I TEDESCHI

Le truppe Tedesche coinvolte nei combattimenti nella nostra zona venivano da una lunga ed estenuante ritirata verso nord, impegnati in continui combattimenti difensivi contro le truppe Alleate.

Benchè esausti dal continuo ripiegamento, i Tedeschi erano tutt'altro che sconfitti. L'avanzata Alleata verso nord veniva costantemente ostacolata con una efficace tattica ritardatrice, con postazioni difensive piazzate in punti cruciali, e con la distruzione di strade, case, ponti, attrezzature portuali ecc., dopo la distruzione tutto veniva minato.

Ad una mia richiesta inoltrata al Bundesarchiv di Friburgo, sullo spiegamento delle truppe Tedesche nella nostra area, mi viene segnalata, alla data del 2 agosto 1944, la presenza a Mondolfo di reparti del 903° Festungsbatallion, temporaneamente aggregato alla 278a Divisione di Fanteria. Questo battaglione era formato in massima parte da militari richiamati, per lo più anziani e senza sufficiente addestramento, per questo motivo erano presenti alcuni veterani provenienti dalla 90a Divisione leggera che , avendo operato in Africa settentrionale al comando del Feldmaresciallo Rommel, possedevano una solida esperienza di combattimento. Il 4 agosto il battaglione riceve l’ordine di ripiegare verso Fano.

Nella notte fra il 9 e il 10 agosto, dopo aver attraversato il Cesano,la 6a Compagnia del 993° Reggimento Granatieri (278a Divisione Fanteria) si piazzò efficacemente in difesa nella zona del cimitero, in posizione dominante su tutta la parte terminale della valle del Cesano, ritardando alle unità del 2° Corpo Polacco l'avanzata verso nord per circa una settimana, per poi ritirarsi a San Fortunato nei pressi di San Costanzo, lasciando a Mondolfo qualche retroguardia.


I ruderi del muro che si vedono nella foto sono gli ultimi resti ancora oggi visibili delle distruzioni eseguite dai Tedeschi prima di ritirarsi da Mondolfo, appartenevano ad un gruppo di case fatte saltare per ostruire l'imbocco della strada che da via Vandali porta al Santuario della Madonna delle Grotte. A proposito di questo fatto, mi ha raccontato Giombetti Lipio, allora giovanissimo, che uomini del posto lavorarono con i tedeschi allo scavo di alcune buche dove verranno inserite le mine per far saltare le case. Finito di preparare il tutto, i genieri tedeschi avvertirono i presenti, fra cui Lipio, che a mezzanotte avrebbero fatto brillare le mine, e quindi di tenersi alla larga. Cosa che puntualmente Lipio ed altri amici non fecero, infatti giunta la notte si prepararono a godersi lo spettacolo dell’esplosione muniti di cuscini sopra le loro teste per coprirsi dalle schegge e dai detriti. Mezzanotte finalmente arrivò, ma niente esplosione, arrivo l’una e poi le due, ma ancora niente, scoraggiati e pensando che i tedeschi avessero rinviato tutto al giorno dopo, se ne andarono a dormire, ma appena distesi sul letto una tremenda esplosione squarciò il silenzio della notte, e le case crollarono sulla strada.



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