I b e r n a z i o n e U m a n a
N o t e T e c n i c h e
_______
Entro 2 minuti vengono somministrati,per endovena,vari
farmaci per ridurre i danni dell'episodio ischemico e della successiva
riperfusione e cioè: anticoagulanti come l'eparina e la streptokinasi,per
inibire la formazione di coaguli di sangue,particolarmente nel microcircolo
cerebrale,il metilprednisolone e la clorpromazina,per stabilizzare le
membrane cellulari,il mannitolo ed il destrano 40,per ridurre l'edema,il
calcio-bloccante nimodipina,l'epinefrina,per migliorare la perfusione e la
pressione del sangue, la deferoxamina,per ridurre i danni da radicali liberi,il
sodio citrato,per ridurre i danni da riperfusione cerebrale,il potassio
cloruro,per ridurre il metabolismo cerebrale,il metubine iodite,per
inibire il brivido ,THAM,antibiotici a largo spettro,inoltre,viene
somministrato,mediante sondino gastrico,del malox per prevenire la comparsa (per
effetto dell'ipotermia profonda indotta) di ulcere
gastriche emorragiche. Vengono posizionate
delle termosonde (una nasofaringea ed
una orofaringea) ed il paziente viene raffreddato con spray freddo
e ghiaccio tritato,viene somministrato,per via polmonare,del
fluorocarbonio alla temperatura di 0 °C,per produrre un raffreddamento
rapido del sangue che,circolando nel cervello,lo raffredda a sua
volta. Le funzioni
cardiorespiratorie sono costantemente mantenute con l'
apparecchio cardio-polmonare meccani co mentre il paziente
viene adagiato in un contenitore portatile e coperto con ghiaccio
tritato a 0 °C.
-
Foto 2. (Foto 2,da pag. 32 di
Cryonics Reaching For Tomorrow,Third
Edition,1991).
- Dopo la somministrazione dei farmaci ed un primo
raffreddamento con ghiaccio,spray freddo e
fluoro
-
carbonio,il paziente,le cui funzioni cardiorespiratorie
sono mantenute con un
apparecchio cardio
- polmonare
meccanico,viene adagiato in un contenitore portatile.
Quindi,il paziente viene portato via dall'ospedale per essere trasferito in una
camera mortuaria.
- Foto 3. (Da pag. 7 di Cryonics
magazine,1st Qtr.2002,volume 23:1).
-
Lo speciale contenitore refrigerato utilizzato per il
trasporto del - paziente.
Durante il
trasporto,l'assistenza cardiorespiratoria continua ininterrottamente e
vengono somministrati altri 500 cc di fluorocarbonio freddo. In camera mortuaria
viene somministrato ancora fluorocarbonio (1500 cc). Quando
la temperatura naso-oro-
-
Foto 4. (Da pag. 30 di Cryonics
Magazine,2nd Qtr. 2000,volume
21:2).
-
In camera mortuaria un paziente sta
per essere adagiato sul
tavolo
-
anatomico per essere sottoposto a lavaggio del sistema
circolatorio. -
faringea scende intorno ai 15°
C,previa incisione della vena e dell'arteria femorale,con una
pompa a circuito a perto,(vedasi foto 5,in
basso), viene fatto defluire tutto il sangue ed il sistema
circolatorio viene lavato con c.a
-
Foto 5. (Da pag. 31 di Cryonics magazine,2nd
Qtr. 2000,volume
21:2).
-
La pompa usata per il lavaggio del sistema
circolatorio.
