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Il
Brasile ha molti aspetti in comune con
gli altri Paesi dell'America latina anche se conserva alcune
caratteristiche proprie, la lingua (il portoghese) ed etnica (per la
forte
presenza di europei, africani ed indios). Dopo il raggiungimento
dell'indipendenza nel 1822, nel Paese si sono alternate fasi
democratiche a regimi
dittatoriali nati a causa degli aspri conflitti interni, delle
ricorrenti
situazioni di difficoltà economica e anche delle grandissime differenze
tra i
vari strati della popolazione.
La scoperta ufficiale del Brasile
avvenne
il 22 aprile del 1500, per opera dell'esploratore portoghese Pedro
Álvares
Cabral, che arrivò nella zona dove oggi si trova Porto Seguro, nello
stato di
Bahia.
La
colonizzazione vera e propria ebbe però
inizio nel 1532, quando venne fondata la città di São Vicente da Martim
Alfonso
de Sousa. Nel 1533, il re del Portogallo Giovanni III divise il Brasile
in 12
territori (i capitanias) e li concesse a nobili affidatari (i
donatários), che
di fatto però diventarono signori feudali. Nel 1548, per paura di una
secessione, Giovanni III inviò in Brasile come governatore generale
Tomé de
Sousa, che il 29 marzo del 1549 fondò la capitale São Salvador da Bahia
de
Todos os Santos. Con l'inizio della colonizzazione ci furono alcuni
tentativi
di insediamento anche da parte di francesi e olandesi. I francesi, in
particolare, tra il 1555 e il 1567, tentarono di stabilirsi nella zona
dell'attuale Rio de Janeiro per poi spostarsi dal 1612 al 1614
nell'attuale São
Luis. Furono successivamente scacciati.
Nel XVII secolo vennero introdotte le
coltivazioni del tabacco e specialmente della canna da zucchero,
inizialmente a
Bahia e successivamente anche a Rio de Janeiro. Questo importante
sviluppo
dell'agricoltura fu accompagnato dall'arrivo di numerosi schiavi
africani, che
andavano a sostituire per il lavoro nella piantagioni le popolazione
autoctone,
ormai del tutto insufficienti a garantire la sussistenza di un'economia
agricola produttiva. Verso la fine del XVII secolo vennero scoperti
grandi
giacimenti di oro nella regione del Minas Gerais. Nel 1604 gli olandesi
guidati
da Maurizio di Nassau, attirati dalle ricchezze del territorio, saccheggiarono
Bahia e, tra il 1630 e il 1654, si stabilirono nelle colonie costiere
del
nordeste, dopo aver conquistato la città di Recife, nello stato di
Pernambuco,
che divenne la capitale del Brasile olandese con il nome di
Mauritsstad. Ben
presto si trovarono però in uno stato di continuo assedio, tanto che nel 1661
furono costretti a ritirarsi.
Fin dall'inizio della colonizzazione
portoghese, il Brasile fu teatro di rivolte e di movimenti di
resistenza degli
indigeni, che si unirono poi agli schiavi africani. Alla fine del XVII
secolo
l'arrivo di un sempre maggior numero di coloni dal Portogallo favorì la
formazione dei primi movimenti contro la Corona Portoghese stessa.
Alcune di
queste guerre furono causate dalla crescita economica, come la Rivolta
di
Backman nel 1684. Poco più tardi furono fondati due movimenti che si
proponevano di programmare l'indipendenza: la Inconfidência Mineira e
la
Conjuraçâo Baiana. Il primo nacque dalla minoranza creola nella zona
del Minas
Gerais: nella seconda metà del XVIII secolo, con la perdità di
produttività da
parte delle miniere, era divenuto difficile pagare tutte le imposte che
la
Corona Portoghese esigeva. Inoltre il governo portoghese aveva imposto
la
derrama, una tassa che prevedeva che tutta la popolazione, inclusi
coloro che
non erano minatori, versasse una cifra pari al 20% del valore dell'oro
estratto. I coloni insorsero e iniziarono a cospirare contro il
Portogallo. La
cospirazione si proponeva di eliminare la dominazione portoghese e
creare uno
stato libero. La forma di governo doveva essere quella della
Repubblica,
ispirata alle idee illuministe, che si andavano diffondendo in Europa e
in
particolare in Francia, e che avevano recentemente portato, dopo la
guerra
d'indipendenza americana, alla nascita degli Stati Uniti d'America. I
leader
del movimento furono però catturati e inviati a Rio de Janeiro, dove
furono
condannati a morte e giustiziati. La Congiura Baiana, invece, fu un
movimento
che partì dalla fascia più umile della popolazione di Bahia, e che vide
una
grande partecipazione da parte di neri e mulatti. I rivoltosi volevano
l'abolizione della schiavitù, l'istituzione di un governo egalitario e
l'instaurazione di una Repubblica a Bahia.
