Buonasera,
Iniziamo subito il nostro videogiornale con un collegamento in diretta da Lisbona, dove si stanno concludendo i lavori del primo congresso dell'Alleanza Umanistica. Michele, mi senti?
"Si, Claudio, grazie per la linea. Proprio in questo momento sul palco centrale sta predendo la parola Jonathan Powell, il presidente del M.U.E. che verrà riconfermato, ormai è certo, alla fine del congresso quale leader dell'Alleanza Umanistica. Il clima politico qui è disteso, ormai i contrasti che nel recente passato avevano segnato i rapporti fra le diverse forze dell'Alleanza sembrano oggi svaniti nel nulla, si respira un'aria di forte unità e coesione..."
Ecco, Michele, scusa se ti interrompo: allora tu ritieni, a questo punto, che non dovrebbero esserci più sorprese da questo congresso, che ormai il cartello dell'Alleanza Umanistica è pronto a sottoporsi al giudizio degli elettori, il mese prossimo?
Direi proprio di sì. Movimento Umanistico Europeo e partito progressista hanno già raggiunto un accordo complessivo sul pacchetto politico-programmatico che presenteranno insieme alle prossime elezioni; un consenso pressochè unanime è stato raggiunto sulla candidatura di Powell, direi proprio che sorprese, a questo punto, non dovrebbero proprio essercene".
Bene, Michele, io ti toglierei per il momento la linea, per ridartela verso la fine del videogiornale, quando ci potrai dare qualche informazione sui contenuti dell'intervento di Jonathan Powell... "D'accordo".
Continuiamo allora le notizie.
Proseguono in Argentina gli scontri fra esercito e popolazione civile dopo che il Movimento Umanistico aveva indetto una manifestazione di protesta a Buenos Aires contro il regime dei generali che, due mesi fa, presero il potere nel paese con un colpo di stato; decine sono i morti, centinaia i feriti. Vediamo il servizio.
Sono oltre ottanta le vittime accertate della repressione militare a Buenos Aires, circa quattrocento i feriti, dei quali molti in gravi condizioni, mentre sono ancora in corso migliaia di arresti effettuati dal regime in tutto il paese, a seguito dei sanguinosi incidenti accaduti nella capitale argentina durante e dopo l'imponente manifestazione pubblica organizzata dal Movimento Umanistico ed alla quale hanno aderito tutte le forze democratiche del paese, ridotte ormai a condizioni di clandestinità dopo il colpo di stato del marzo scorso. Gravissimi incidenti anche a La Plata e a Rosario, dove violenti scontri si stanno verificando proprio in queste ore; le scarse informazioni fornite dalle agenzie stampa e la chiusura degli accessi pubblici a quelle città ci impediscono, per il momento, di avere notizie dettagliate su quanto sta accadendo laggiù. Voci non accreditate, provenienti dagli ambienti del dissenso, parlano di numerose diserzioni nell'esercito, e di interi reparti armati passati dalla parte dei rivoltosi. Qualcuno afferma che il regime golpista ha non i giorni, ma le ore contate, e che quanto già avvenuto in Cile accadrà presto anche qui, in Argentina."
E passiamo proprio al Cile, che sembra aver definitivamente superato i drammatici scontri delle passate settimane. Dopo la resa dei militari golpisti, a Santiago è stato costituito un governo di unità nazionale, mentre solo un paio di reparti rivoltosi, nei pressi di Concepcion, rifiutano ancora di arrendersi alle forze democratiche.
Gravi scontri anche nell'Europa dell'est, ad un anno esatto di distanza dalle rivolte di Varsavia, Praga, Bucarest, Budapest e Mosca. Vediamo il servizio.
"Esattamente un anno fa, dopo le dure repressioni che misero tragicamente fine alle esperienze democratiche in alcuni paesi dell'Est, scoppiavano le rivolte in diverse città; il bilancio degli scontri fu allora pesantissimo, e la situazione politica è rimasta a dir poco incandescente: in Polonia, Ungheria e a Praga il regime è stato travolto da autentiche rivoluzioni popolari; negli altri paesi, un durissimo clima di repressione è stato imposto dalle autorità a partire dallo scorso gennaio, quando nella sola Russia, secondo fonti di Amnesty International, un milione di persone sono state incarcerate ed a tutt'oggi non solo state ancora liberate. E' comprensibile, in questa situazione rovente, che l'anniversario delle prime rivolte popolari fosse contrassegnato da nuove manifestazioni e da scontri con l'esercito. Gravi episodi di intolleranza, sempre da fonti di Amnesty International, ci vengono segnalati in particolare a Bucarest, dove i militari avrebbero sparato ripetutamente contro la folla. La giornata sta invece trascorrendo tranquilla a Mosca, dove posti di controllo con militari e polizia sono stati predisposti un pò ovunque per prevenire il formarsi di gruppi di manifestanti. E' tutto per il momento, linea allo studio."
Grazie, vedo ora pronto Michele da Lisbona; allora, prima di continuare a leggervi altre notizie, direi di dargli la parola per sentire se ci sono delle novità nella relazione di Powell.
