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Il Tamburo absidale
L'abside, unica parte romanica del lato nord (il campanile è successivo come si vede dal suo inserimento che tampona parzialmente una delle tre monofore, il corpo a sinistra è quello della sacristia in stile medioevaleggiante del 1906), sopravvisse alle ristrutturazioni controriformistiche - che esigevano l'ampliamento di questa parte - per il decaduto ruolo della chiesa che la portò alla chiusura nel 1627.
Sopra il tamburo absidale si distingue l'originaria linea di tetto a due spioventi, inferiore di circa un palmo rispetto all'attuale.
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Compositivamente l'abside ha una linea essenziale, che definisce una maestranza di esperti tagliapietre che si muovono entro i limiti concessi da un'esecuzione veloce e sicura evitando qualsiasi complicazione.
Così mancano lesene o semicolonne di ripartizione verticale, che invece caratterizzano realizzazioni di poco precedenti, quali il piccolo ma più complesso edificio di San Nicolò di Capodimonte, od anche l'abside di dimensioni minime di San Bartolomeo di Bussolengo.
I conci sono squadrati con esattezza, in base ad una esperienza di mestiere, ed in tal modo si risolvono tutte le arcate in uno stesso blocco, sia quelle cieche del fregio degli archetti che quelle che chiudono le tre monofore. Stesso tipo di esecuzione nelle immediate vicinanze è riscontrabile nella superstite abside di Sant'Apollinare sita lungo i percorsi che da Sori conducevano alle vallate interne.
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