-
15 litri di una speciale soluzione salina preraffreddata a 0 °C,a ph lievemete elevato (7,8),contenente hidrossietyl starch o Viaspan,alla pressione di c.a 115 mmHg ed alla velocità di c.a 1 litro al minuto. Durante il lavaggio il raffreddamento del paziente continua e,c.a 2 ore e mezza dopo la morte,la temperatura naso-oro-faringea è di c.a 9°C. A questa temperatura l'apparecchio di supporto cardio-polmonare viene sconnesso dal paziente che,co perto con ghiaccio tritato a 0 °C, all'interno di uno speciale unità di trasporto (vedasi foto 6) viene trasferito,
-
Foto 6. (Da pag. 29 di Alcor Life Extension Foundation,An Introduction,Ed. 2001).
con ambulanza o per via aerea,nella sala operatoria di un'associazione crionica (ossia un'associazione specializza
- Foto 7. (Da pag. 1 di Cryonics Reaching For Tomorrow,Fourth Edition,1993). - Ambulanza appositamente equipaggiata per il trasporto del paziente in condizioni di ipotermia - profonda.
ta nella conservazione a bassissima temperatura ed a lungo termine del corpo umano) dove personale medico ed infermieristico,appositamente addestrato,è pronto a perfonderlo con una soluzione antigelo a base di glicerolo o con una soluzione vetrificante,messa a punto,in tempi più recenti,dal biofisico Brian Wowk e coll.
- Foto 8. (Da pag.34 di Cryonics Reaching For Tomottow,Third - Edition,1991). - La sala operatoria
-
Innanzitutto,vengono praticati due fori alla sommità del cranio,per consentire la visione diretta dei due emisferi
- Foto 9. (Da pag. 31 di Cryonics magazine,2nd Qtr. 2000 volume 21:2). - Chirurghi al lavoro in sala operatoria.
cerebrali. Attraverso questi fori si può osservare se il cervello sia andato incontro o meno ad emorragia od edema,che potrebbero comprometterne la perfusione con l'antigelo,e la riduzione volumetrica di questo organo in risposta alla perfusione con l'antigelo stesso. Una riduzione di volume indica una buona rimozione dell'acqua e la sua sostituzione,nel tessuto nervoso,con il crioprotettore. L'edema,evidenziato da un aumento di volume del cervello,indica che il tessuto è stato danneggiato dal prolungato episodio ischemico,dopo l'arresto cardiaco,e che l'antigelo non può essere assorbito sufficientemente dall'organo. Viene eseguita anche una sternotomia mediana e vengono esposti il pericardio e l'aorta ascendente per valutare,come con i fori di trapanazione, le condizioni di perfusione interna (si può osservare,cioè,se il sangue sia stato asportato completamente dai vasi durante il lavaggio del sistema circolatorio e se la glicerolizzazione dei tessuti profondi sia completa ed uniforme. In caso affermativo i tessuti all'interno del torace appaiono disidratati,ridotti di volume,e di aspetto cereo. Il muscolo scheletrico presenta un colore più intenso,mentre la cute appare di colore ambra).
Una termocoppia, ed un fonosensore (per il rilievo delle fratture), sono inseriti nei fori di trapanazione del cranio, mentre un sondino per la misurazione della pressione viene posizionato nell'aorta discendente. Nel caso in cui la perfusione debba essere eseguita con glicerolo, dopo un eventuale risciacquo del sistema circolatorio a circuito aperto,i chirurghi connettono i vasi femorali del paziente, che viene mantenuto alla tempera tura di c.a 0 °C, alla macchina cuore-polmone,che fa circolare nello stesso, a circuito chiuso, una soluzione salina fredda con una concentrazione iniziale di glicerolo del 4%. Altro glicerolo viene aggiunto molto gradualmente, nell'arco di c.a 5 ore, sino a raggiungere una concentrazione di c.a. il 30% o più. L'aggiunta del crioprotettore alla soluzione di perfusione deve essere molto lenta e graduale, a causa delle limitazioni metaboliche che inibiscono una rapida assimilazione di questo fluido molto viscoso (la foto 10,in basso,è il grafico relativo al limite di tolleranza di cellule e tessuti al glicerolo).