Tra
il 1756 e il 1777 il marchese di
Pombal attuò una politica riformatrice, accentrando il potere
politico-amministrativo nelle mani del viceré (il Brasile era stato
costituito
in Viceregno nel 1717) a scapito dei donatários e dei Gesuiti che
furono
espulsi nel 1759. Nel 1763 la capitale fu trasferita a Rio de Janeiro e
nel
1775 venne abolita la schiavitù degli indios.
Nel 1807, l'invasione da parte delle
truppe francesi di Napoleone Bonaparte obbligarono il re del Portogallo
Giovanni VI a fuggire in Brasile. Nel 1808 il re giunse a Rio de
Janeiro, dopo
avere stipulato un'alleanza difensiva con l'Inghilterra (che avrebbe
fornito la
protezione navale durante il viaggio). Allo stesso tempo i porti
brasiliani si
aprirono a nuove nazioni amiche, ponendo fine allo status di colonia
del paese.
Questo fatto irritò coloro che esigevano il ritorno di Giovanni VI in
Portogallo e la restaurazione della condizione di colonia per il
Brasile. Nel
1821 il re decise allora di lasciare suo figlio Pietro come reggente
del
Brasile, mentre egli rientrò a Lisbona. Pietro, nonostante le pressioni
dei
liberali che tentavano di convincerlo a tornare in patria, decise
invece di
rimanere in Brasile, nel cosiddetto Dia do Fico (che letteralmente
significa
giorno del "io resto", in portoghese "Eu fico"). Il
Portogallo, che si trovava già in condizioni abbastanze difficili, non
poté più
conservare il dominio sul Brasile; Pietro (che prese il nome di Pietro
I del
Brasile) poté allora facilmente dichiararne l'indipendenza il 7
settembre del
1822. Tuttavia, negli anni in cui Giovanni VI risiedeva in Brasile
questo
allargò i propri confini con la Guerra contro Artigas (1816-1820), che
portò
all'annessione della Provincia Cisplatina, l'odierno Uruguay.
Dopo la separazione dal Portogallo il
Brasile si trasformò in una monarchia costituzionale. Pietro I, alla
morte del
padre, tornò in Portogallo per assicurare la successione al trono a sua
figlia
Maria II del Portogallo. Il figlio di Pietro I, Pietro II, a soli
quattordici
anni fu incoronato come nuovo imperatore del Brasile nel 1831, dopo
l'abdicazione del padre. Tra il 1825 e il 1828 si combatté una guerra
con
l'Argentina per il possesso della Banda Oriental, che si concluse il
raggiungimento dell'indipendenza da parte dell'Uruguay (che si era
pochi anni
prima separato dal Brasile per unirsi all'Argentina). Tra il 1836 e il
1842 si
verificò un tentativo secessionista della Repubblica del Rio Grande do
Sul, al
quale partecipò anche
Giuseppe Garibaldi. Dal 1850 al 1852 il Brasile, fattosi
sostenitore dei movimenti liberali moderati, si alleò con l'Uruguay e
sostenne
una nuova guerra contro l'Argentina contribuendo alla caduta del
dittatore
argentino Juan Manuel de Rosas.
