La Dichiarazione dei Fatti

 LA DICHIARAZIONE DEI FATTI

ANNUARIO DEL 1934 DEI TESTIMONI DI GEOVA

TENTATIVO DI COMPROMESSO O DIFESA ESTREMA?

 

 

 

La dichiarazione dei fatti

Per leggere ed analizzare in lingua italiana la dichiarazione dei fatti

La cristianità e la dichiarazione dei fatti

Il contesto storico

I nobili ideali del governo nazista ed il cristianesimo positivo

Erano realmente nobili gli ideali del governo nazista?

Una difesa poco convincente

Un grave errore di valutazione

La strumentalizzazione della dichiarazione dei fatti

Il valore del sacrificio dei testimoni di Geova

 

 


 

La dichiarazione dei fatti

 

Nel giugno del 1933 i testimoni di Geova, sotto grave minaccia di persecuzione, presentarono ad Hitler una discutibile lettera ed un’ambigua dichiarazione nella quale, mentre da un lato si riaffermava la neutralità e l’impegno religioso della società Torre di Guardia, dall’altro si plaudeva alla causa antisemita ed ai nobili valori del governo nazista.  Solo in seguito, nonostante le crudeli persecuzioni, i testimoni di Geova mostrarono ferma opposizione alla barbarie nazista, denunciandone coraggiosamente i crimini e rifiutando di imbracciare le armi.

 

La Dichiarazione dei fatti suonava più o meno così: “La nostra organizzazione è apolitica e si occupa solo di questioni religiose, non sprechiamo denari a costruire chiese ma ci occupiamo di stampare Bibbie, siamo per questo messi in cattiva luce soprattutto dai religiosi cattolici. Non ci fidiamo della Società delle nazioni e non abbiamo mai ricevuto soldi dagli ebrei. Condividiamo invece l’antipatia dei nazisti verso i giudei materialisti e verso i bolscevichi atei. Siamo poi convinti del fatto che i gesuiti e la finanza ebraica abbiano portato e continuino a portare contributi negativi alla storia dell’umanità e soprattutto alla Germania. Appreziamo il tentativo di Hitler di costruire un ordine nuovo, condividiamo i nobili ideali del programma nazista, ci piace moltissimo il concetto di cristianesimo positivo (espresso nel punto 24) e confidiamo nell’elevato senso di giustizia del Fürer”.

 

 

Per leggere ed analizzare in lingua italiana la dichiarazione dei fatti si possono visitare i seguenti siti web:

 

·        http://www.triangoloviola.it/dic33ita.html e http://www.triangoloviola.it/let33ita.html (di alcuni testimoni di Geova) che esaminano in chiave critica la lettera al cancelliere tedesco e la dichiarazione dei fatti (il primo sito evidenzia peraltro le differenze tra le versioni americana e tedesca della dichiarazione dei fatti);

 

·        http://digilander.libero.it/alorenzi/dichiarazione.htm (di un ex testimone di Geova) che riporta, senza commenti personali, la traduzione dall'inglese della dichiarazione dei fatti con allegate fotocopie del documento originale inglese e tedesco;

 

·        http://digilander.libero.it/alorenzi/compromesso.htm (di un ex testimone di Geova) che allega fotocopie della lettera al cancelliere tedesco in lingua tedesca;

 

·        http://digilander.libero.it/alorenzi/nazismo.htm, tratto da un recente libro piuttosto polemico (Achille Aveta e Sergio Pollina, Scontro tra totalitarismi: nazifascismo e geovismo, 2000, Libreria Editrice Vaticana): gli autori (ex testimoni di Geova) danno infatti particolare enfasi ad opinioni personali peraltro non sempre suffragate da sicuri elementi di critica storica (come la tesi della persecuzione autoindotta o giustificata da motivi di empietà religiosa).

