopoguerra, ai
modernissimi Personal Computer.
La prima calcolatrice meccanica, antenata dei moderni
computer, fu inventata dal filosofo francese Blaise
Pascal, che, nel 1642, mise a punto uno strumento costituito da un insieme
complicatissimo di ruote e levette che permetteva di compiere operazioni con
numeri fino a nove cifre.
Il primo elaboratore elettromeccanico, però, vedrà la luce
solo nel 1941: si trattava dello Z1, costruito in Germania da Konrad Zuse.
Esso era composto da 2.600 relè e non
richiedeva l'intervento umano nella fase di elaborazione, infatti era dotato di
un sistema di controllo automatico delle proprie operazioni, basato su un sistema binario.
Durante la seconda guerra mondiale si avvertì la necessità di
poter disporre di calcolatori in grado di compiere
grandi quantità di operazioni in modo veloce
ed automatizzato.
A questa categoria
appartiene Colossus Mark 1, un elaboratore
progettato da Alan M. Turing e realizzato da M. H. A. Neumann nel 1943,
in Inghilterra.
Esso si rivelò
particolarmente utile per la decrittazione
dei messaggi in codice intercettati.
A dimostrazione della sua importanza strategica, anche dopo il termine delle
ostilità, basti ricordare che la sua esistenza fu tenuta segreta fino al 1970, e
che l'algoritmo di decodifica fu reso pubblico solo nel 1995.
Nel 1945
John Von Neumann mette a punto il primo
computer dotato di sistema operativo, ovvero un software che gestisce l'esecuzione di altre
applicazioni.
Nel 1946
fa la sua comparsa il primo vero computer,
overo l'ENIAC, voluto dal ministero della
difesa americano.
A realizzarlo concorsero i maggiori
scienziati statunitensi su progetto dell'ingegnere John Eckert e del
fisico John William Mauchly.
Esso conteneva 18.000 valvole, pesava 80
tonnellate ed occupava una stanza di 9 metri
per 15 metri.
Era in grado di compiere 5.000 addizioni e 360
moltiplicazioni per secondo e i dati erano
inseriti mediante schede perforate.
Nel 1947
W. Shocley, J. Bardeen e W. Brattain inventano il transistor, dispositivo elettronico con il quale vengono realizzati tutti i
circuiti elettronici moderni, destinato a sostituire le numerose valvole
utilizzate nei calcolatori fino a quel momento.
In questi stessi anni fanno
la loro comparsa le memorie a nuclei magnetici,
in alternativa alle schede perforate.
Si entra così nella seconda generazione dei computer.
La terza
generazione invece ha inizio negli anni '60,
quando il computer da semplice macchina di calcolo
diviene un elaboratore di dati.