Foto10. (Da pag. A-3 di Cryonics Reaching For Tomorrow,Third Edition,1991). Come mostra questo grafico,sarebbe necessario sostituire il contenuto in acqua di un paziente con c.a il 50% di glicerolo per eliminare completamente i danni meccanici dovuti alla formazione del ghiaccio nei tessuti. Purtroppo,a causa della tossicità e della viscosità di così alte concentrazioni di glicerolo,questo non è possibile,per cui,si stanno cercando altre sostanze crioprotettive (antigelo) e si sta cercando di mettere a punto miscele crioprotettive meno tossiche e che in concentrazioni minori siano in grado di ridurre od eliminare la formazione del ghiaccio durante il raffreddamento. Una speciale miscela,meno tossica e più efficace,formata da glicerolo e ghiaccio-bloccanti,da c.a un anno viene impiegata per la vetrificazione dei pazienti.
Durante la perfusione,la pressione della soluzione circolante,la temperatura e le condizioni biochimiche del paziente,sono costantemente monitorati,e la concentrazione del crioprotettore nei tessuti viene misurata accuratamente con sensori refrattometrici (vedasi foto 11).
- - Foto11. (Da pag. 6 di Cryonics magazine,1st Qtr. 2001,volume22:1). - Quadro di output del refrattometro usato dai medici - per monitorare la concentrazione dell'antigelo,nei tessuti del - paziente,durante la perfusione.
In alternativa,la perfusione può essere eseguita previa incannulazione dell'aorta ascendente e del ventricolo o dell'atrio destro. Al termine della perfusione con il crioprotettore, i fori di trapanazione ed il torace vengono chiusi e le incisioni cucite con le sonde in sede. Quindi, il paziente,la cui temperatura corporea,a questo punto,è di c.a. 5 °C, viene sconnesso dalla macchina cuore polmone, rimosso dal tavolo operatorio e,protetto da un involucro di plastica (vedasi foto 12,in basso,a sinistra) viene immerso in c.a 15 litri di olio al silicone,preraffreddato a - 20 °C,all'interno di uno speciale contenitore (foto 13).
- Foto 12. (Da pag. 15 di Cryonics maga Foto 13. (Da pag. 9 di Cryonics magazine,3rd Qtr. 1995, volume 16:3). - zine,3rd Qtr. 1996,volume 17:3).
Grazie ad una speciale unità di raffreddamento computerizzata ed automatizzata,la temperatura viene abbassata di c.a 4 °C /h,sino a -78,5 °C,in un arco di tempo di c.a. 20 ore. Quindi, il paziente viene estratto dall'olio al silicone e dall'involucro protettivo,viene avvolto in un nuovo involucro preraffreddato (foto 14,in basso a sinistra) e collocato in un contenitore metallico (foto 15).
- Foto 14. (Da pag. 34 di Cryonics Rea Foto 15. (Da pag. 15 di Cryonics magazine,3rd Qtr. 1996,volume 7:3). - ching For Tomorrow,Third Edition,1991).
Così protetto,viene introdotto in una unità di raffreddamento dove,con una graduale e controllata immissione di vapore di azoto liquido,la sua temperatura,da - 78,5 °C, scende di 1 °C /h, sino a - 196 °C, in un periodo di c.a. 120 ore (foto 16).
- Foto 16. (Da pag. 10 di Cryonics Foto 17. (Da pag. 35 di Cryonics Rea magazine 3rd Qtr.1995,volume 16:3) ching For Tomorrow,Tird Edition,1991).
Raggiunta questa temperatura,il paziente viene trasferito in un contenitore Dewar,riempito con azoto liquido,per la conservazione a lungo termine (vedasi foto 17,18,19).
