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I Tinglit erano un popolo della costa orientale del Nord America che stabilì il primo contatto con la cultura europea nel 1786, allorché il navigatore francese Le Perouse organizzò una spedizione esplorativa. I Tinglit non tenevano alcun racconto scritto. Un secolo dopo il primo contatto, il resoconto verbale dell'incontro fu riferito all'Antropologo americano G.T. Emmons da uno dei capi Tinglit. La storia, pur intrisa di elementi mitologici (parlava di uomini giunti su immensi uccelli neri dalle ali bianche) nel suo insieme, permetteva il riconoscimento della vera natura dell'incontro. Il capitano James Cook sbarcando a Tahiti venne scambiato per il Dio locale Rongo che aveva lasciato l'isola in una nave delle nuvole. Più recentemente il soldato statunitense John Frum, naufragato su un'isola delle Nuove Ebridi (Tanna), innescò un processo di estremo interesse antropologico. Dopo aver insegnato ai nativi alcuni lavori manuali, distribuito piccoli doni e descritto gli USA come una terra promessa, scomparve. Gli indigeni lo venerano tuttora come una divinità, tentano di evocarne la presenza mediante sacrifici di animali e considerano la patria lontana di Frum come un paradiso. Tra i tatuaggi dei selvaggi si legge la sigla "USA" ed alcuni manufatti, di chiara natura allogena, sono considerati reliquie appartenenti al loro Dio. Tra questi oggetti anche alcune monete americane. Interessante è poi il fenomeno dei cosiddetti culti cargo, ovvero di quel fenomeno che porta popolazioni primitive a considerare le mercanzie moderne (cargo) opera di divinità e come tali a loro destinate. Tale fenomeno fu frequente durante la colonizzazione dell'Australia ed oggi si instaura laddove la società moderna entra in contatto con popolazioni ancora allo stato primitivo, portando a volte anche a scontri poiché le attività di carico e scarico delle merci da navi ed aerei viene visto come un'appropriazione indebita. In taluni casi il culto ha ispirato rituali propiziatori particolari come quello che vede la costruzione di simulacri di aeroplani e campi di atterraggio nella speranza della discesa di un cargo. Ora la questione è se questo processo di mitizzazione non possa essere avvenuto anche in passato qualora civiltà evolute siano venute in contatto con i nostri antenati. Tali civiltà non dovevano essere necessariamente extraterrestri come subito verrebbe da pensare e come molti studiosi hanno ipotizzato. È opinione comune infatti quella di considerare la storia come un progresso continuo, dall'uomo delle caverne allo sbarco sulla Luna. In realtà poco sappiamo sulle civiltà che ci hanno preceduto e nulla vieta di pensare che, in un passato molto remoto, non siano esistite civiltà terrestri assai sviluppate (il mito di Atlantide). In ogni caso oggi è perfettamente individuabile quel fenomeno che portò verosimilmente a divinizzare esseri tecnologicamente evoluti che giungevano per lo più dal cielo su mezzi mirabolanti e che compivano prodigi (o miracoli) straordinari. La Bibbia riporta parecchie descrizioni di incontri con queste entità considerate appunto divine. Occorre a tal proposito considerare la Bibbia non solo un libro di metafore e simboli ma un vero e proprio resoconto storico di avvenimenti realmente accaduti. Qualcuno potrebbe obiettare che il testo sacro è in parte storiografico ed in parte metaforico. In base a quale criterio però sono considerati storiche le descrizioni con riscontri oggettivi mentre, laddove il racconto parla di carri celesti e di prodigi meravigliosi, si tratta di metafore? E se quest'interpretazione della Bibbia può far sorridere qualche scettico vorrei ricordare che