IL
VESTITO
A
BOCCHIGLIERO
I
QUAZIATTI E LE SCARPE
Calze di
lana di pecora fermate al ginocchio, quelle estive, mentre quelle invernali
arrivavano sopra al ginocchio, venivano fermate con fili di lana attorcigliati o
con strisce di stoffa; successivamente si utilizzarono gli elastici.
Queste venivano
lavorate con i ferri dalle donne dopo averla lavata, pulita e ridotta a
batuffoli per essere filata al fuso. Il filo così ottenuto si tingeva, in casa,
di nero, di blu ecc. oppure si tingevano direttamente le calze. La tinta nera si
otteneva dalla corteccia degli olmi. Le scarpe, di solito, erano di pelle nera,
avevano il tacco piuttosto basso e grosso.
Quelle da
lavoro erano “tacciate” cioè la suola veniva ricoperta da una serie di chiodi
corti ma con una grossa testa. Serviva per non far consumare velocemente la
suola.
A MAGLIA
La maglia interna era di lana di pecora, lavorata ai ferri, con maniche,
scollata.
I QUAZUNIATTI
Mutante di
lana, per l’inverno, e di lino per l’estate, tessute in casa e lunghe fino alle
ginocchia.
‘A CAMMISA
Sottoveste
di lino bianco molto larga, una specie di tunica con maniche lunghe. A volte
senza maniche, aveva anche la scollatura.
A SUTTANA O SUTTANINU
Sottogonna di “franella” colorata o di cotone,arricciata alla vita.
‘U CURPIATTU
Corpetto a doppio petto senza maniche con scollatura rettangolare di stoffa
rossa sul davanti di altro colore l’altra metà. In genere si abbottonava sul
lato destro del petto. Presentava due piccole tasche interne, che servivano per
mettere dentro “l’abitinu” sacchetto scaramantico contenente oggetti vari, quali
immaginette di santi, sale, erbe particolari, ferro ecc.
PAGINE:
1
2
3
|