- Foto18. (Da pag.34 di Alcor Life Extension Foundation,An introduction, Foto 19. (Da pag. 35 di Cryonics Reaching For - Edition 2001). Tomorrow,Third Edition, 1991). -
Il paziente decide prima della morte se conservare il corpo intero o la sola testa. Nel caso in cui egli abbia optato per la conservazione della sola testa, dopo il lavaggio del sistema circolatorio con la soluzione MHP2 o Viaspan,la stessa viene isolata dal corpo a livello della sesta vertebra cervicale,previa sezione delle arterie carotidi,delle vene giugulari, e delle vertebrali, quindi, attraverso i vasi più grandi del collo, che vengono collegati, a circuito chiuso,alla macchina cuore-polmone, viene perfusa con glicerolo in un arco di tempo di c.a 5 ore. Quindi viene posta all'interno di una speciale unità computerizzata per il graduale raffreddamento sino a -78,5 °C (foto 20).
- Foto 20. (Da pag. 6 di Cryonics magazine,3rd Qtr. 1995, - volume 16:3).
Raggiunta questa temperatura,la testa viene introdotta in un piccolo contenitore dewar e raffreddata con vapore di azoto liquido sino alla temperatura di -196 °C. Raggiunta questa temperatura,la testa viene immersa in azoto liquido all'interno di un piccolo contenitore dewar,per la conservazione a lungo termine.
- Foto 21. (Da pag. 24 di Cryonics magazine,2nd Qtr. 2000,volume 21:2). - Contenitori Dewar grandi,per la conservazione a lungo termine dei - corpi interi,e piccoli per la conservazione delle sole teste dei pazienti.
--
Nel caso in cui il paziente abbia richiesto la vetrificazione,la testa viene perfusa con c.a. 6 litri di una particolare soluzione vetrificante, in un arco di tempo di c.a. 5 ore. Durante la perfusione,la stessa è posta all'interno di una unità di raffreddamento consistente in una camera umida formata da 2 box di plastica. Del vapore di azoto liquido viene fatto fluire attraverso questa unità.
- Foto 22. (Da pag. 10 di Cryonics magazine,1st Qtr. 2002,volume 23:1).
Al termine della perfusione, la testa viene posta in un piccolo vaso dewar (visibile in basso,a sinistra,nella foto 22,quì in alto)e raffreddata gradualmente sino alla temperatura dell'azoto liquido,che raggiungerà in un arco di tempo di c.a 11 giorni.
Da osservare che, il fattore più critico,per tutta la procedura,è il tempo che intercorre tra l'arresto cardiaco e l'inizio del massaggio cardiaco esterno,durante il quale possono formarsi,nel microcircolo cerebrale,coaguli di sangue irreversibili che impediscono una adeguata perfusione del cervello con la soluzione protettiva,da quì l'importanza di intervenire il più presto possibile dopo l'arresto cardiaco.
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Cenni sperimentali
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Foto 23. (Da pag. 29 di Cryonics Magazine,1st Qtr,1995,volume 16:1). -Sezione longitudinale,alla Risonanza magnetica per immagini,di una testa di cane perfusa con 9,4 mole di glicerolo (a sinistra) e di un'altra,non perfusa,(a destra). I tessuti perfusi con glicerolo appaiono più luminosi. Nella testa a sinistra,le aree molto luminose intorno al cervello,che appare ridotto di volume,nei ventricoli cerebrali e nel seno sinistro,contengono liquido di perfusione. Notare che l'umore vitreo degli occhi contiene molto glicerolo. La testa a destra,non contenendo glicerolo,appare opaca.
Foto 24. (Da pag. 13 di Reaching For Tomorrow,Third Edition,1991). Questo è un rene di gatto asportato da un animale perfuso con glicerolo,raffreddato a -196 °C e scongelato. L'organo presenta grandi fratture. I crioprotettori accentuano questo tipo di danno. Teoricamente,le fratture possono essere eliminate semplicemente evitando un raffreddamento inferiore a c.a -135 °C.
- Foto 25. (Da pag.32 di Cryonics magazine,1st Qtr. 1995,volume 16:1). - Quadro di output dell'apparato per il rilevamento delle fratture che possono verificarsi,durante il raffreddamento, - nel cervello ed in altri organi,quando la temperatura scende al di sotto dic.a - 135 °C. .
