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Il Vestito

 

Foto di Alcune Famiglie dell'Epoca

 

 

 

 
Il Vestito  - Autore Domenico Fontana -  Pag. 2/3

 

‘U TAJITU”

 

          Giacca corta quasi sempre di velluto nero o marrone scuro. Quella estiva era di raso, quella invernale di  “franella”. Aveva le maniche lunghe fino al polso, si abbottonava al centro per mezzo dei “ crucchietti”  aveva una scollatura che lasciava intravedere il corpetto. Era corta, pieghettata d’avanti e di dietro, stretta in modo particolare alla vita. Dalla vita in poi si allungava per circa quindici centimetri aprendosi a forma di campana arricciata.

 

 

 

 

 

‘A GONNA

 

          La gonna era nera e di cotone oppure di “franella” plissettata a mano da donne esperte.Servivano per realizzarla da quattro ai sei metri di stoffa . Per ogni gonna occorrevano dalle trecento alle quattrocento piegoline, fittissime alla vita, scendendo si allargavano; erano lunghe fino alle caviglie. L’apertura inferiore della gonna presentava da due a tre pieghettature orizzontali. Alla cintura, su un fianco aveva un piccolo spacco verticale che consentiva di allargarne la vita in modo da rendere facile l’indossarla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

U SINALE

 

          Il grembiule era di broccato di seta cinto sul davanti, aveva pochissime pieghe.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

‘A TUVAGLIULA

 

          Copricapo di lino bianco; di forma quadrata o rettangolare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’UARU

  

           Al collo mettevano la collana o “Sunnacca” alle orecchie gli orecchini sul “taitu” una spilla.Spettava al fidanzato portare a “sunnacca” accollandosi il costo ed impegnando tutti gli spiccioli risparmiati in un anno di lavoro. Questa era composta da grani aurei di forma e lavorazione diversa a seconda del maestro orafo che la realizzava. C’era quella detta a “cuacciu e olive” a grani interi, vuoti al loro interno, decorati sulla superficie da minuscoli fili d’oro; quella detta a “cunocchia” che aveva i grani a forma ovale lavorati in filigrana con inserzioni, lungo la circonferenza minore, di minuscole scaramuzze. C’è da dire che la lavorazione della filigrana era semplice e povera, non spassosa. Quasi sempre presentava un pendente il più delle volte a forma di cuore.

  

 

‘U LAZZU

  

          Era una collana d’oro annodata a modo di farfalla sul petto, fissata con una spilla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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