Il capitello sferocubico-romanico:
esempi
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San Pantaleo, l'interno

San Pantaleo, capitello di forma sferocubica
In San Pantaleo abbiamo soltanto due colonne a dividere le navate; o meglio, una colonna cilindrica e un pilastro ottagonale.
Questo rappresenta un ulteriore segno del carattere di architettura estremamente popolare della chiesetta. In tal modo queste colonne, alla stessa maniera dei portici delle cittadine di provincia (Chiavari, ma non solo, ad esempio i portici medioevali delle vallate interne del Cuneense) sono molto basse, ed il capitello si trova ad altezza inferiore del punto di vista.
E a sottolineare ulteriormente il fatto, sempre in questìordine di idee, l'unico capitello qui presente ha forma sferocubica e poggia su una elementare colonna a cilindro.
Sembra che non vi siano neppure decorazioni graffite, sebbene la cosa non appaia anche per l'intonacatura lasciata sopra di esso.

IL CAPITELLO SFEROCUBICO


La forma sferocubica altro non è che l'intersezione delle due forme geometriche per raccordare l'imposta quadrata dell'arcata con la forma circolare della sezione della colonna. Si tratta di una forma particolare dello spirito romanico, dove questo privilegia il Muro, stando allad efinizione di questo stile data da Focillon (dove invece il gotico sceglie la nervatura). E di fatto questo capitello si può intendere come una porzione di muro con funzione di capitello.
Il capitello sferocubico era peculiare dell'architettura monastica che aveva eletto a sua sede il territorio rurale,e dove essa si trova in città vuole essere richiamo morale alla missione del monachesimo benedettino, che si pone ad esempio da seguire. In tal modo esso si contrappone, sebbene la linea di demarcazione tra i due ambiti non sia poi invalicabile, al recupero del capitello romano, di riuso o di imitazione da parte dei lapicidi dell'epoca.
Il modello sferocubico pertanto si ripropone nelle chiese di San Siro di Struppa, in San Tommaso di Rapallo (ridotta a rudere), in San Nicolò presso Punta Chiappa (Camogli), nonchè negli esempi gotici che a certi aspetti consercatori si richiamano, quale l'abbazia di San Salvatore dei Fieschi.
Ma tale forma viene anche a variare in qualche modo: soprattutto quando entra in città ad esempio la sua austerità viene talvolta arricchita da decorazioni più o meno emergenti. Abbiamo così i capitelli della distrutta chiesa di Santa Sabina (ora Museo di Sant'Agostino), od un capitello in via delle Grazie; e con vari passaggi, ad esempio con le decorazioni elementari graffite come in San Niccolò di Capodimonte (Camogli), sino alle forme più popolari quale questo di San Pantaleo sulle alture tra Rapallo e Zoagli.