- Foto 26. (Da pag. 12 di Cryonics magazine,1st Qtr. 2001,volume 22:1). - Per evitare o ridurre il rischio di fratture nel cervello ed in altri organi,nel - prossimo futuro,i pazienti verranno conservati in congelatori come questo,a - temperature di c.a -130 -140°C,anzichè in azoto liquido a -196 °C.
Foto 27. (Da pag. 10 di Cryonics Reaching For Tomorrow,Third Edition,1991). - Il congelamento disidrata le cellule e danneggia i tessuti meccanicamente. Questa foto al microscopio elettronico è una sezione di tessuto congelato ottenuta con la tecnica della frattura per congelamento. Questa sezione istologica illustra molto bene come il congelamento disidrata e danneggia meccanicamente il tessuto. Le grandi aree lisce,di forma irregolarmente ovale,sono ghiaccio e gli stretti canali che le circondano sono tessuto contratto e disidratato. Durante il raffreddamento lento,in assenza di crioprotettori,l'acqua solidifica separandosi dai tessuti allo stato puro,per cui,la concentrazione dei sali ,negli stessi,aumenta pericolosamente.
-
Foto 28. (Da pag. 13 di Reaching For Tomorrow,Third Edition,1991). Struttura di una sinapsi. Questo disegno schematico è stato ricavato da una microfotografia al microscopio elettronico di una sinapsi da frattura per congelamento. Molto di quanto si sa sulla struttura delle sinapsi deriva dall'esame di queste strutture allo stato congelato.
- Foto 1a Foto 2a Foto 3a
Foto 1a (da foto 5 di pag.12 di Cryonics magazine,1st Qtr.1999,volume 20:1 ). Foto 2a (da foto 6 di pag. 12 di Cryonics magazine,1st Qtr. 1999,volume 20:1). Foto 3a (da foto 7di pag.12 di Cryonics magazine,1st Qtr. 1999 ,volume 20:1).
Attualmente, in condizioni ideali,un paziente può essere perfuso con una soluzione di glicerolo che può raggiungere,al massimo, una concentrazione di 7 - 7,5 mole, e può essere raffreddato a non più di 1 °C /m. La foto n° 1a, mostra una soluzione con 7,3 mole di glicerolo raffreddata a 0,1-0,3 °C /m sino alla temperatura di -100 °C. Il suo aspetto opalescente è dovuto alla presenza di milioni di piccoli cristalli di ghiaccio. In un cervello umano,probabilmente,ogni cristallo causa un danno significativo. La foto 4a,in basso,illustra questo danno. La foto 2a mostra un evidente miglioramento. Questa fiasca contiene una soluzione con 7,2 mole di glicerolo a cui è stato aggiunto,prima del congelamento,l' 1% di una sostanza ghiaccio-bloccante. La soluzione è ora parzialmente vetrificata. I cristalli di ghiaccio costituiscono soltanto il 10% della soluzione. La foto 3a mostra una soluzione con 7,5 mole di glicerolo ed il 2% di ghiaccio-bloccante. La soluzione è quasi completamente vetrificata. Una soluzione di 7,5 mole è talmente viscosa che può circolare nei pazienti con difficoltà e non garantisce una protezione anche all'interno delle cellule perchè il ghiaccio-bloccante non attraversa le membrane cellulari. Tuttavia,se il raffreddamento è sufficientemente rapido,il danno intracellulare dovrebbe essere ridotto al minimo in quanto il ghiaccio ha meno tempo per formarsi. A tutt'oggi,non si aveva idea di come raffreddare i pazienti ad un velocità superiore ad un grado centigrado al minuto,ma una nuova tecnica basata sulla perfusione con perfluorocarbonio presenta un radicale miglioramento. Secondo questa tecnica,il paziente deve essere perfuso prima con il crioprotettore (l'antigelo),poi,nel suo sistema vascolare deve essere fatto circolare del perfluorocarbonio,che non è tossico e permane fluido alla temperatura di -130 gradi centigradi. Potenzialmente,questo può produrre una velocità di raffreddamento di circa 10 °C al minuto. La velocità di raffreddamento diminuisce con l'abbassarsi della temperatura,ma 1 °C al minuto è ancora possibile a -110 °C. Ciò è stato accertato sperimentalmente. ...
