Otto studenti spalancano la porta dell’accademia
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Rassegnina
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Francesco Ognibene, Avvenire, 01.03.2007
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Genetica: «Otto studenti spalancano la porta dell’accademia», Francesco Ognibene, Avvenire, 01.03.2007. «C’è ancora traccia di fame vera di conoscenza tra gli studenti degli atenei italiani: […] lo possiamo chiamare interesse per la realtà “così com’è”, guardata negli occhi […]. A osare tanto sono stati otto studenti di tre facoltà scientifiche di Milano (farmacia, medicina e matematica) che qualche giorno fa, uscendo storditi da un convegno scientifico del loro ateneo sulle cellule embrionali non hanno messo la museruola alle obiezioni su quel che avevano appena sentito. E si sono decisi a scrivere una lettera aperta a Elena Cattaneo, la docente protagonista dell’iniziativa accademica […]. “Il potere e la potenzialità della scienza-hanno scritto- ci appaiono oggi come grandissime evidenze. Ma dentro questa grande avventura di conoscenza, siamo proprio sicuri che il fine giustifichi i mezzi?”. E più avanti: “ E’ possibile fare ricerca senza porsi la domanda principale: che cosa ho di fronte? Che cosa è l’embrione? E’ vita umana?”[…]. La destinataria delle domande non ha gradito: e anziché rispondere a chi, disarmato di ogni titolo e potere, le diceva semplicemente “ vogliamo essere uomini che non rinunciano a scegliere, usando fino in fondo la propria capacità di giudizio” […], ha dichiarato con tono liquidatorio che “lo scritto degli studenti è così sommario, inaccurato e veicolato con metodi così impropri che non necessita commenti”». |
Rassegnina |
La dittatura della
perfezione
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Ci
preoccupa molto la proposta relativa al disegno di legge che verrà
presentato entro marzo dal governo inglese sulla manipolazione del DNA umano,
che ha come scopo il perfezionamento dei figli concepiti. Questa legge
alimenterà l’idea che la vita, perché sia degna di essere vissuta, deve
diventare fisiologicamente perfetta e rispondere agli standard dettati dalla
mentalità dominante. Ma se usiamo la nostra ragione, se guardiamo cioè alla nostra esperienza, è evidente la menzogna nascosta nel progetto scientista: la nostra vita, infatti, ha un valore infinito, che supera tutti i limiti o i difetti, con cui pure dobbiamo fare i conti. C’è in noi, fin dal concepimento, qualcosa di incommensurabile, che non può essere ridotto ai muscoli o al cervello. E lo affermiamo, anche inconsciamente, ogni mattina alzandoci, quando, al di là di ogni nostra imperfezione, ci scopriamo desiderosi di felicità. Dimenticandoci di questo, senza accorgercene, non siamo più in grado di giudicare e diventiamo schiavi di un potere che oggi si adopera a sfondare ogni barriera, abituandoci a pensare che non ci sia niente di intoccabile, per imporci domani le sue scelte. È già accaduto. Due settimane fa il Tribunale di Torino (vedi articolo Parte 1 e Parte 2) ha costretto una tredicenne, ora in crisi, ad abortire contro la sua volontà. Se smettiamo di giudicare a partire da noi stessi, il potere avrà vinto definitivamente. Perciò, ci uniamo all’appello dei nostri “colleghi” dell’Università degli Studi di Milano, che, pur rischiando di essere zittiti, non hanno rinunciato ad esercitare la loro capacità critica. |