Gli insiemi di Julia furono scoperti dagli studiosi Julia a Fatou, già nel 1918, e ne spiegarono le principali caratteristiche (tutto questo a mano, privi quindi di qualsiasi calcolatore...). | |||||||||||||||||||||||||
I frattali di Julia si possono distinguere facilmente in due categorie: quelli 'vuoti' e quelli 'pieni'; quando generiamo un insieme di Julia, vediamo quali punti del piano complesso divergono, e quali invece no: se l'area (misura) dell'insieme di questi punti è non nulla, allora il frattale di Julia si dice pieno, altrimenti si tratta di un frattale di Julia vuoto.
C'è da dire, però, che rigorosamente il frattale di Julia è definito come la zona di confine fra l'insieme di punti divergenti e convergenti: nel caso che l'insieme sia vuoto, è definito come una polvere cantoriana: la struttura, ovvimanete, resta frattale, ma l'insieme è formato da un insieme di punti isolati, anche se disposti in modo da creare sempre spirali, e strane figure etc. Inoltre, prendendo come semi di Julia punto del piano complesso prossimi alla frontiera del frattale di Mandelbrot. si ottengono i frattali con le forme più suggestive. Questo è dovuto alla transizione che avviene al passaggio fra punti divergenti e convergenti, con una zona di confine molto labile e complicata da studiare (per quello che ne so io, almeno...). Il loro aspetto dipende profondamente dal numero complesso che si prende come seme, e molte carattersistiche per così dire estetiche riguardano direttamente le proprietà matemathiche locali, come il numero di ramificazioni di una loro parte, il coefficiente esponenziale delle loro spirali logaritmiche etc... |
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Esempio di Frattale di Julia 'vuoto'
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Esempio di Frattale di Julia 'pieno'
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