la felicità è possibile perché c’è un bene a cui attaccarsi |
Fra pensare e fare,
In occasione della riedizione italiana delle
Quaestiones disputatae de Malo di Tommaso d’Aquino: «Il male che l’uomo fa
e il male che l’uomo subisce. Solo “L’uomo dei dolori che ben conosce il
dolore” (Is., 53,3) può “guarire la nostra infermità”. Solo nella fede la
sofferenza innocente può trovare una giustificazione». |
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di Dario Antiseri Avvenire, 3 maggio 2003 Per leggere l'articolo fai click su: 20030503_antiseri_pensare_fare_male.pdf |
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Il Bene ed il male:«Fra pensare e fare, c’è di mezzo il male», di Dario Antiseri, Avvenire, 3 maggio 2003 |
Rassegnina |
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Almeno
quattro milioni di vittime innocenti; intellettuali che equiparano la
bellezza del profilo di una montagna - quando, per esempio, al tramonto si
infuoca la cima e in pochi minuti cambiano i colori -, oppure la maestosità
di una cattedrale gotica, a un virus. L’uomo sta forse impazzendo? Come è
misterioso che 4 milioni di donne non si siano lasciate intenerire,
impietosire, al pensiero di un figlio con le proprie sembianze! Come è
misterioso che De Landa, un filosofo - colui che, per definizione, ricerca
il legame tra i particolari e l’universale - dica che questo legame è il
niente! Come è altrettanto misterioso che il Papa - un uomo come noi, come
quelle donne e certi intellettuali - dica che i santi sono tra gli uomini,
che esistono beni grandissimi in questo mondo, pur così bacato! Come è
misterioso che alcuni uomini - sempre di questo mondo - che si chiamano
cristiani, dicano che la fede può tutto, addirittura permettere di
continuare a vivere nonostante il male, la negatività della vita! Il male e il bene sono entrambi misteriosi: entrambi riconoscibili, presenti, dentro e fuori di noi. A quale evidenza ci possiamo attaccare se non a quella che ci attira, che ci piace, che è, per tutti, indistintamente, il bene? Domanda retorica quella appena fatta, eppure che mai smette di tormentare la nostra libertà: per questo serve che ci ostiniamo a giudicare, a scoprire che la felicità è possibile perché c’è un bene a cui attaccarsi, che blocca il male perché “blocca” noi sul bene. |