-
Foto 4a. (Da Foto 4 di pag.11 di Cryonics magazine,1st Qtr. 1999,volume 20:1). Sezione istologica del tessuto cerebrale di un cane perfuso con 7,5 mole di glicerolo,raffreddato a -80°C e quindi riscaldato. Le aree bianche ,vuote,quasi certamente,sono state causate dal ghiaccio che si è formato e ha dislocato o distrutto il tessuto. Dopo il disgelo,il ghiaccio è fuso e sono rimasti i detriti. -
-
Foto 5a. (Da foto 15 di pag. 15 di Cryonics magazine,1st Qtr. 1999,volume 20:1). Sezione istologica del tessuto cerebrale di un coniglio raffreddato gradualmente sino a -80 °C ,dopo perfusione con una soluzione vetrificante che,nel distretto venoso,ha raggiunto una concentrazione di 9 mole . Non ci sono vacuoli ma soltanto una modesta disidratazione. Intorno ai processi assonici la guaina mielinica è integra. Sono del tutto assenti i danni da cristalli di ghiaccio.
Foto 6a. (Da Foto 14 di pag. 15 di Cryonics magazine,1st Qtr. 1999,volume 20:1). - Sezione istologica dello stesso cervello di foto 5a. Mostra un assone con i neurofilamenti .
Foto 7a. (Da foto 16 di pag.15 di Cryonics magazine,1st Qtr. 1999,volume 20:1). - Sezione istologica relativa all'ippocampo dello stesso cervello di foto 5a. - L'ippocampo è l'area più sensibile agli insulti ischemici. Le cellule appaiono - disidratate e contratte e ben connesse al neuropilo che le circonda.
Foto 8a. (Da foto 10 di pag. 14 di Cryonics magazine,1st Qtr. 1999,volume 20:1). -Questa sezione istologica mostra lo stato di un cervello di coniglio raffreddato sino a - 80 °C dopo perfusione graduale con una soluzione vetrificante che nel distretto venoso ha raggiunto una concentrazione di 8 mole . Sono visibili una sinapsi intatta e delle vescicole neurotrasmettitrici presinaptiche,con buona densità postsinaptica.. Il raggrinzimento è dovuto all'alta concentrazione del crioprotettore,che ha creato piccoli spazi bianchi intorno alle cellule. Questo raggrinzimento non è significativo perchè la struttura appare intatta.
Foto 9a. (Da foto 12 di pag. 14 di Cryonics magazine,1st Qtr. 1999 volume 20:1). -Questa sezione istologica si riferisce allo stesso cervello di foto 8a. Non mostra vacuoli da ghiaccio. Alcuni neuroni sono un po contratti ma le membrane sono integre e la struttura chiaramente visibile. Non tutte le aree di questo cervello sono conservate così bene. La microfotografia 10a,quì in basso,mostra un'area dello stesso cervello in cui le cellule sono state danneggiate dal ghiaccio,dalla tossicità o da una inadeguata pressione osmotica che ha causato un edema nel tessuto. Nonostante ciò,questo risultato è un sostanziale miglioramento rispetto all'impiego del solo glicerolo.
Foto 10a. (Da foto 13 di pag. 14 di Cryonics magazine,1st Qtr. 1999,volume 20:1). Non tutte le aree dello stesso cervello di foto 8a sono conservate altrettanto bene. Questa sezione istologica mostra cellule danneggiate dal ghiaccio,dalla tossicità o da inadeguata pressione osmotica ed edema.