Il
1860 fu un anno di fondamentale
importanza per lo sviluppo economico, in quanto si introdusse la
coltura del
caffè nelle province di Rio de Janeiro e di São Paulo. Nel Sudeste i
baroni del
caffè superarono così gli antichi coltivatori del cotone e di canna da
zucchero, mentre cominciava a farsi sentire anche un notevole afflusso
di genti
europee che immigravano nel paese, soprattutto italiani.
Tra il 1865 e il 1870 l'Argentina,
l'Uruguay e il Brasile combatterono una guerra contro il Paraguay, che
si
concluse con la perdita, da parte del Paraguay stesso, delle regioni a
nord del
fiume Apa. A partire dal 1870 si registrò una notevole crescita dei
movimenti
repubblicani, che nel 1888 ottennero l'abolizione della schiavitù. Nel
1889,
infine, scoppiò una rivoluzione incruenta che costrinse Pietro II ad
abdicare:
venne proclamata la Repubblica, e si adottò la Costituzione federale.
Il
passaggio dalla Monarchia alla Repubblica era così ultimato, senza
alcun
ricorso alla violenza. La famiglia imperiale, infatti, poté in tutta
sicurezza
tornare in Europa.
Dall'istituzione
della
Repubblica ad oggi
La
prima fase
repubblicana
Deodoro
da Fonseca, che aveva guidato il
colpo di stato del 1889, divenne il primo presidente del Brasile. Per
il nuovo
stato si scelse come nome quello di Repubblica degli Stati Uniti del
Brasile,
che fu poi cambiato in Repubblica Federale del Brasile. Dal 1894 al
1930 la
presidenza si alternò, con alcune eccezioni, tra i due stati
principali, quello
di São Paulo e quello del Minas Gerais. In questo periodo il sistema
economico
del Brasile poggiava soprattutto sull'esportazione del caffè, coltivato
nella
zona di São Paulo, e sulla produzione di latte, nel Minas Gerais, tanto
che la
politica di questi anni fu definita come la politica del caffellatte.
Verso la
fine del XIX secolo il caffè divenne il primo prodotto di esportazione
del
paese superando lo zucchero, e favorendo così una grande crescita
economica.
Tuttavia tra il 1926 e il 1930 si registrò un crollo dei prezzi del
caffè e una
conseguente depressione economica alla quale fecero seguito violente
agitazioni
sociali.
L'età di Vargas
Nel
1930, Getúlio Vargas, rappresentante
della oposizione al regime oligarchico dei grandi proprietari terrieri
di São
Paulo, perde le elezioni presidenziali in elezioni caratterizzate dalla
frode.
Il risultato delle elezioni scatena un movimento rivoluzionario che
riesce a
buttar giù il governo. Vargas diventa allora presidente della
Repubblica. Nel
1931, avendo riunito molti poteri nelle sue mani suscitò l'indignazione
degli
oppositori, in massima parte esponenti della classe media paulista. Nel
1934,
allora, messo sotto pressione, fu costretto a promulgare una
Costituzione
democratica, con la quale concesse, tra l'altro, il diritto di
suffragio alle
donne. Nel 1937 Vargas, avendo sciolto il Congresso Nazionale e i
partiti, e
avendo revocato molte delle libertà dei singoli individui, instaurò una
dittatura (quella del cosiddetto Estado Novo) di ispirazione fascista,
che durò
fino al 1945. Nel 1942, sotto la pressione degli Stati Uniti d'America,
Vargas
dichiarò guerra alle potenze dell'Asse e un corpo militare brasiliano
fu
inviato a combattere in Italia e in Nordafrica. Nel 1945 Vargas fu
deposto da
un colpo di stato militare che impose l'adozione di una nuova
Costituzione,
democratica e federale. Tra il 1950 e il 1954 Vargas fu rieletto alla
presidenza e si verificò una nuova svolta nazionalista e radicale.
Tuttavia nel
1954 le forze militari conservatrici gli si rivoltarono contro, e lo
statista
si suicidò.