"Novità di rilievo, almeno per ora, non ce ne sono. Jonathan Powell ha toccato i problemi della politica internazionale, auspicando un aiuto concreto da parte del Movimento Umanistico Europeo ai gruppi impegnati nell'Est e in America Latina a combattere i regimi dittatoriali di quei paesi, senza però pronunciarsi per un coinvolgimento diretto anche dell'Unione in quelle situazioni. Anzi, le sue posizioni per quanto riguarda la politica estera dell'Alleanza sono molto moderate, improntate ad un atteggiamento di prudente attesa. Per quanto riguarda la politica interna europea, invece, è ancora presto per poter esprimere un giudizio: Powell sta illustrando in questo momento la sua nota tesi della gestione preventiva, secondo la quale l'Alleanza Umanistica non è stata creata per effettuare cambiamenti radicali delle istituzioni, ma per meglio governare quelle esistenti, lasciando ad un futuro indeterminato i problemi politici connessi con la trasformazione istituzionale in senso umanistico. Prima, anzi, sottolineava la necessità di proseguire nel confronto politico con gli americani, per incoraggiare un maggiore avvicinamento fra le istituzioni del Vecchio e quelle del Nuovo continente, sulla base della comunanza di tradizioni democratiche e culturali. Ecco, direi che per il momento non c'è... ma cosa succede?!? c'è stato uno sparo!! due spari!! stanno sparando!! qualcuno ha sparato!! hanno colpito Jonathan Powell!!"
Che cosa?!? Michele! mi senti? "si! si! c'è stato un attentato..." Michele! mantieni la calma! cerca di spiegarci cosa sta succedendo! "stanno cercando di soccorrerlo! erano pallottole esplosive! il palco è pieno di sangue! l'attentatore è stato bloccato! i delegati sembrano impazziti! le forze del servizio d'ordine stanno correndo da tutte le parti... c'è molta confusione... hanno catturato l'attentatore!! ... lo vedo!! ... la folla lo sta per linciare... ha il volto sfigurato dai pugni... ci sono diversi feriti... la gente scappa da tutte le parti..."
Michele! Michele?! mi senti? mi senti? Michele? mi senti? Michele, rispondi!... Niente da fare, mi dicono che il collegamento è stato interrotto. Vediamo di fare il punto della situazione: hanno attentato alla vita di Jonathan Powell, il presidente del Movimento Umanistico Europeo, mentre stava leggendo la relazione conclusiva al congresso di Lisbona dell'Alleanza Umanistica, congresso che avrebbe dovuto confermarlo leader del cartello elettorale fra M.U.E. e partito progressista, ad un mese dalle elezioni generali dell'Unione. Si tratta di un fatto gravissimo! non sappiamo ancora nulla sulle condizioni di salute di Jonathan Powell, ci auguriamo che sia ancora vivo! Michele parlava di proiettili esplosivi, le immagini facevano vedere sangue dappertutto sul palco, la folla dei delegati era confusa ed inferocita, Dio non voglia...
Vediamo se riusciamo a riprendere il collegamento in diretta da Lisbona: Michele, Michele, mi senti? mi senti? sono ricomparse le immagini, il collegamento video funziona! non vedo Michele, non sento nulla. Michele, dove sei? mi senti? mi senti?
Aspettiamo ancora qualche attimo... ricordo intanto che nella cronaca recente del Movimento Umanistico Europeo vi sono stati altri due attentati gravi di tipo terroristico, entrambi contro la persona di Alessandro Musiani, il maggior esponente dell'ala "politica" o "interventista" del Movimento. Il primo attentato, se non mi sbaglio, è accaduto nell'agosto dell'anno scorso, e non è riuscito nell'intento: due terroristi di origine tedesca tentarono di uccidere a revolverate Alessandro Musiani mentre stava rientrando a casa propria, a Bologna: riuscì miracolosamente a sfuggire agli attentatori e caso volle che proprio in quel momento una pattuglia della polizia passasse e riuscisse ad intercettare e catturare i terroristi. La seconda volta, purtroppo, come sappiamo le cose sono andate diversamente: nel febbraio scorso un altro gruppo di terroristi, ancora oggi non identificati, spararono con un bazooka in autostrada contro la vettura di Musiani e la sua scorta, ferendolo gravemente tant'è che ora è costretto a vivere su una sedia a rotelle, sotto costante osservazione medica. Ricordo infatti che Musiani non è presente a Lisbona, ma che proprio tre giorni fa la rivista Umanesimo ha pubblicato un suo intervento, il primo scritto dopo l'attentato dello scorso febbraio.
Vediamo adesso se riusciamo a riprendere il collegamento audio con Lisbona, mentre le immagini che ci giungono in questo momento mostrano le forze del servizio d'ordine che fanno sgombrare il palazzo dei congressi. Mi senti, Michele?
"Sì, Claudio, le forze d'ordine stanno sgombrando l'arena coperta. Il congresso è interrotto..." E Powell, che ne è di Powell?? "Jomathan Powell è morto! l'assassino aveva un'ottima mira... i proiettili esplosivi non hanno lasciato alcuna speranza. Powell è morto sul colpo! è la tragica fine del maggior leader che il Movimento Umanistico Europeo abbia avuto dalla sua nascita, considerato e rispettato anche dagli oppositori come il più grande intellettuale del nostro secolo. Fra i delegati c'è incredulità, smarrimento, rabbia! da questo momento comincia la vera incertezza! Non doveva capitare, non doveva proprio capitare. Non ora."