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- Foto 11a. Foto 12a
(Foto 11a e 12a,d a Conservation de la vie par le froid,Louis Rey,Hermann Paris,1959)
La foto 11a è la sezione istologica di un cuore di pollo di 7 giorni coltivato 24 ore in vitro,a + 37 °C, dopo perfusione con solo liquido d'Earle,senza glicerolo,congelato in azoto liquido alla velocità di c.a 65 secondi e scongelato molto rapidamente per immersione in liquido d'Earle alla temperatura di +20 °C,ed alla velocità di c.a 1 secondo. I nuclei cellulari appaiono picnotici. L'organo è morto. Qualunque sia la velocità di congelamento e di disgelo,nessun cuore può sopravvivere se non è perfuso con il crioprotettore. La foto 12a è la sezione istologica di un cuore di pollo di 7 giorni perfuso per un periodo di 30 minuti con liquido d'Earle alla temperatura di +20 °C,contenente il 30% di glicerolo,congelato in azoto liquido alla velocità di c.a 65 secondi e scongelato molto rapidamente per immersione diretta nel liquido di perfusione alla temperatura di +20 °C,alla velocità di c.a un secondo. Cuori così trattati manifestano in vitro un'attività fisiologica normale,lo stato di conservazione è perfetto,tanto che è molto difficile distinguere una preparazione di controllo da una congelata; il metabolismo sembra normale come pure la sensibilità termica. La frequenza delle pulsazioni è di c.a 40 a minuto. L'esame istologico mostra una struttura normale. I frammenti di cuori così trattati,posti in coltura,proliferato abbondantemente e le cellule degli espianti sono normali. L'indice mitotico è molto elevato,vedasi la foto 13a,in basso a sinistra. (Da Conservation de la vie par le froid,Louis Rey,Hermann Paris,1959).
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Foto 13a Foto 14a
(Foto 13a e Foto 14a ,da Conservation de la vie par le froid,Louis Rey,Hermann Paris,1959). - In concentrazioni del 40% sembra che il glicerolo sia tossico o che perlomeno eserciti un'azione inibitrice sull'attività fisiologica. Frammenti di cuore trattati con una tale concentrazione di glicerolo presentano in vitro una crescita irregolare con gruppi cellulari di aspetto fibroso e le cellule periferiche degenerano,ma le mitosi,malgrado tutto,sono numerose (vedasi foto 14a quì in alto). Cuori di 7 giorni e mezzo sono stati perfusi per 30 minuti,alla temperatura di +20 °C,con liquido d'Earle contenente il 60% di glicerolo,congelati alla velocità di c.a 1 secondo e posti in coltura. Dopo 24 ore si è constatato che erano vivi benchè manifestassero un'attività fisiologica meno elevata.
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Foto 15a. (Da Nature,vol. 212 No 5059, pp. 268-270,15 Ottobre,1966). - Elettroencefalogramma registrato,nel 1965,dal Prof. Isamu Suda,dell'Università di Kobe,in un cervello di gatto perfuso,alla temperatura di c.a +10 °C, con soluzione di Hanks,portata alla giusta pressione colloidale con il 4 - 6 % di destrano,cui venne aggiunto gradualmente del glicerolo sino a raggiungere una concentrazione del 15% ,raffreddato lentamente sino a -20 °C ,conservato a questa temperatura per un periodo di c.a sei mesi e mezzo, scongelato lentamente,e riscaldato progressivamente sino alla temperatura di + 36 °C. Le fotografie al microscopio di questo e di altri cervelli congelati e rianimati,mostrano cellule quasi normali come struttura e grani di Nissl. Questo lavoro dimostra che anche con le attuali imperfette tecniche di crioconservazione,sia pure entro certi limiti,possono essere conservate strutture e funzioni cerebrali.