 

 

La cristianità e la dichiarazione dei fatti

 

Moltissimi credenti (ebrei, cattolici, protestanti, ortodossi e testimoni di Geova) si opposero alla dittatura nazifascista e furono sistematicamente minacciati, picchiati, torturati, mandati nei campi di sterminio ed eliminati fisicamente. Milioni di soldati diedero il proprio sangue e la propria vita per liberare l’Europa dalle dittature. Cedimenti e compromessi con i vari  regimi totalitari tuttavia non mancarono: molti apostatarono dalla vera fede per paura o per convinzione, mentre altri per sopravvivere scesero a collaborazioni e a compromessi più o meno dignitosi. Ciò che oggi maggiormente rattrista la cristianità è però il tentativo della Società Torre di Guardia di presentare i testimoni di Geova come l’unica congregazione pura ed incontaminata durante la persecuzione nazista, nonché l’accusa a tutta la cristianità di essersi prostituita con il potere nazista.

 

È vero che alcune affermazioni contenute nella Lettera al Cancelliere del Reich e nella Dichiarazione dei Fatti :

 

·        "L'impero più grande e oppressivo del mondo è quello anglo-americano. Vale a dire l'impero britannico, del quale gli Stati Uniti d'America fanno parte. Sono stati gli affaristi ebrei dell'impero britannico-americano che hanno creato e sostenuto il mondo dell'alta finanza per sfruttare e opprimere i popoli di molte nazioni. Questo è vero in modo particolare per le città di Londra e di New York,  roccaforti dell' alta finanza. Questo fatto è così noto che c'è un proverbio in America sulla città di  New York che dice: 'Gli Ebrei la possiedono, i Cattolici Irlandesi la governano, e gli Americani pagano i conti."

 

·        L'attuale governo della Germania, ha preso una posizione precisa contro gli oppressori dell'alta finanza, e contro la perniciosa influenza della religione sulle vicende politiche della nazione ” o anche

 

·        “È stato anche detto nel corso del congresso che non vi è assolutamente nessun contrasto fra gli Studenti Biblici tedeschi e il governo nazionale del Reich tedesco, ma che, al contrario, per quanto riguarda gli obiettivi squisitamente religiosi e le mète apolitiche degli Studenti Biblici, può affermarsi categoricamente che essi siano in piena armonia con gli stessi obiettivi del Governo del Reich tedesco…. Infine, i cinquemila delegati presenti al congresso hanno ribadito che l’organizzazione degli Studenti Biblici – Torre di Guardia è schierata fermamente a sostegno del mantenimento dell’ordine e della sicurezza dello stato e della promozione dei summenzionati alti ideali del governo nazionale, che coincidono con i loro princìpi religiosi..”

 

·         Un attento esame dei nostri libri e delle nostre pubblicazioni dimostrerà chiaramente che queste espongono, difendono ed evidenziano con vigore gli stessi elevati ideali sostenuti e promulgati dall'attuale governo nazionale, e mostrerà che sarà Geova Dio a far sì che al tempo opportuno questi siano conseguiti da tutti coloro che amano la giustizia e che obbediscono all' Altissimo. Perciò lungi dal minare con le nostre pubblicazioni e la nostra opera i principi dell'attuale governo, noi siamo i più grandi sostenitori di tali nobili ideali”

 

vanno lette all’interno del loro contesto e non devono essere estrapolate dal grave momento storico in cui furono scritte. È  anche vero che è spregevole e truffaldino usare tali affermazioni per screditare i sacrifici e le sofferenze dei poveri testimoni di Geova.  

 

Comunque si legga la Dichiarazione dei fatti emergono però, in qualsiasi persona ragionevole, sensati dubbi sia sull’ onestà intellettuale” di chi oggi ne prende le difese sia sulla tanto decantata “verginità morale” dei vertici della Congregazione.

 

Per difendere i testimoni di Geova dalla persecuzione nazista era proprio necessario gettare fango su cattolici, ebrei, irlandesi, organizzazioni pacifiche, stati liberi e democratici, insegnanti religiosi, costruttori di chiese, finanzieri  e  banchieri?

