Rassegnina |
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La Piazza del Popolo
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«La vera
mamma degli italiani», Francesco Merlo, La Repubblica,
12.05.07
«Se
un posto ideale noi italiani ci siamo conquistati nella storia della
civiltà è proprio grazie al nostro familismo [ …]. E ci sono i ragazzi
che scappano, i figli che lasciano soli i loro vecchi, le donne piantate
quando ormai sono sfiorite, le botte in casa, gli stupri, e ancora le
incomprensioni, la sofferenza, le famiglie-manicomio, le tragedie, le
follie, la paura, i pianti silenziosi. C’è di tutto in una famiglia, che
è una scommessa, è come la Patria che deve essere rimessa in piedi ogni
mattina. E’ un guazzabuglio.
Si può scendere in piazza a favore o contro il guazzabuglio? No.[…] Se
davvero volete difendere la famiglia, almeno per oggi restatevene in
famiglia».
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«Fragili, magari a pezzi ma ci siamo anche noi ex», M. Veneziani, Libero
12.05.07
«La
famiglia è a volte un peso[…]. Ma una famiglia ci vuole, anche quando si
pensa di evadere; un punto di riferimento saldo e verace, dove tu torni
te stesso e dove sei accolto a prescindere, non perché dai o perché fai,
ma perché sei.[…] Anche perché la famiglia è l’unica immortalità che ci
è permessa in vita e in terra […]. Chi è separato, divorziato, single,
sa cosa si perde, sa distinguere la sua esperienza amara dall’importanza
di avere una famiglia; e magari ha conosciuto, ad esempio nell’infanzia,
una famiglia unita e vera, un vero padre, una vera madre, veri figli e
fratelli e sa che bene inestimabile è.[…] e poi sfatiamo alcuni
pregiudizi di odio. L’altro giorno in tv il capo dei gay, Grillini, mi
ricordava che in famiglia avvengono quasi tutte le violenze e i casi di
pedofilia; io vorrei ricordare a lui e a voi che per ogni atto di
violenza subita in famiglia, ce ne sono cento di amore e dedizione
gratuita. Uno a cento».
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«Ho sentito
pulsare i problemi concreti», Marina Corradi intervista Lucia
Annunziata, Avvenire, 15.05.07
«Io in quella piazza sono andata a vedere, come una giornalista, e devo
dire che tra quella folla non ho riconosciuto la radicalità insanabile
della spaccatura tra la “famiglia” dei cattolici e quella del mondo
laico. Una spaccatura che, secondo me, non c’è, o non così netta come
appare in questi giorni. La sinistra italiana oggi è erede di due
tradizioni, quanto a idea di famiglia. Una è quella radicale che ben
conosciamo dagli anni settanta. L’altra, più antica, rientra nella
cultura popolare della sinistra del primo Novecento, dove la famiglia
era il primo centro di solidarietà e protezione sociale. La famiglia,
voglio dire, non è un valore solo cattolico. E d’altra parte quella
famiglia cosiddetta “altra” dalla tradizionale, che è fatta di
divorziati, ragazze madri, figli omosessuali, nipoti senza un genitore,
è di fatto accolta e sostenuta da un’altra famiglia che sta alle sue
spalle: dalle madri che non smettono di accogliere i figli perché sono
gay o di badare ai nipotini nati fuori dal matrimonio. La famiglia reale
in Italia è molto grande e civile, più avanti di un laicismo passatista
e, secondo me, anche del catastrofismo di certi cattolici. Il paese
reale, nelle nostre case, non è diviso in due, come sembrerebbe leggendo
i giornali.»
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Commento: |
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Abbiamo assistito in questi mesi ad una campagna tesa a farci credere che la
famiglia ormai non esisteva più, come se i Dico fossero l’esigenza più
sentita dalla gente.
Piazza San Giovanni ha dimostrato il contrario: la
famiglia esiste ancora, più di un milione di persone lo ha testimoniato; c’è
un popolo vivo che chiede al governo di essere considerato e sostenuto. L’operazione
mediatica è stata quella di nascondere l’evento con lo stratagemma delle due
piazze: da una parte gli uomini del coraggio laico, “liberi” da ogni vincolo
e aperti a tutto, dall’altra i “tradizionalisti”, che si rinchiuderebbero in
legami in nome di una regola.
Questa operazione è fallita, i fatti hanno
parlato chiaro: in piazza c’erano cattolici, laici, poveri, ricchi, famiglie
piccole e grandi; c’erano uomini normali a dimostrare che la famiglia è una
realtà per tutti e desiderabile da tutti. Nonostante tutti i tentativi per
farci pensare il contrario, siamo fatti per una compagnia stabile e feconda,
che vale la fatica ed il sacrificio che pure richiede. Ma se c’è un popolo
che vive e vuole la famiglia, perché il governo non fa niente per
promuoverla? |
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