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La Madonna del Boschetto
Effettivamente mi rendo conto che la contrada del Boschetto è, a tutti gli effetti, un'altra parrocchia! E così è anche la figura della Madonna, la cui festa è meno sentita in centro piuttosto che al Santuario (giustamente).
La storia comincia nel 1500 circa, quando la Madonna appare ad una giovine del luogo, una pastorella, chiamata Angela Schiaffino (ma quanti Schiaffino famosi ci sono a Camogli?). Le disse che avrebbe voluto che sul posto dove è apparsa venisse costruito un santuario, e così è stato fatto. Prima solo una cappelletta (nel 1518), poi il Santuario vero e proprio (1634).
Ciò che più mi attrae del Santuario è la sala degli ex-voto dietro all'altare: qui ogni uomo di mare che ha avuto la fortuna di salvarsi dalla furia del mare, ha portato un ricordo, un cuore, un ex-voto insomma a testimonianza della grazia ricevuta.
Anche nella Basilica si festeggia la festa della Madonna del Boschetto (da sempre protettrice dei pescatori e naviganti), la prima domenica di settembre, quando i pescatori ritornavano dai lunghi mesi di lavoro in mare aperto. Si svolge cioè il giorno dopo la festa di San Prospero. La cassa con la Madonna, l'Angela Schiaffino e le pecore e mucche, del peso di quasi 550 chili, viene portata a spalla. È la cassa più pesante tra le tre portate in trionfo, ed ogni volta che sale la scalinata che porta sul sagrato... tutti tengono il fiato, tant'è precaria la posizione sulle spalle di 15-20 persone (le 8 che portano normalmente la cassa, infatti, non sono sufficienti a correre su per le scale, così chi può, dà una mano). Qualche volta l'ho vista brutta... una volta mi ricordo che la batteria (nascosta sotto la cassa, che serve per accendere le lampadine), sulla scalinata scivolò dal suo alloggiamento e cadde ai piedi di chi stava spingendo la cassa. È una batteria notevole (di quelle di una volta), che pesa almeno 20 chili, e per fortuna cadendo non provocò né danni ai piedi di nessuno, né sbilanciamenti nella spinta... Un'altra volta, c'ero anch'io a portarla (era il 1991), salendo si provocò uno sbilanciamento (dovuto probabilmente alla foga di salire) per cui la parte sinistra si inclinò pericolosamente verso il muro, tant'è che quelli come me, che erano da quella parte, si ritrovarono la cassa non più sulle spalle ma all'altezza del bacino, mentre l'altro lato era quasi aggrappato ai sostegni... la cicatrice sulla spalla l'ho tenuta per tutto l'anno, e la stagione successiva non mi sentii di aiutare nuovamente a portare la cassa. Oggi, ogni volta che guardo salire la cassa, ho un tuffo al cuore, mi aspetto sempre il peggio, ma quando la vedo riassestarsi in piano sul sagrato, con tutta la folla che applaude, le lacrime mi salgono agli occhi al pensiero di quello che rischiano i portatori nella loro corsa.
Mi viene da spendere una parola anche al lavoro che c'è dietro al trasporto della cassa lungo le vie di Camogli. Il sabato, infatti, c'è la festa di San Prospero e la domenica quella della Madonna del Boschetto. Le due casse sono diverse, anzi, nel senso stretto le casse sono uguali, ma sono le statue sopra che sono diverse! Il sabato sera, quindi, dopo la processione e l'orazione, c'è un alacre lavoro di smontaggio della cassa, e rimontaggio di quella del Boschetto. Un lato della cassa viene smontato, con i candelieri e i portafiori. La statua di S. Prospero viene fatta scendere (a mano) sulla schiena di qualcuno (io mi ricordo di Rirri) e portata in sacrestia. Intanto tutte le suppellettili sopra la cassa vengono portate anch'esse in sacrestia. Dagli armadi il solito volontario si prende sulla schiena la statua della Madonna e la porta accanto alla cassa, mentre gli altri gli fanno strada, facendo attenzione a tutti i passaggi stretti (quante dita ho incollato...). La statua viene issata a bordo tramite l'aiuto di una panca a mò di scalino. A questo punto Cen fissa con i bulloni dal di sotto la statua e possono essere aggiunte tutte le altre statuine: l'edicola, l'Angela, una mucca, due o tre agnellini... Fin da bambino il mio compito era quello di mettere le spille tra i capelli di Angela Schiaffino e di montare il fuso che Angela tiene tra le mani. Sono entusiasta di ricordare questi particolari perché ho paura che guardando poi l'insieme della cassa con le statue, tutti questi particolari si perdano un po' nel complesso. La fase di rimontaggio della cassa è quasi al termine, basta smontare tutte le lampadine (prima della processione, infatti, sono state sostituite con quelle compatibili con la batteria da 12V e non con la corrente alternata 380V), rimettere a posto i candelieri e i portafiori, rimettere i drappi e i salvaspalle a posto. Tra una cosa e l'altra, non si finiva mai prima dell'una di notte. Era comunque avvincente, per me che lavoravo (si fa per dire) solo in quei momenti, notare l'andirivieni di persone tra la sacrestia e la cassa, ed i turisti e curiosi che chiedevano notizie sul santo e sulle tradizioni. E quindi, con la scusa di fare il cicerone, mi sono sempre evitato la fatica di portare le statue più pesanti... :-)
Altri santi: San Fortunato Martire, San Prospero Vescovo di Tarragona, San Giovanni Bono