 

 Per difendersi all’accusa di aver ricevuto finanziamenti dagli ebrei

 

·        Siamo stati accusati falsamente dai nostri nemici di aver ricevuto aiuti finanziari per la nostra opera dagli ebrei. Niente è più lontano dalla verità. Fino ad ora gli ebrei non hanno dato nemmeno un centesimo per la nostra opera. Noi siamo fedeli seguaci di Cristo Gesù e crediamo in lui quale Salvatore del mondo, mentre gli ebrei rigettano completamente Gesù Cristo e negano con vigore che egli sia il Salvatore del mondo mandato da Dio per il bene dell'uomo. Ciò, di per sé, dovrebbe essere una prova sufficiente per dimostrare che non riceviamo alcun sostegno dagli ebrei e quindi che le accuse contro di noi sono false e malevole e possono provenire solo da Satana, nostro grande nemico”

 

era proprio opportuno che i vertici mondiali di una congregazione cristiana condannassero con tanta durezza ed in un momento così drammatico le colpe reali e presunte del popolo ebraico?

 

 

Il contesto storico

 

La difesa della causa “antisemita” e l’esaltazione dei “nobili ideali” affermati dal governo nazista avvennero in un  drammatico contesto di persecuzione. Molte affermazioni contenute nella “dichiarazione dei fatti” e nella “lettera al cancelliere tedesco” devono pertanto essere interpretate con equilibrio e carità, tenendo conto della violenza scatenata dal potere nazista, dell’infelice sforzo di dimostrare l’estraneità della società Torre di Guardia alla cosiddetta congiura  giudaico-bolscevica e soprattutto del disperato tentativo dei vertici americani di venire in aiuto ai fratelli tedeschi perseguitati. Alcune dichiarazioni conservano comunque una certa gravità perché non furono espressione di vescovi locali  collaborazionisti o di pastori luterani apostati ma rappresentarono, di fronte al mondo intero, la posizione ufficiale della congregazione cristiana dei testimoni di Geova. Prova ne è il fatto che tali documenti vennero stampati sia in lingua inglese sia in lingua tedesca, furono diffusi in migliaia di copie e sono tuttora registrati nell’Annuario Ufficiale (1934) dei testimoni di Geova.

 

 

I nobili ideali del governo nazista ed il cristianesimo positivo

 

Il programma del partito nazionalsocialista tedesco venne elaborato da Hitler nel febbraio del 1920 e diventò definitivo nel 1926. Richiedeva, prima di tutto, l’abolizione dei trattati di Versailles e S. Germain, la restituzione delle colonie e la riunione di tutti i tedeschi sotto le ali di una grande Germania. Solo gli appartenenti al popolo tedesco avrebbero potuto ottenere la cittadinanza, mentre gli altri popoli (latini, slavi ed ebrei) sarebbero stati considerati stranieri ed indegni di assumere impieghi statali. Tutti i cittadini avrebbero dovuto lavorare e nessuno avrebbe potuto vivere di rendita. La schiavitù del capitale sarebbe stata abolita confiscando i profitti di guerra, nazionalizzando i grandi monopoli ed offrendo alle piccole aziende l’aiuto dello stato. Una radicale riforma agraria avrebbe distribuito le grandi proprietà fondiarie tra i contadini, mentre nelle fabbriche sarebbero state applicate nuove forme di partecipazione agli utili. Riforma incisive avrebbero dovuto riguardare sia le pensioni sia l’istruzione popolare, consentendo agli anziani di vivere dignitosamente ed ai giovani meritevoli di ricevere un’istruzione superiore. Lo Stato avrebbe dovuto provvedere a migliorare la salute pubblica, proteggendo le madri ed i fanciulli, vietando il lavoro giovanile e rafforzando la prestanza fisica della gioventù. Un esercito popolare avrebbe quindi sostituito l’esercito di mestiere.

 

In campo religioso i nazisti richiedevano la libertà di tutte le confessioni religiose entro lo Stato, purché esse non minacciassero la sua esistenza o non urtassero contro la coscienza morale della razza germanica. Il partito affermava di voler difendere la concezione di un “cristianesimo positivo”, senza peraltro volersi legare confessionalmente ad una determinata fede. La lotta morale e religiosa sarebbe stata indirizzata contro lo spirito ebraico-materialista al fine di giungere ad un risanamento del popolo tedesco sulla base della prevalenza dell’interesse pubblico sugli interessi privati

 

 

Erano realmente nobili gli ideali del governo nazista?