Schlieman, un dilettante, considerato un pazzo visionario negli ambienti dell'archeologia ortodossa, basandosi sul testo dell'Odissea di Omero, andò a disseppellire Troia dalle brume del mito. Una delle più grandi scoperte dell'archeologia fu effettuata grazie ad un racconto millenario considerato una favola. Assai interessante è la storia di Enoch che "disparve perché Dio lo prese seco" [Genesi cap. 5, 23-24]. Nell'apocrifo Libro di Enoch la questione è approfondita: "...allora gli Angeli mi chiamarono, mi presero sulle loro ali e mi sollevarono al primo cielo. Essi mi posero al di sopra delle nubi; io vidi l'aria ,l'etere ancor più alto. E mi portarono nel primo cielo, e mi indicarono un mare vastissimo, più grande del mare della Terra..." [Cap.3]. Ed ancora: "...Mi fecero vedere i Capitani ed i Capi degli Ordini delle Stelle. Mi indicarono duecento Angeli che autorità sulle stelle e sui servizi del cielo; essi volano con le loro ali e vanno intorno ai pianeti..." [Cap.4]. Ed in Genesi cap.28, 12 Giacobbe, figlio di Isacco, vide "una scala appoggiata sulla terra , la cui cima toccava il cielo; ed ecco gli Angeli di Dio, che salivano e scendevano per la scala". Per quale motivo esseri in grado di volare usano una scala per salire e scendere dal cielo? (o da un mezzo volante?). Il fatto può essere spiegato considerando che in origine gli Angeli non erano descritti come vuole l'iconografia classica ma erano molto simili all'uomo come dice S. Paolo: "Non dimenticate l'ospitalità poiché per via di essa alcuni ospitarono, senza saperlo, degli Angeli". Un esempio ci viene dalla storia di Lot, nel libro della Genesi, che ospita due Angeli nella sua casa. Quando i sodomiti cercano di "approfittare" dei messaggeri, Dio non ha più dubbi e distrugge le città di Sodoma e Gomorra. Mi chiedo quindi come si possa pensare agli Angeli come a puri spiriti? Nel Libro della Genesi leggiamo che, dopo che gli uomini si erano moltiplicati sulla Terra, "i Figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle, ed essi presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte" [Genesi cap. 6, 2]. Ed al versetto quattro dello stesso capitolo si legge: ""... In quel tempo c'erano sulla Terra i Giganti (in realtà nel testo originale ebraico troviamo Nephilim dal verbo n-ph-l, cadere ovvero letteralmente: i caduti) e ci furono anche dopo, quando i figli di Dio si accostarono alle figliuole degli uomini e queste generarono loro dei figli...". Chi erano dunque questi Figli di Dio che si accoppiarono con donne terrestri? Oggi numerosi teologi cristiani (non cattolici) tendono ad identificarli proprio con gli Angeli. Uno dei manoscritti Qumran, Le memorie dei Patriarchi, recita: "...Sospettando che il bambino fosse stato concepito da uno dei Veglianti del Cielo e che appartenesse dunque alla stirpe dei Giganti, io, Lamech, inquieto nel profondo del mio cuore così mi rivolsi a mia moglie Bat-Enosh: -Giurami per l'Altissimo, il Reggitore dei Mondi, il Supremo Signore degli Esseri del Cielo, che mi dirai la verità-. - Per l'Altissimo, Signore del Cielo e della Terra- risponde la donna - ti giuro che il seme che è in me è il tuo, che il frutto suo è stato da te concepito, e che esso è stato piantato in me da te e non da uno straniero o da uno dei Custodi del Cielo-. [Cap. II, 1-26]. Il libro di Ezechiele è oltremodo esplicito nella descrizione di questi esseri in particolare nel cap. 10: "Vidi che i cherubini avevano sotto ogni ala qualcosa simile ad una mano. Notai anche quattro ruote, una al fianco di ogni cherubino. Le ruote brillavano come topazio. Avevano tutte la stessa forma ed ognuna sembrava intersecata da un'altra. Così potevano andare nelle quattro direzioni