Nota. Le proteine cellulari, sono denaturate dalla disidratazione conseguente al congelamento e dalla successiva reidratazione durante il riscaldamento. Nel corso di questo processo,la configurazione a spirale delle proteine,spesso molto elaborata,viene distrutta; la proteina resta integra sotto l'aspetto chimico,ma non può più espletare le sue funzioni nella cellula. La distruzione avviene perchè la formazione dei cristalli di ghiaccio rimuove uno strato protettivo di molecole d'acqua,la cosiddetta "acqua legata". Crioprotettori come il glicerolo ed i DMSO possono stabilizzare questo strato molecolare e prevenire la denaturazione,ma sono tossici alle alte concentrazioni richieste. Per risolvere questo problema,qualche ricercatore ha proposto di sperimentare lo Xeno gassoso come crioprotettore. Lo Xeno non è tossico,si scioglie nelle soluzioni acquose,quindi si lega alle molecole d'acqua, e potrebbe prevenire la denaturazione proteica senza gli effetti collaterali dannosi del glicerolo e del DMSO. Ma lo Xeno è un elemento molto raro e costoso.
Nel febbraio del 2000,l' équipe del Prof. Matthew Andrews,dell'Università della Carolina del Nord,ha identificato negli scoiattoli e nei criceti siberiani,una specie ibernante,i geni PL e PDK-4,che sembrano direttamente responsabili dell' ibernazione naturale,un processo durante il quale,a temperature prossime allo 0, il consumo di ossigeno si riduce al 2% del normale ed il battito cardiaco arriva sino a 3-4 pulsazioni al minuto. E' stato accertato che il PL blocca il metabolismo dei carboidrati,mentre il secondo gene controlla un enzima che converte gli acidi grassi consentendo all'organismo di utilizzarli come carburante. I ricercatori sono convinti che gli stessi geni siano presenti anche nell'uomo e che sia quindi possibile indurre l'ibernazione attivandoli. La ricerca è stata finanziata dall'esercito americano,che ha come obiettivo l'ibernazione temporanea dei feriti per mantenerli in vita sino al trasporto in un ospedale ben attrezzato. Un altro obiettivo immediato della ricerca è quello di consentire,con un raffreddamento moderato e per periodi limitati (da qualche settimana ad alcuni mesi) la conservazione degli organi destinati al trapianto.
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Aspetti Medico-legali dell'Ibernazione Umana
Negli Stati Uniti l'ibernazione Umana è possibile perchè,per la legge di quel paese,un cittadino è legalmente morto subito dopo l'arresto cardiaco. In Italia,invece,questa pratica non può essere attuata in quanto il Regolamento Nazionale di Polizia Mortuaria impone un periodo di osservazione del paziente di 24 ore,dopo l'arresto cardiaco,per poter disporre del cadavere che,in questo arco di tempo,ovviamente,va' in decomposizione. Per poter attuare tale procedura in Italia, non è possibile avvalersi neppure della legge sui trapianti, che prevede un periodo di osservazione del paziente di gran lunga minore (6 ore a circolazione attiva),ma che pone, come condizione,per intervenire sul paziente stesso,la comparsa della morte cerebrale,uno stato in cui il cervello,sede e supporto materiale della cosciente mente umana e della Persona,è ormai distrutto perchè in questo organo il sangue non circola più. Un aiuto all'ibernazione umana potrebbe derivare,indirettamente,dalle leggi presenti e future sull'eutanasia. Vediamo come.
Il 1° Aprile 2002,in Olanda è entrata in vigore la legge sull'eutanasia approvata dal parlamento il 10 Aprile 2001.Questa legge consente il suicidio assistito di malati terminali ma con forti limitazioni: il paziente deve essere affetto da un male che causa sofferenze insopportabili ed interminabili; la sua richiesta di morire deve essere vo lontaria e ponderata; il medico ed il paziente debbono essere convinti che non vi sono terapie alternative. E' neces sario,inoltre,il parere di un altro medico e per i minori il consenso dei genitori.
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