 

Nel giugno del 1933 alcuni ideali proclamati nei 25 punti del programma del partito nazionalsocialista potevano effettivamente sembrare nobili non solo agli ingenui ma anche ad un consistente numero di persone ragionevoli.

 

La ferocia del governo nazista emergeva però chiaramente dai discorsi e dal comportamento tenuto da Hitler, soprattutto nei confronti degli oppositori politici, degli ebrei e dei poveri testimoni di Geova.  Le basi politiche e religiose dell’ideologia nazista si trovavano poi chiaramente illustrate nel Mein Kampf di Hitler del 1924. Di fatto, l’ideologia nazista era basata su alcuni semplici concetti come la ricerca di uno spazio vitale (dove trasferire ed espandere l’abbondante popolazione tedesca) e la certezza della superiorità della razza ariana sulle altre razze. Dalla lettura del Mein Kampf emergevano chiaramente anche l’odio feroce verso gli ebrei (corruttori dell’umanità, profittatori, usurai, marxisti e massoni), la fede in una congiura giudaico-bolscevica finalizzata alla conquista del mondo e la missione salvifica del popolo tedesco destinato a dominare il mondo, ad assoggettare gli altri popoli e a purificarsi dal sangue ebreo.

 

Che cosa fosse poi il “cristianesimo positivo” di cui parlava il punto 24 del programma del partito nazionalsocialista restò un mistero finché un discorso di Hans Kerrl, ministro nazista degli affari per il culto, chiarì come: «Il partito sostiene il cristianesimo positivo e il cristianesimo positivo è il nazionalsocialismo ed. il nazionalsocialismo è fare la volontà di Dio. La volontà di Dio si rivela poi nel sangue tedesco. Che il cristianesimo consista nella fede in Cristo come Figlio di Dio è qualcosa che mi fa ridere. Il vero cristianesimo è rappresentato dal partito, e il popolo tedesco è chiamato oggi dal partito e specialmente dal Fürer ad un cristianesimo reale. Il Fürer è l'araldo di una nuova rivelazione».

 

 

Una difesa poco convincente

 

Secondo gli attuali testimoni di Geova, da un accurato esame della Dichiarazione dei fatti, sarebbe evidente come i Testimoni non si ispirassero a proclamazioni o concetti del partito nazista, ma a ideali religiosi proclamati da funzionari governativi coi quali si trovavano concordi nel riferimento alla relazione tra l'uomo e Dio. La lettera al Cancelliere del Reich evidenzierebbe pertanto un punto di vista puramente religioso nell'affermare che solo "per quanto riguarda gli obiettivi squisitamente religiosi e apolitici degli Studenti Biblici, si può dire che siano in piena armonia con gli obiettivi del governo del Reich tedesco su tali questioni".

 

Qualunque cosa si possa pensare di questa benevola interpretazione dei fatti, occorre onestamente riconoscere che erano proprio gli ideali religiosi di Hitler (e non solo i programmi politici del Fürer) ad essere profondamente perversi e malvagi. Se la lotta (morale e religiosa) contro lo spirito ebraico-materialista emergeva chiaramente dal punto 24 del programma nazista, il tentativo di distruggere il cristianesimo per sostituirlo con nuove forme di nazionalismo, arianesimo, antisemitismo, paganesimo, occultismo e teosofia era in atto in Germania da più di un decennio. Di fatto, una ventata di paganesimo fu introdotta dai sistemi totalitari durante tutto il corso degli anni '30: il comunismo attuò contro i cristiani persecuzioni crudeli e sistematiche,  il fascismo si rifece ai fasti ed alla cultura dell'antica Roma, il nazismo riesumò filosofie esoteriche e miti nordici pagani ed il culto dell'imperatore giapponese assunse caratteri molto simili al culto divino tributato agli imperatori romani.