Il periodo populista
In
seguito alla fine della dittatura di
Vargas e alla promulgazione della nuova Costituzione Federale del 1946,
il
Paese visse, tra il 1946 e il 1964, una fase storica durante la quale
si
susseguirono più governi democratici. Nel gennaio del 1956 fu eletto il
social
democratico Juscelino Kubitschek, ex governatore del Minas Gerais, ed
ebbe
inizio un periodo di forte industrializzazione e di imponenti lavori
pubblici,
come la costruzione della nuova capitale, Brasilia, nel 1960. Si
registrò
tuttavia un netto peggioramento della situazione finanziaria, con forte
inflazione e raddoppio del debito estero. Tra il 1961 e il 1964 ci fu
la
presidenza di João Goulart, del partito cristiano democratico, che
cercò di
frontaggiare la crisi economica promuovendo una riforma agraria e la
nazionalizzazione delle compagnie petrolifere.
La
dittatura militare
Il colpo di stato militare del 31
marzo
1964 destituì João Goulart e instaurò un regime dittatoriale. Il primo
presidente militare ad essere eletto fu il maresciallo Humberto de
Alencar
Castelo Branco che sciolse tutti i partiti politici e inaugurò la
dittatura
detta dei gorillas, adottando una politica di liberismo economico che
causò
l'accentuamento delle sperequazioni sociali. Nel 1969 salì alla
presidenza il
generale Emílio Garrastazu Médici, che diede inizio ad una nuova fase
di
incremento industriale ed economico, facendo parlare di un miracolo
economico
brasiliano che però
si spense successivamente con la crisi petrolifera del
1973. Dal 1974 al 1979 la presidenza passò a Ernesto Geisel che
dichiarò legale
solo il Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB). Dal 1979
al 1985
fu in carica il presidente João Baptista de Oliveira Figueiredo: egli
promulgò
una legge elettorale che rese legali tutti i partiti politici tranne
quello
comunista, e praticò una forte riduzione dei salari atta a frenare la
spinta
inflazionistica. Essa, però, portò allo scatenarsi di grandi
manifestazioni di
piazza che furono represse con la forza (1980). Il periodo della
dittatura
militare finì nel 1984, con le grandi manifestazioni di Rio de Janeiro
e São
Paulo: il governo militare fu da esse costretto a concedere il ritorno
ad
elezioni democratiche, che la popolazione reclamava.
La
nuova Repubblica
Nel
1985 fu eletto Tancredo Neves,
candidato dell'PMDB, ma morì tre mesi dopo. Il suo vice-presidente José
Sarney
assunse la presidenza della repubblica. Egli attuò un programma di
consolidamento della democrazia, anche se le difficoltà finanziarie
erano in
crescita, insieme alle tensioni sociali.
Nel 1989 si svolsero le prime elezioni
libere dopo 25 anni di dittatura, e furono vinte Fernando Collor de
Mello,
leader del nuovo Partito di Ricostruzione Nazionale, tendenzialmente
liberal-conservatore. Nel 1991 il Brasile diede vita all'alleanza
economica
chiamata Mercosur assieme ad Argentina, Uruguay e Paraguay. Nel 1992 il
presidente
Collor fu destituito con l'accusa di corruzione, evasione fiscale ed
esportazione di valuta.
Dal
1992 al 1995 ci fu la presidenza di
Itamar Augusto Cautiero Franco che organizzò un referendum
costituzionale.
Questo, svoltosi il 21 aprile 1993, confermò il regime presidenziale
proclamato
nel 1988.
Nel 1995 Fernando Henrique Cardoso
conquistò la presidenza e attuò riforme (largamente consigliate dal
fondo
monetario internazionale) che prevedevano la privatizzazione delle
imprese e il
rigore finanziario ("PLAN REAL"). Queste ebbero un forte impatto
negativo sulla popolazione più povera, oltre che aggravare la
polarizzazione
della ricchezza già presente massicciamente nel paese. Nel 1997 ottenne
un
emendamento costituzionale a lui favorevole, che gli permise così di
ricandidarsi alla presidenza. Nel 1998 si registrarono delle
considerevoli
fughe di capitali che gettarono il Paese nel caos. Cardoso, rieletto,
si
appellò al Fondo Monetario
Internazionale e riuscì a far approvare un piano di
intervento triennale per il Brasile, ma ciò indebitò il paese di altri
41,5
miliardi di dollari. Infine, Cardoso confermò la presenza brasiliana
nel
Mercosur. Tra il 2000 e il 2001 il Brasile festeggiò il suo 500º
anniversario
della scoperta. L'evento, particolarmente significativo, fu causa di
alcune
manifestazioni di protesta da parte degli indios, da sempre relegati ai
margini
del sistema statale.