senza doversi voltare. Si dirigevano là dove era rivolta la testa dei cherubini e avanzavano senza voltarsi. Il corpo, il dorso,le mani e le ali di tutti e quattro i cherubini, come pure le ruote, sprigionavano bagliori. Sentii che le ruote venivano chiamate turbine". Occorre a questo punto fare una supposizione. Nei primi libri dell'Antico Testamento gli Angeli sono chiaramente degli esseri umanoidi mentre nelle descrizioni successive può essere avvenuta la personificazione di un veicolo volante con un essere vivente. Tale personificazione non deve stupire visto che ancora oggi gli indiani d'america chiamano il treno "cavallo d'acciaio" mentre le auto hanno "occhi" (fanali) ed "intestino" (motore). Suggestivo diviene allora l'episodio biblico del Profeta Giona, chiamato da Dio in una missione presso i Niniviti, per convertirli. Egli, sottrattosi all'ufficio a cui è stato designato, si imbarca a Jaffa per fuggire a Tarsis. Ma Dio scatena una tempesta tremenda, della quale viene indicato responsabile Giona. Offertosi volontariamente per riparare ai danni provocati, Giona viene gettato in mare, dove un enorme pesce lo accoglie nel suo ventre per tre giorni e tre notti e poi lo lascia in prossimità di una spiaggia. Secondo la tradizione giudaica, il "pesce" che accoglie Giona ha una bocca tanto grande che il Profeta vi passa come per il portale di una sinagoga: i suoi occhi sono in realtà finestre e nel suo interno grandi lampade sono sospese. E' chiaro che tutto ciò oggi non può non far pensare ad un mezzo sottomarino. Durante la fuga degli Ebrei dalla schiavitù d'Egitto "il Signore li precedeva, segnando la strada, di giorno in una colonna di nubi, e di notte in una colonna di fuoco..." [Esodo cap.13, 21]. E quando il Signore chiama Mosè sul Sinai per consegnargli le tavole della legge leggiamo "Il Sinai era tutto fumante perché su di esso vi era disceso il Signore in mezzo al fuoco. Il fumo saliva come di una fornace, e tutto il monte era scosso come da un terremoto." [Esodo cap. 19, 18]. Oggetti simili alla colonna di fuoco che guida il popolo d'Israele sono stati osservati più volte nel passato. Nella Naturalis Historia dello scienziato romano Plinio il Vecchio e nel Prodigiorum liber dello storico Giulio Ossequente si parla di "trabes ignitae" (travi di fuoco) e nella biografia di Benvenuto Cellini si legge: "...Montati a cavallo , venivamo sollecitamente alla volta di Roma. Arrivati che noi fummo in un certo poco di rialto, era di già fatto notte, guardando in verso Firenze tutti a dua d'accordo movemmo gran voce di maraviglia, dicendo: - Oh Dio del Cielo, che gran cosa è quella che si vede sopra Firenze?- Questo si era com'un gran trave di fuoco, il quale scintillava e rendeva grandissimo splendore..." [La vita, libro I, cap. 89]. Gli esempi potrebbero continuare a lungo senza peraltro fornire prove concrete di un contatto con civiltà extraterrestri o presunte tali. La nuova disciplina che si occupa di studiare queste prove indiziarie si definisce "paleoastronautica". Il fatto che la tradizione cristiana consideri manifestazioni divine tali oggetti non può far scomparire il sospetto che si trattasse di fenomeni paragonabili ai moderni UFO. La presenza di divinità che giungeva dal cielo su mezzi straordinari, dotati di armi potentissime, non è una caratteristica presente solo nella Bibbia. I testi sacri indiani, parlano dei vimana ovvero di quei mezzi volanti utilizzati dai leggendari progenitori delle popolazioni indo-ariane. I vimana potevano coprire grandi distanze in poco tempo ed erano dotati di armi altamente distruttive. Ecco un passo tratto da un testo sacro indiano, il Samsaptakabadha, in cui viene descritto un viaggio