 

 

Un grave errore di valutazione

 

Non vogliamo infamare il martirio di tanti innocenti nei campi di concentramento né accusiamo i poveri testimoni di Geova di filonazismo o di antisemitismo come molti hanno tristemente fatto. Stiamo solo dicendo che nel 1933 l'atteggiamento di pacifica ed ingenua deferenza mostrata dai vertici della congregazione nei confronti del governo nazionalsocialista contrastava non poco con il veleno, i sospetti, le manie di persecuzione ed i giudizi temerari contenuti nella dichiarazione dei fatti e nelle pubblicazioni divulgative della Torre di Guardia. Come si poteva infatti essere così duri ed inflessibili verso cattolici, ebrei, irlandesi, organizzazioni pacifiche, stati liberi e democratici, insegnanti religiosi, costruttori di chiese, finanzieri  e  banchieri e, allo stesso tempo, tanto candidamente disponibili al rispetto, al dialogo, alla deferenza ed alla remissività  verso il nazismo?

 

Solo un odio profondo ed implacabile verso il giudaismo e la cristianità poteva ingannare i vertici della Congregazione ad un punto tale da credere che la persecuzione in atto fosse frutto di oscure trame ordite soprattutto dai religiosi cattolici e dall’internazionale ebraica. Il giudizio che il regime nazista formulava sui Testimoni di Geova era infatti molto più duro di quello formulato dalle chiese cristiane. Non si trattava solo di eretici, di millenaristi utopisti ed asociali, di falsi profeti o di lupi feroci organizzati per spingere verso l’apostasia grandi masse di persone.

 

Per i nazisti si trattava invece di veri e propri ebrei travestiti da cristiani, di framassoni, di perfidi giudei pronti alla conquista del mondo, di un potente movimento internazionale sovversivo ed antitedesco, di cospiratori giudaico-bolscevici con profonde radici in un grande paese nemico (gli Stati Uniti). Quando il regime reintrodusse la coscrizione obbligatoria, imponendo a tutti i giovani tedeschi di prestare il servizio di leva in previsione della guerra, il netto rifiuto dei Bibelforscher fu percepito da parte del potere, militarista e guerrafondaio, come la chiara conferma di un lucido attacco al cuore dello stato.

 

Tentare un concordato per arginare il male, come fece la chiesa cattolica,  sarebbe già stata una mossa perdente. Bruciare incenso al potere, lodare i nobili valori del nazismo ed appellarsi al profondo senso di giustizia del Fürer si rivelò drammatico: Hitler, che tutto era meno che quello che voleva apparire, si sentì, allo stesso tempo, beffato ed adulato e la persecuzione infuriò con crudeltà incredibile: i testimoni di Geova vennero incarcerati, picchiati, torturati, separati dai propri figli e spediti nei campi di concentramento.

 

 

La strumentalizzazione della dichiarazione dei fatti  

 

Qualunque cosa si possa pensare delle scelte operate dalla società Torre di Guardia nel 1933, è  innegabile che migliaia di testimoni di Geova seppero opporsi con coraggio alla dittatura nazista, lasciando all’umanità un grande esempio di coerenza, di fede, di abnegazione e di sacrificio. La dichiarazione dei fatti non va pertanto strumentalizzata né è opportuno esagerarne il valore e la portata. Molte attenuanti devono essere infatti considerate e, da un punto di vista giuridico, nessun giudice onesto potrebbe accettarla come prova di filo-nazismo: qualsiasi manifestazione della volontà umana che avvenga sotto minaccia, errore o terrore è infatti scarsamente attendibile e quasi sempre priva di valore giuridico (nel diritto civile, ad esempio, tutti i contratti conclusi sotto errore, inganno, violenza e minaccia sono chiaramente annullabili, mentre nel diritto penale minaccia ed errore costituiscono gravissime attenuanti che possono ridurre o addirittura annullare la responsabilità dell’imputato).

