Dopo le prime naturali iniziali perplessità, considerata la rivoluzione che
la nuova metodica apporta, numerosi reparti di Chirurgia in Italia ed all’estero
la hanno adottata con successo; e la Unità di Chirurgia
Generale e colon-rettale della Casa di Cura "Villa Serena" di Palermo, quasi in esclusiva in Sicilia, è stata tra questi; oggi risulta
essere il reparto con la maggiore casistica in assoluto, grazie al Dott. V. Romano, che ne è
il responsabile, il quale è divenuto il Chirurgo Trainer ed il Tutor per tutti quei
Colleghi italiani che iniziano ad utilizzare questa metodica, ed uno dei due
Centri di eccellenza Siciliani certificati dalla Società Italiana Unitaria di Colon-Proctologia, (N. Verde:
800-126-731).
In ogni caso sino ad oggi
l’intervento per prolasso emorroidario eseguito con le tecniche tradizionali è stato
considerato con estremo timore dai pazienti che lo associano a
lunghe e dolorose sequele post-operatorie: tutte complicanze totalmente
assenti con la utilizzazione della tecnica di Longo.
La realtà:
Le emorroidi sono dei cuscinetti venosi, fisiologicamente presenti in
ciascuno di noi sin dalla nascita, che hanno la funzione di rendere soffice ed elastico il canale anale e provvedere , insieme agli sfinteri, alla continenza
delle feci, liquide o solide, ed ai gas. Sono quindi importanti strutture anatomiche
che hanno una loro
specifica funzione, e non vanno asportati.
Il canale ano rettale
internamente è tappezzato
dalla mucosa. Questa per vari motivi tende a "scendere", a scivolare giù,
si dice a "prolassarsi" (cause congenite, età,
sforzi, alimentazione errata, stitichezza, ecc...) in quanto perde la capacità
di rimanere fissa ai muscoli sfinterali, e si spinge in basso verso l'orifizio
anale. Così facendo le vene emorroidarie fuoriescono al di fuori dell'ano
provocando i sintomi della malattia emorroidaria (sanguinamenti,
crisi dolorose, episodi acuti di tromboflebite, stispi ostinata, ed altri).
E' in questo caso che è necessario
un intervento per ripristinare una situazione di normalità.
Il rimedio:
La cura chirurgica oggi, non è più quella di asportare chirurgicamente le
vene emorroidarie prolassate, (intervento notoriamente molto doloroso, oltre
che altamente dannoso e non scevro di complicanze impotanti), ma
eliminare dall'interno e dall'alto del canale anale il prolasso, causa della fuoriuscita della emorroidi, e riportare le
vene emorroidarie stesse nella loro sede abituale, cioè all'interno del canale
anale. Eseguire cioè un "lifting" della mucosa anale e ritornare ad una
situazione di normalità. Si ottengono così due scopi, da una parte eliminare il
prolasso e fare sì che le emorroidi non possano più uscire al di fuori del
canale anale e dall'altra ripristinare una giusta circolazione venosa senza più
sanguinamenti.
Questo tipo di intervento viene
eseguito internamente al canale anale, in zone non innervate da terminazioni
sensitive, non creando ferite esterne. Così facendo il dolore dopo l'intervento è contenuto ai
minimi termini (circa l' 80% in meno rispetto alle tecniche abituali). Ciò è
reso possibile da un nuovo strumento chirurgico chiamato "Stapler" capace
di eseguire nello stesso tempo sia la resezione del prolasso sia la sutura
della mucosa sana.
L'Intervento:
I capi del filo della borsa di tabacco vengono annodati tra loro
all’esterno o solidarizzati con pinza.
Si introduce tutto lo stapler Housing della suturatrice (parte nera) nel canale anale; si pratica una
moderata trazione sui fili della borsa di tabacco e questa semplice manovra
induce la mucosa esuberante e prolassata ad essere contenuta dentro la
capiente suturatrice.
Viene completato così l’avvitamento-chiusura e
si pratica la sezione-sutura del prolasso.
A fine intervento si esplora con cautela
la sutura e si pongono, se necessario punti emostatici.
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vincenzo.romano20@alice.it o telefona al 335
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