Dove comincia la vita umana
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Rassegnina
e
Commento |
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Michele Aramini, La Repubblica, 02.03.2007 Per leggere l'articolo fai clic qui: 20070302_aramini_dove_comincia_vita.pdf
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Genetica: «Dove comincia la vita umana», Michele Aramini, La Repubblica, 02.03.2007. «…La diagnosi prenatale e lo screening genetico; la fecondazione artificiale e la manipolazione diretta sul DNA dei gameti umani. Questi ultimi interventi suscitano la naturale empatia nei confronti dei soggetti coinvolti, al punto da renderne imbarazzante il rifiuto, anche se fosse motivato dai valori umanitari ed individualisti a cui si riferiscono gli stessi che li vogliono realizzare. In altre parole, come si fa a rinunciare a un uomo “migliore”, anche se per averlo dobbiamo violare la sua autonomia?» |
Rassegnina |
La dittatura della
perfezione
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Ci
preoccupa molto la proposta relativa al disegno di legge che verrà
presentato entro marzo dal governo inglese sulla manipolazione del DNA umano,
che ha come scopo il perfezionamento dei figli concepiti. Questa legge
alimenterà l’idea che la vita, perché sia degna di essere vissuta, deve
diventare fisiologicamente perfetta e rispondere agli standard dettati dalla
mentalità dominante. Ma se usiamo la nostra ragione, se guardiamo cioè alla nostra esperienza, è evidente la menzogna nascosta nel progetto scientista: la nostra vita, infatti, ha un valore infinito, che supera tutti i limiti o i difetti, con cui pure dobbiamo fare i conti. C’è in noi, fin dal concepimento, qualcosa di incommensurabile, che non può essere ridotto ai muscoli o al cervello. E lo affermiamo, anche inconsciamente, ogni mattina alzandoci, quando, al di là di ogni nostra imperfezione, ci scopriamo desiderosi di felicità. Dimenticandoci di questo, senza accorgercene, non siamo più in grado di giudicare e diventiamo schiavi di un potere che oggi si adopera a sfondare ogni barriera, abituandoci a pensare che non ci sia niente di intoccabile, per imporci domani le sue scelte. È già accaduto. Due settimane fa il Tribunale di Torino (vedi articolo Parte 1 e Parte 2) ha costretto una tredicenne, ora in crisi, ad abortire contro la sua volontà. Se smettiamo di giudicare a partire da noi stessi, il potere avrà vinto definitivamente. Perciò, ci uniamo all’appello dei nostri “colleghi” dell’Università degli Studi di Milano, che, pur rischiando di essere zittiti, non hanno rinunciato ad esercitare la loro capacità critica. |