aereo su un vimana da parte del Dio Cukra: "Ascendendo dal seno dei monti Kailasa,egli si innalzò nel cielo. Capace di attraversare l'atmosfera superiore, egli si identificò (divenne) il vento. Mentre attraversava i cieli alla velocità del vento o del pensiero, tutte le creature innalzarono gli occhi verso di lui. Mentre procedeva, sembrava riempire l'atmosfera superiore di un suono che pervadeva ogni cosa. Vedendolo venire in questo modo, tutte le tribù sottostanti si riempirono di stupore, tutti gli occhi si spalancarono per lo sbalordimento. Cukra procedette verso i monti della Malesia...Egli procedeva attraverso quella regione del firmamento celeste che sta al di sopra della regione dei venti." E nel Mahavira (VIII sec.a.C.) leggiamo: "Un carro aereo trasporta molte persone verso l'antica capitale. Il cielo è disseminato di macchine volanti stupefacenti, nere come l'oscurità, su cui spiccano luci dai barbagli giallastri." I vimana però potevano essere anche abbattuti come si legge nel Manhabaratha al Karna Parva: "Karna prese quell'arma terribile, la lingua del Distruttore, la Sorella della Morte,un'arma tremenda e fulgida. Quando i Rakshasas videro l'arma eccellente e sfolgorante puntata verso di loro, ebbero paura....Il missile risplendente si levò alto nel cielo notturno ed entrò nella formazione simile a una stella...e ridusse in cenere il vimana dei Rakshasas. La nave nemica cadde dal cielo con un rumore tremendo." Una definizione precisa e non fraintendibile dei vimana ci viene offerta nel Samar, uno di quei documenti chiamati Manusa o rigorosamente documentati: "Per mezzo di quelle macchine, gli esseri umani possono volare nell'aria, e gli esseri celesti possono scendere sulla Terra.". Non penso occorra aggiungere altro se non che mentre i vimana sono indubbiamente macchine nella Bibbia è possibile che si sia verificata una personificazione del mezzo volante. Come ho già detto, in questa pagina non viene presentata alcuna prova certa della natura materiale degli antichi visitatori ma considera solo la possibilità logica che le cose non stiano esattamente come ce le hanno propinate. La portata delle implicazioni che nascono da una lettura "matura" dei testi sacri sono vertiginose nel senso che possono mettere in crisi un sistema di valori tramandato da più di duemila anni. Non è mia intenzione discutere la validità di tale sistema di ideali che anzi pare indipendente dalla natura dei messaggeri che lo donarono ai nostri antenati. Il motivo per cui degli esseri notevolmente evoluti si siano interessati così tanto ai nostri antenati può essere spiegato con quanto avvenne con l'arrivo dei conquistadores in America. Una delle prime preoccupazioni fu quella di convertire le popolazioni indigene al Cristianesimo sebbene non vi fosse nessun vantaggio concreto. Quello che però più mi stupisce è però la chiusura mentale da parte sopratutto della Chiesa che si ostina ad interpretare il ruolo di unico possessore della verità. Per approfondimenti consiglio di leggere il libro di Roberto Pinotti "Angeli, Dei, astronavi" della collana Nuovi Misteri Oscar Mondadori ©. (Pubblicato il 23/04/2002 da M.G.)
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Un frammento del "Libro di Enoch" risalente al II o III secolo A.C. Tale frammento fa parte dei famosi Manoscritti del Mar Morto o Manoscritti Qumran, ritrovati nel 1947 in una grotta in Israele.
Il profeta Ezechiele.
Adamo ed Eva col serpente tentatore in un quadro di Hugo van Der. L'uomo fu creato ad "immagine e somiglianza" di Dio. La Chiesa Cattolica interpreta tale passaggio come una similitudine morale dell'uomo con il suo Creatore.
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