Benedetto XVI:
«Appare in tutta la sua urgenza la necessità di riflettere sul tema della legge naturale e di ritrovare la sua verità comune a tutti gli uomini. Tale legge, a cui accenna anche l’apostolo Paolo (cfr Rm 2, 14-15), è scritta nel cuore dell’uomo ed è, di conseguenza, anche oggi non semplicemente inaccessibile. Questa legge ha come suo primo e generalissimo principio quello di “fare il bene ed evitare il male”. È, questa, una verità la cui evidenza si impone immediatamente a ciascuno. […] La legge naturale è, in definitiva, il solo valido baluardo contro l’arbitrio del potere o gli inganni della manipolazione ideologica. La conoscenza di questa legge iscritta nel cuore dell’uomo aumenta con il progredire della coscienza morale. La prima preoccupazione per tutti, e particolarmente per chi ha responsabilità pubbliche dovrebbe quindi essere quella di promuovere la maturazione della coscienza morale. La legge iscritta nella nostra natura è la vera garanzia offerta ad ognuno per poter vivere libero e rispettato nella propria dignità. Quanto fin qui detto ha applicazioni molto concrete se si fa riferimento alla famiglia, cioè a quell’ “intima comunità di vita e d’amore coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie”»
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Benedetto XVI, Avvenire, 14.02.2007
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Famiglia - DICO: «Benedetto XVI: c’è una legge scritta nel cuore dell’uomo», Avvenire, 14.02.2007. «Appare in tutta la sua urgenza la necessità di riflettere sul tema della legge naturale e di ritrovare la sua verità comune a tutti gli uomini. Tale legge, a cui accenna anche l’apostolo Paolo (cfr Rm 2, 14-15), è scritta nel cuore dell’uomo ed è, di conseguenza, anche oggi non semplicemente inaccessibile. Questa legge ha come suo primo e generalissimo principio quello di “fare il bene ed evitare il male”. È, questa, una verità la cui evidenza si impone immediatamente a ciascuno. […] La legge naturale è, in definitiva, il solo valido baluardo contro l’arbitrio del potere o gli inganni della manipolazione ideologica. La conoscenza di questa legge iscritta nel cuore dell’uomo aumenta con il progredire della coscienza morale. La prima preoccupazione per tutti, e particolarmente per chi ha responsabilità pubbliche dovrebbe quindi essere quella di promuovere la maturazione della coscienza morale. La legge iscritta nella nostra natura è la vera garanzia offerta ad ognuno per poter vivere libero e rispettato nella propria dignità. Quanto fin qui detto ha applicazioni molto concrete se si fa riferimento alla famiglia, cioè a quell’ “intima comunità di vita e d’amore coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie”» |
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DiCo: uomo e donna
li creò?
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Quando
ci innamoriamo il cuore desidera che sia per sempre.
È evidente. Chi non l’ha provato? Allo stesso modo chi non desidera essere
fecondo, generare e lasciare un contributo e una traccia di sé nel mondo? E
non è forse a tutti evidente che senza il rapporto tra l’uomo e la donna il
genere umano si sarebbe già estinto da tempo? Difendere la famiglia
naturale, quella tra l’uomo e la donna, fondata sul matrimonio, unico luogo
in cui il “per sempre” nel rapporto con l’altro e nella generazione dei
figli è realizzato, non è una lotta di retroguardia ma significa difendere
quella possibilità di “bene sia dei coniugi e della prole che della società”
(Benedetto XVI). Questo dovrebbe essere il primo compito dello stato.
Infatti, com’è scritto nel Concordato, lo stato e la chiesa devono
collaborare perché venga promosso il bene dell’uomo.
Mentre lo stato, nella figura dei suoi attuali governanti, vuole dimenticare la “legge iscritta nel cuore dell’uomo” e fa di tutto perchè ci si accontenti di un di meno, la chiesa è rimasta la sola a sostenere ciò che veramente desideriamo. Altro che ingerenza! Alla chiesa non interessa difendere una “morale”, ma le evidenze elementari che si impongono nell’esperienza di ciascuno per promuovere l’uomo nella sua totalità. Non è quindi una questione per cattolici e credenti, ma è prima di tutto un aiuto a prendere sul serio ciò che siamo. È una lotta cui siamo chiamati tutti, la lotta per l’uomo. Perciò alla Bindi cui piace pensare «alla chiesa che si occupa delle cose di Dio» bisogna rispondere con le parole del Papa: «Forse che l’uomo non ci interessa?». |