Nelle
elezioni presidenziali del 2002-2003
si affermò Luiz Inácio Lula da Silva che è tuttora il presidente in
carica. Il
suo programma, che garantiva provvedimenti volti a favorire la
giustizia
sociale e a risollevare l'economia dissestata, riscosse ampi consensi,
in
particolare tra i meno agiati. Tuttavia, la protesta degli strati più
poveri
della popolazione riesplose di fronte al nuovo piano economico. Venne
quindi
approvata una riforma delle pensioni e varato il programma Fame zero
per
affrontare il problema della denutrizione (3 pasti al giorno per
tutti),
diffuso in tutto il Paese. Nel 2004 il Brasile fondò con gli altri
Paesi
dell'America Latina la Comunità delle Nazioni del Sud America.
Attualmente
esiste il "bolsa familia", che garantisce una rendita anche se minima
a molte persone bisognose, questo sta aiutando molti ad uscire della
linea
della povertà assoluta. Il "bolsa familia" è riconosciuto
mondialmente come uno dei migliori piani d'aiuto alla popolazione
bisognosa
fatto da un governo.
Forma
di governo
In seguito alla promulgazione della
Costituzione del 1988, il Brasile è una Repubblica presidenziale federale. Per
quanto riguarda la divisione amministrativa prende ispirazione dal
modello
nordamericano. Tuttavia il federalismo brasiliano è differente da
quello
statunitense: il potere esecutivo è esercitato dal Presidente, che
possiede
anche le funzioni di Capo di Stato e di Capo del Governo e viene eletto
ogni
quattro anni. In concomitanza con le elezioni presidenziali si vota
anche per
il Congresso nazionale, che detiene il potere legislativo ed è diviso
in due
camere parlamentari: la Camera dei Deputati, quadriennale, cosi come il
Senato
Federale. Il sistema di voto è di tipo regionale per l'elezione dei
senatori:
ogni regione elegge tre o due candidati in base al numero degli
abitanti; per
l'elezione del presidente e della Camera dei Deputati, invece, si
adopera un
sistema proporzionale che tiene conto della popolazione complessiva di
tutto il
Paese. Infine, il potere giudiziario, la cui istanza massima è il
Supremo
Tribunale Federale, responsabile dell'applicazione della Costituzione,
è
composto da undici ministri scelti dal Presidente con l'approvazione
del
Senato, tra persone con noto sapere in ambito giuridico. La
composizione del
Supremo Tribunale Federale non viene rinnovata completamente ogni volta
che si
rinnova il mandato presidenziale: il Presidente indica un nuovo
ministro quando
uno di coloro che è in carica muore o si dimette. Esistono anche il
Tribunale
Superiore di Giustizia, il Supremo Tribunale del Lavoro, il Supremo
Tribunale
Elettorale e il Tribunale Superiore Militare, che si occupano
dell'amministrazione della giustizia nei rispettivi ambiti.
Povertà
29,3%
dei brasiliani vivono sotto la linea di povertà. La popolazione
povera vive, soprattutto, nelle favelas delle grandi città e nelle
regioni più
povere del Brasile (il Nord e il Nord-est). Il Brasile è un paese di
contrasti
tra ricchi e poveri. Molte città nelle regioni Sud e Sud-est hanno un
grande
sviluppo sociale. Per esempio, la città di São Caetano, nello stato di
San
Paolo, ha un Indice di sviluppo umano di 0,919, superiore a quello di
Portogallo (0.897); di contro, la città di Manari, nello stato del
Maranhão, ha
un ISU di 0,467, lo stesso della Tanzania, nell'Africa.
Ci
sono anche differenze razziali: i brasiliani di origine europea o
asiatica sono più ricchi che i brasiliani di origine africana. Un
brasiliano
nero guadagna la metà della retribuzione di un bianco. I neri ed i
meticci sono
65% della popolazione povera ed i bianchi 36%.
