La patologia emorroidaia:
Spesso
sono tre sintomi di una stessa patologia, il prolasso rettale, oggi tali
patologie sono curabili con interventi rapidi, semplici e senza dolore. Queste
malattie, molto diffuse, possono compromettere seriamente la qualità della vita
fino ad invalidarla.
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Cosa sono le emorroidi?
Le emorroidi,
suddivise in interne ed esterne, sono tre soffici cuscinetti posti
nel canale anale che hanno l'importante funzione di perfezionare la
continenza, quindi è importante non asportarle.
In altri termini si comportano come tre valvole che impediscono la
fuoriuscita involontaria del contenuto rettale.
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Cos'è la malattia emorroidaria?
Premettiamo che circa il 50% della popolazione ha sofferto, soffre o
soffrirà di tale patologia. La malattia emorroidaria è
caratterizzata da numerosi sintomi che possiamo distinguere in due
gruppi principali:
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- Al primo gruppo
appartengono le complicanze del tessuto vascolare
emorroidario; sono l'edema e la trombosi emorroidaria: si
tratta generalmente di complicanze acute che si manifestano
con gonfiore, edema ed impossibilità di fare rientrare le
emorroidi nel canale anale. Sono complicanze cicliche,
spesso conseguenti a stress psichico, che si risolvono quasi
sempre spontaneamente o con l'aiuto di antiedemigeni ed
impacchi caldi; altre volte, ma molto raramente, il quadro
evolve verso il cosiddetto strangolamento emorroidario che
può condurre alla gangrena delle stesse emorroidi. Tranne
che in quest'ultimo caso è sempre da evitare l'intervento
chirurgico urgente che è gravato da più complicanze
dell'intervento eseguito in elezione. |
- Al secondo gruppo
appartengono i sintomi causati dal prolasso della mucosa
rettale verso l'esterno con fuoriuscita incontrollata di
muco rettale. Il paziente ha il disagio di sporcare la
biancheria intima, inoltre il muco può causare una
fastidiosa dermatite batterica perineale con bruciore e
prurito. Un discorso particolare merita il sanguinamento
rettale. Tale disturbo è molto frequente e si manifesta
quasi sempre durante la evacuazione. Talvolta la frequenza e
l'abbondanza è tale da causare una severa anemia. I pazienti
con sanguinamento anale devono consultare in ogni caso uno
specialista perchè si deve escludere che il sanguinamento
non sia dovuto ad altre malattie e soprattutto le neoplasie.
Pertanto la regola è che i sanguinamenti anali devono essere
attribuiti alle emorroidi dopo avere escluso le altre cause.
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Qual'è la causa della malattia
emorroidaria? |
Tutti i disturbi emorroidari sono conseguenti al prolasso
delle emorroidi, vale a dire alla loro fuoriuscita dal
canale anale. Questa fuoriuscita può avvenire solo
temporaneamente, durante la evacuazione, oppure restare
stabile, il prolasso permanente.
Il prolasso delle emorroidi è preceduto ed è conseguente al
distacco della membrana mucosa dell'ultimo tratto del retto.
Vi è una predisposizione ereditaria e molto probabilmente
influisce una alimentazione povera di acqua e l'incompleto
rilasciamento degli sfinteri anali, durante l'evacuazione.
L'incompleto rilasciamento sfinteriale ha cause
psicologiche, pertanto lo stress è un fattore importante in
questa malattia, infatti ne soffrono di più le persone
gravate da responsabilità. |
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Qual'è la terapia della malattia emorroidaria? |
Dobbiamo distinguere una terapia medico-dietetica, una
terapia parachirurgica ambulatoriale ed una terapia
chirurgica.
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La terapia medico-dietetica?
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In questo campo si commettono clamorosi errori ed abusi che
bisognerebbe assolutamente correggere. Come detto la
malattia è dovuta al prolasso, è pertanto del tutto evidente
che non esistono farmaci o pomate che possono guarire una
malattia anatomica, è come se volessimo curare l'ernia con i
farmaci. Inoltre la malattia emorroidaria viene spesso
trattata come una malattia vascolare; non è così perchè le
complicanze vascolari sono secondarie al prolasso, quindi se
non si cura la causa la malattia non guarisce.
