Le rocce si definiscono
come aggregati di minerali. Frequentemente sono costituite da un
minerale dominante e solo in piccole percentuali da altri. Per minerale s'intende
una
sostanza naturale inorganica,naturalmente solida, e formata in seguito
a processi geologici, che possiede una composizione chimica definita, i
cui atomi, nella maggior parte dei casi, formano una struttura
tridimensionale ordinata.Requisiti fondamentali di un minerale sono, quindi, una struttura
atomica generalemente ordinata che origina un reticolo
cristallino ed
una composizione chimica definita, anche se non necessariamente
identica, in ogni sua parte macroscopica. Non possono, pertanto, essere
considerati minerali ma, piuttosto, mineraloidi le sostanze che non
hanno una struttura interna che mantiene lo stesso tipo d'ordine in
ogni sua parte (es. vetri vulcanici).
2.
La Petrografia e la sua storia La petrografia
è quella
branca della petrologia che descrive nel dettaglio le rocce, i loro
minerali e le loro tessiture. L'analisi petrografica parte
dall'asservazione dell'affioramento, fino ad arrivare all'utilizzo del
microscopio. Il microscopio è infatti lo strumento
più importante nell'analisi petrografica, perchè
attraverso lo studio delle sezioni sottili consente di analizzare
otticamente i minerali, di vedere microstrutture della roccia e di
capirne la sua origine. Un'altro importante strumento è il
microscopio elettronico che consente di effettuare un'analisi chimica
più dettagliata dei minerali presenti. Per lungo tempo la petrografia è stata considerata una
branca
della geologia o della mineralogia. nella seconda metà del
secolo XVIII, per esempio, l'osservazione delle rocce serviva solo a
fornire argomenti di supporto alle teorie del Nettunismo e del
Plutonismo. La petrografia acquistò il carattere di scienza autonoma
nella
metà del secolo XIX, quando lo studio delle rocce si
giovò di metodi fisici e chimici. Risalgono infatti al 1820
circa le prime osservazioni al microscopio delle rocce in strati
sottili, dovuti al francese Louis Cordier; queste ricerche si
approfondirono e si estesero ad opera di William Nicol, l'inventore nel
1828 del famoso prima polarizzatore Nicol col quale è stato
possibile analizzare a luce composta. Un esame più ampio
delle
rocce fu possibile soltanto attorno al 1850, quando Henry Clifton Sorby
ideò l'analisi ottica in sezione sottile delle rocce,
permettendo così l'analisi mineralogica dei costituenti
delle
rocce, soprattutto quelle magmatiche. Attorno al decennio 1860-1870
ebbe inizio il periodo più fecondo per la petrografia, ad
opera
delle due scuole, la tedesca (di cui furono fondatori Ferdinand Zirkel
e Harry Rosenbusch) e la francese (fondatori Ferdinand Andrè
Fouquè e Auguste Michel-levy). Già all'inizio del
novecento, pertanto,lo studio delle rocce assunse un aspetto
totalitario, ossia fisico-mecanico, ottico e chimico.
3. Classificazione
Le rocce vengono classificate in base all'origine dei minerali di cui
sono costituite e si distinguono in:
4. Studio delle rocce
Per arrivare a dare il nome scientifico ad una rocia, è
fondamentale definirne con precisione i componenti. E' solo in questo
modo, infatti, che grazie all'aiuto dei diagrammi compositivi, si
arriva a stabilirne la corretta denominazione petrografica.Tale tipo di indagine, effettuata da un geologo che abbia una
specialzzazzione in petrografia, vieneeffettuata usando ilmicroscopio da
petrografiache consente di lavorare in luce trasmessa e polarizzata, e
considerando quindi le varie caratteristiche dei singoli costituenti la
roccia (colore, forma, sfaldature ecc...) egli potrà
arrivare a
riconoscere la genesi, i costituenti, e quindi a darle il nome
petrografico.
In questa fase di lavoro, quindi, è necessario utilizzare
apparechiaturamolto particolari che prevedono una preparazione adeguata
del campione roccioso, cioè unasezione sottile.