Arte
Sin
dal sedicesimo secolo, le chiese ed i conventi cattolici del Brasile
presentavano decorazioni di stile europeo, realizzate spesso da
artigiani
brasiliani addestrati alle tecniche di oltreoceano. Durante i secoli
diciassettesimo e diciottesimo, i modelli barocco e rococò, importati
dal
Portogallo, influenzarono in maniera determinante l'architettura
religiosa del
Brasile. Molte di queste chiese possono essere ammirate ancora oggi.
L'artista più interessante dell'intero
periodo coloniale fu senz'altro lo
scultore e architetto Antônio Francisco Lisboa (1738-1814), meglio noto
con il
nome di Aleijadinho. Autodidatta, figlio di un colono portoghese e di
una
schiava, sviluppò una notevole maestria nelle più raffinate decorazioni
rococò
e le sue sculture lignee policrome e le statue di pietra esprimono una
grandiosità di sentimenti fuori dal tempo. Aleijadinho, nonostante
avesse
contratto una grave malattia deformante, continuò a lavorare ugualmente
per
altri trent'anni, con lo scalpello ed il mazzuolo legati al polso. La
sua arte
può essere apprezzata nelle molte chiese barocche dello stato natio di
Minas
Gerais, specialmente nella città di Ouro Preto e nella zona
circostante. Nella
Chiesa del Bom Jesus de Matosinhos nella città di Congonhas do Campo,
Aleijadinho scolpi nella pietra, a grandezza naturale, le statue dei
dodici
Profeti poste sulla scalinata e sul loggiato esterni. Di fronte alla
scalinata
della chiesa, in sei piccole cappelle devozionali, creò le stazioni
della Via
Crucis con 66 statue in legno di cedro.
Durante
gli ultimi 40 anni del secolo diciottesimo, specialmente a Rio de
Janeiro, apparvero i segni di un'arte nuova, non più dominata dai temi
religiosi. Diventarono sempre più frequenti nella produzione artistica
di Rio
opere di contenuto mondano, come i ritratti di personaggi famosi.
All'inizio del diciannovesimo secolo,
con il trasferimento in Brasile della
corte reale portoghese, determinato dall'invasione del Portogallo da
parte
delle truppe di Napoleone, si assiste ad un processo di
"europeizzazione" della vita culturale. Dom João VI, il re portoghese
fuggitivo, incoraggiò la vita intellettuale di Rio de Janeiro, fondando
istituzioni culturali come la Stampa Regia e la Biblioteca Nazionale.
Inoltre,
portò con se un gruppo di maestri francesi per creare in Brasile
un'Accademia
delle Arti, sul modello di quelle europee, e introdurre lo stile
neoclassico
nel piano di ammodernamento di Rio de Janeiro come capitale del Regno.
Facevano
parte del gruppo artisti come i fratelli Taunay, l'architetto Auguste
Grandjean
de Montigny (1776-1850) ed il pittore Jean-Baptiste Debret (1768-1848),
che con
i suoi quadri ha lasciato una preziosa documentazione iconografica del
paesaggio, della gente e delle abitudini rurali e cittadine dell'epoca.
L'impronta
lasciata da Debret e dai suoi colleghi fu tale che il neoclassicismo ha
dominato le arti figurative brasiliane fino al periodo
repubblicano.
Letteratura
Alcuni
tra gli autori brasiliani sono Machado de Assis, Paulo Coelho, João
Guimarães Rosa e Jorge Amado.
Musica
La musica del Brasile è fortemente
influenzata da quelle d'Africa e
d'Europa. In 500 anni di storia, nel Paese sono sorti stili unici ed
originali
come choro, forró, frevo, samba, bossa nova, Música Popular Brasileira
(MPB) e
rock brasiliano. Il più importante compositore di musica classica
brasiliano è
senz'altro Heitor Villa-Lobos, compositore e direttore d'orchestra che
ha
scritto attorno alle 1300 composizioni, di cui molte ispirate alla
tradizione
musicale brasiliana e altre a quella europea del 1600.
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