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Archivio Fotografico di Giorgio Croce
- San Michele di Ruta - 6 -







Elementi romanici
La differienza cronologica, pur sempre nell'ambito del XII secolo, di esecuzione che separa il fianco meridionale della chiesa dal tamburo absidale è confermata dalla differente esecuzione degli archetti ciechi di coronamento.
Il tamburo absidale presenta il tipico fregio del pieno romanico genovese del XII secolo, con un archetto scolpito per concio e si inseriscono a reggerlo inferiormente ai bordi dei piedritti che affondano in profondità consolidando trasversalmente il muro.


Questi del tamburo absidale, essendo archetti a sesto acuto, risalirebbero alla seconda metà del secolo; sono analoghi, guardando ad edifici delle immediate vicinanze, agli archetti di Sant'Apollinare. Immediatamente sopra di essi doveva correre il fregio a denti di sega, e quindi la linea del tetto.
Gli archetti del muro meridionale sembrano invece aggiunti successivamente incidendo la muratura e sottolineandone l'incavo col contorno di piccole pietre. E' una modalità che si ritrova in edifici anteriori al Mille, per i quali il sopraggiungere del nuovo gusto spingeva ad aggiornarli "scolpendo" il fregio int al maniera; la stessa modalità appare ad esempio nell'edificio ora in rovina presso la Sacra di San Michele di Susa e nelle immediate vicinanze in San Fruttuoso di Capodimonte. Questo fatto potrebbe indicare che il muro precede il tamburo absidale ed era forse parte dell'edificio preromanico. Nella foto sopra vediamo gli archetti nel punto di interruzione per la costruzione dell'attuale facciata arretrata rispetto all'originaria. Dalla parte absidale opposta questi archetti divengono sempre più flebili ed abrasi nel loro tracciato, fino a sfumare quasi del tutto ma sempre indicando la preesistenza del muro alla loro incisione.













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elaborazione grafica
Giorgio Croce
mailto:giorgio.croce@libero.it
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