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Allora niente farmaci? |
Si, ma solo antiedemigeni nella fase acuta, terapie di lunga
durata non solo non sono efficaci ma possono provocare
effetti collaterali anche importanti. Pensiamo alle gastriti
da farmaci o alle brutte dermatiti perianali causate
dall'uso prolungato e sconsiderato di pomate che i pazienti
si autosomministrano fino a sviluppare allergie ad alcuni
componenti.
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Cosa è corretto fare? |
Nella fase acuta, cosiddetta crisi
emorroidaria, oltre all'impiego di antiedemigeni è
importante rilasciare gli sfinteri anali, per migliorare il
deflusso di sangue dalle emorroidi, il migliore mezzo è il
caldo umido oltre a farmaci miorilassanti. L'obiettivo deve
essere quello di riportare le emorroidi all'interno al più
presto.
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Quali sono le terapie ambulatoriali? |
Premettiamo che l'indicazione è corretta solo quando il
prolasso è modesto ed in fase iniziale. Purtroppo la paura
dei pazienti a sottoporsi al tradizionale intervento
chirurgico ha fatto sì che spesso ci si spinge, con queste
terapie ambulatoriali al di là delle giuste indicazioni,
ovviamente con risultati non brillanti. Di terapie
parachirurgiche ve ne sono tante e che partono da
presupposti diversi, alcune fortunatamente cadute in disuso,
mi riferisco principalmente alla crioterapia che fu di moda
fino a pochi anni fa e che ha causato non pochi danni.
Erroneamente si riteneva che distruggere le emorroidi
congelandole provocasse danni più controllabili e minori di
quelli delle alte temperature, evidentemente era solo una
illusione.
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Oggi le terapie
PARACHIRURGICHE
più praticate sono:
a. la
fotocoagulazione,
applicata nei sanguinamenti senza prolasso;
b. la scleroterapia
che consiste nell'iniettare liquidi sclerosanti nel tessuto
emorroidario con l'obiettivo di ridurre il volume
emorroidario e fissare il prolasso, purtroppo anche questa
terapia ha dato complicanze spiacevoli;
c. la legatura elastica,
che inizialmente consisteva nell'applicare un anello di
gomma sul cuscinetto emorroidario interno, ed oggi più
razionalmente l'anello viene applicato sulla mucosa rettale
sovrastante, provocandone la necrosi e la caduta. E' una
terapia razionale se bene applicata in quanto riduce il
prolasso. Tuttavia non è consigliabile quando si deve
ricorrere a più di due - tre legature perchè le complicanze
ed il disagio sono sovrapponibili a quelle di un intervento
chirurgico, eseguito però con la nuova tecnica. Il dolore
però risulta notevole nell’immediato ed a distanza.
Più recentemente è stata proposta la legatura delle arterie
emorroidarie attraverso la guida di un eco doppler, HDH, ma
purtroppo questa
tecnica subisce una altissima percentuale di recidiva dopo
breve tempo, che coincide con la caduta del punto, ed
inoltre non è stata
ancora validata dalla Associazione dei chirurghi
colon-proctologi americani ASCRS.
Esistono due principali tecniche chirurgiche:
La tecnica tradizionale prevede l'asportazione delle
emorroidi, le ferite anali possono essere lasciate aperte e
la guarigione avviene mediamente in 40 giorni; oppure le
ferite possono essere ricucite e la guarigione avviene per
cicatrizzazione.
A proposito di questa tecnica tradizionale è riconosciuto
che provocano molto dolore postoperatorio, infatti l'ano è
una delle regioni più sensibili di tutto il corpo. Per
asportare queste emorroidi sono stati proposti diversi
strumenti che utilizzano energie diverse: il laser, il
bisturi elettrico e più recentemente l'ultracision ed il
ligasure. È chiaro, che anche se vengono reclamizzate come
nuove tecniche, si tratta di tecniche tradizionali eseguite
con strumenti più moderni, purtroppo, dopo i soliti iniziali
entusiasmi, non è stato dimostrato nessun beneficio sul
dolore postoperatorio e sui tempi di guarigione.
