Famiglia:  DICO

Che disastro se l’amore diventa precario

«Quando ci innamoriamo ma anche quando il fuoco della passione diventa solida e calda roccia cosa desideriamo? Che sia per sempre. Per sempre, non un attimo di meno. […] Introdurre i Pacs per regolarizzare le convivenze come proposta ai giovani significa istituzionalizzare non la cosa più umana  e naturale che c’è – l’amore eterno – bensì l’amore cauto, l’amore che ha già stabilito di non volere osare un impegno totale e duraturo davanti alla comunità».

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Dreyfus, Libero, 9.02.2007
 

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Famiglia - DICO:  «Che disastro se l’amore diventa precario», Dreyfus, Libero, 9.02.2007. «Quando ci innamoriamo ma anche quando il fuoco della passione diventa solida e calda roccia cosa desideriamo? Che sia per sempre. Per sempre, non un attimo di meno. […] Introdurre i Pacs per regolarizzare le convivenze come proposta ai giovani significa istituzionalizzare non la cosa più umana  e naturale che c’è – l’amore eterno – bensì l’amore cauto, l’amore che ha già stabilito di non volere osare un impegno totale e duraturo davanti alla comunità».


 
Rassegnina   DiCo: uomo e donna li creò?
 
  • «Che disastro se l’amore diventa precario», Dreyfus, Libero, 9.02.2007
    «Quando ci innamoriamo ma anche quando il fuoco della passione diventa solida e calda roccia cosa desideriamo? Che sia per sempre. Per sempre, non un attimo di meno. […] Introdurre i Pacs per regolarizzare le convivenze come proposta ai giovani significa istituzionalizzare non la cosa più umana  e naturale che c’è – l’amore eterno – bensì l’amore cauto, l’amore che ha già stabilito di non volere osare un impegno totale e duraturo davanti alla comunità».
     
  •  «Battaglia su laicità e libertà», Il Foglio, 15.02.2007
    «Sull’importanza di quanto successo nell’84 Acquaviva (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sotto il Governo Craxi, ndr) non ha dubbi, “la modifica dell’assetto dell’articolo 7 è stato un atto modernizzatore della vita pubblica italiana e forse vale la pena rileggerla: ‘La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo stato e la chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi a pieno al rispetto di tale principio nei loro rapporti e alla reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese’. Sottolineo ‘reciproca collaborazione’. È tutto qui il superamento dell’impostazione ‘separatista’ risorgimentale dei rapporti tra stato e chiesa”».
     
  • «Benedetto XVI: c’è una legge scritta nel cuore dell’uomo», Avvenire, 14.02.2007
    «Appare in tutta la sua urgenza la necessità di riflettere sul tema della legge naturale e di ritrovare la sua verità comune a tutti gli uomini. Tale legge, a cui accenna anche l’apostolo Paolo (cfr Rm 2, 14-15), è scritta nel cuore dell’uomo ed è, di conseguenza, anche oggi non semplicemente inaccessibile. Questa legge ha come suo primo e generalissimo principio quello di “fare il bene ed evitare il male”. È, questa, una verità la cui evidenza si impone immediatamente a ciascuno. […] La legge naturale è, in definitiva, il solo valido baluardo contro l’arbitrio del potere o gli inganni della manipolazione ideologica. La conoscenza di questa legge iscritta nel cuore dell’uomo aumenta con il progredire della coscienza morale. La prima preoccupazione per tutti, e particolarmente per chi ha responsabilità pubbliche dovrebbe quindi essere quella di promuovere la maturazione della coscienza morale. La legge iscritta nella nostra natura è la vera garanzia offerta ad ognuno per poter vivere libero e rispettato nella propria dignità. Quanto fin qui detto ha applicazioni molto concrete se si fa riferimento alla famiglia, cioè a quell’ “intima comunità di vita e d’amore coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie”»

 

Commento:

 

Quando ci innamoriamo il cuore desidera che sia per sempre. È evidente. Chi non l’ha provato? Allo stesso modo chi non desidera essere fecondo, generare e lasciare un contributo e una traccia di sé nel mondo? E non è forse a tutti evidente che senza il rapporto tra l’uomo e la donna il genere umano si sarebbe già estinto da tempo? Difendere la famiglia naturale, quella tra l’uomo e la donna, fondata sul matrimonio, unico luogo in cui il “per sempre” nel rapporto con l’altro e nella generazione dei figli è realizzato, non è una lotta di retroguardia ma significa difendere quella possibilità di “bene sia dei coniugi e della prole che della società” (Benedetto XVI). Questo dovrebbe essere il primo compito dello stato. Infatti, com’è scritto nel Concordato, lo stato e la chiesa devono collaborare perché venga promosso il bene dell’uomo.

Mentre lo stato, nella figura dei suoi attuali governanti, vuole dimenticare la “legge iscritta nel cuore dell’uomo” e fa di tutto perchè ci si accontenti di un di meno, la chiesa è rimasta la sola a sostenere ciò che veramente desideriamo. Altro che ingerenza! Alla chiesa non interessa difendere una “morale”, ma le evidenze elementari che si impongono nell’esperienza di ciascuno per promuovere l’uomo nella sua totalità. Non è quindi una questione per cattolici e credenti, ma è prima di tutto un aiuto a prendere sul serio ciò che siamo. È una lotta cui siamo chiamati tutti, la lotta per l’uomo.

Perciò alla Bindi cui piace pensare «alla chiesa che si occupa delle cose di Dio» bisogna rispondere con le parole del Papa: «Forse che l’uomo non ci interessa?».
 

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