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Quali le più innovative tecniche chirurgiche? |
Nel 1992 è stata proposta una tecnica che è stata
definita rivoluzionaria. In che cosa consiste la nuova
tecnica?
Si tratta di una tecnica relativamente nuova, infatti è
stata eseguita per la prima volta nel 1992 ma si è diffusa
rapidamente dopo il 1996 e ancora di più dopo il '98 quando
è stato messo in commercio una suturatrice meccanica “STAPLER”
chiamato PPH, che ha
consentito di eseguire la tecnica in maniera più rapida e
sicura.
Il principio della tecnica è molto semplice ma allo stesso
tempo rivoluzionario. Infatti considerato che le emorroidi
sono un patrimonio anatomico che tutti possediamo e che
servono a perfezionare la continenza è importante cercare di
conservarle.
Siccome l'unico fattore che fa insorgere la malattia è il
prolasso, ho pensato che era sufficiente correggere il
prolasso per guarire la malattia senza asportare le
emorroidi.
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Come viene corretto il prolasso?
O meglio, come vengono riportate le emorroidi dentro il canale
anale? |
Intervenendo sulla mucosa prolassata, che sta
al di sopra delle emorroidi, e che è la causa che consente
il prolasso. In pratica con lo stapler, contemporaneamente,
si asporta il prolasso e la mucosa viene ricongiunta con
microclips al titanio.
Pertanto non si pratica nessuna incisione nell'ano che anzi
riacquista la normale anatomia e le normali funzioni
fisiologiche. |
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Quali sono i vantaggi? |
L'intervento è eseguibile in anestesia superficiale o
sedazione profonda e dura circa 20 minuti; ma soprattutto,
come dimostrano tutti gli studi clinici finora pubblicati in
tutto il mondo, l'intervento procura riduzione notevole del
dolore poso-operatorio praticamente dell’80-90% di quello
procurato con tutte le altre tecniche
se ben eseguito e
non insorgono complicanze. L'80% dei pazienti non necessita
di nessuna terapia antalgica. L'intervento procura una
riduzione del perchè la mucosa rettale, che è la sede
dell'intervento, è scarsa di sensibilità. Inoltre i pazienti
non necessitano di nessuna medicazione postoperatoria e
normalmente riprendono le loro normali attività dopo circa 8
giorni.
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Vi è una sufficiente esperienza? Dove viene praticato
l'intervento? |
Come detto l'esperienza è sufficientemente lunga dal 1992 e
codificata con la suturatrice
dal 1998
ed anche i risultati
a distanza sono ottimi, la percentuale di recidive è
bassissima, molto meno dell'intervento tradizionale, a
proposito del quale recentemente sono stati pubblicati
risultati a distanza veramente sconfortanti. Con il PPH sono
stati eseguiti almeno 2.000.000 interventi in tutto il mondo
e ormai non esiste paese dove la tecnica non venga
praticata, in Italia nella stragrande maggioranza degli
ospedali viene praticata e vi sono molti chirurghi con
ragguardevole esperienza.
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E' indicata in tutti i gradi e tipi di emorroidi? |
Tutte le emorroidi che necessitano di terapia chirurgica
possono essere trattate con questa tecnica. Infatti il
prolasso è sempre presente ed è sempre la causa. Io e molti
altri chirurghi trattiamo praticamente il 70%% dei casi con
questa tecnica.
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Perché emorroidi, stitichezza ed incontinenza sono tre
sintomi di una stessa patologia? |
Il prolasso delle emorroidi, abbiamo visto, si accompagna ad
un prolasso della mucosa rettale, che normalmente è limitato
all'ultimo tratto del retto; molte altre volte questo
prolasso è più esteso e allora si configurano patologie e
meccanismi che, ostruendo il retto, rendono difficile o
impossibile la evacuazione, è questa la causa più frequente
della stitichezza. |
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Sito Ufficiale del Dott. Vincenzo
Romano
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