 

A ciò va aggiunto il fatto che molti di coloro che attaccano con veemenza i testimoni di Geova spesso non sanno o volutamente ignorano che in campo cattolico e protestante non ci furono solo martiri e profeti. Molti luterani, fin dall’inizio degli anni ’30, si organizzarono in una Chiesa del Reich, chiaramente filonazista, apostata ed ariana. Solo in seguito, in opposizione all’indirizzo politico-religioso della Chiesa del Reich, all’interno del protestantesimo tedesco si sviluppò la cosiddetta “Chiesa Confessante”, movimento religioso di resistenza e di rinnovamento cristiano guidata da grandi figure religiose come Martin Niemöller, Karl Barth e Dietrich Bonhoeffer. Anche in campo cattolico ambiguità e incertezze non mancarono. Nel luglio del 1933 la Santa Sede firmò un Concordato con il Reich tedesco per regolare in modo permanente le relazioni tra i due Stati e per garantire la libertà di culto ai cattolici tedeschi. Il Concordato imponeva però ai vescovi cattolici un giuramento di lealtà al Reich tedesco. Tale giuramento fu accettato con una certa leggerezza in una logica biblica di sottomissione all'autorità legalmente costituita (Romani 13,1; Tito 3,1; 1 Pietro 2,13-17) e soprattutto nel disperato tentativo di tutelare la libertà d'azione della chiesa cattolica. Negli anni successivi i nazisti violarono ripetutamente il Concordato, continuando a ricattare (legalmente e moralmente) l'episcopato tedesco a causa del giuramento astutamente estorto. Solo nel marzo del 1937 con l’enciclica  Mit Brennender Sorge Papa Pio XI, compresa finalmente la sleale ferocia di Hitler, riconobbe pubblicamente l'errore commesso dalla Santa Sede, denunciando sia le continue violazioni al Concordato del 1933 sia il sistematico attacco al cristianesimo messo in atto dal paganesimo nazista Nella Conferenza di Fulda del 1938, anche l’episcopato cattolico tedesco denunciò coraggiosamente l’attacco nazista all'Antico Testamento ed alla fede cristiana, nonché l'evidente tentativo di spingere il popolo tedesco verso il paganesimo e l’apostasia. Nello stesso documento si segnalò il sistematico progetto di sradicare dal cuore dei giovani la religione e si criticarono con energia  sia le continue accuse di immoralità rivolte al clero cattolico sia le  ingiustificate calunnie di relazioni segrete tra la chiesa cattolica ed il comunismo internazionale. In seguito i  vescovi cattolici tedeschi, pur condividendo le critiche di Pio XII alla politica di Hitler chiaramente espresse nell’enciclica Summi Pontificatus del 1939 (che condannava duramente sia la guerra sia l’invasione alla cattolicissima Polonia) e nel Radiomessaggio Natalizio del 1942 (che smascherò l’esistenza dei campi di sterminio), mescolarono denunce e sermoni antinazisti con ambigue benedizioni e preghiere a favore delle armi ed della causa militare tedesca: nelle Conferenze di Fulda del 1941 e del 1943 i vescovi cattolici tedeschi accettarono infatti di pregare per la vittoria della Germania, forse pensando che ciò coincidesse con il chiedere a Dio la sconfitta del nazismo. Durante la guerra, all’interno del mondo cattolico, emersero poi esperienze diverse: alcuni morirono martiri, altri militarono nella resistenza, molti operarono nel silenzio e qualcuno collaborò con i nazifascisti. Emblematici sono, a tal proposito, gli esempi di Josef Tiso  (vescovo cattolico slovacco collaboratore del regime nazista e probabile corresponsabile dello sterminio di ben 70.000 ebrei), di Alojzije Stepinac, (cardinale primate di Croazia collaboratore, fino al 1940, di Ante Pavelic ed in seguito critico durissimo del regime ustascia, dei crimini nazisti e della successiva dittatura comunista), di Von Galen vescovo di Münster  (che con coraggio da leone non ebbe timore a sfidare apertamente il potere di Hitler riuscendo ad arginare alcuni programmi di sterminio) e di Massimiliano Kolbe (sacerdote cattolico morto martire nei campi di sterminio nazisti).

 

 

Il valore del sacrificio dei testimoni di Geova

La persecuzione subita dai testimoni di Geova per opera dei nazisti non aggiunge credibilità alle eresie diffuse dalla Società Torre di Guardia, così come, grazie ai campi di sterminio, non prendono maggior valore le ideologie sostenute dagli ebrei, dai comunisti, dagli anarchici, dagli omosessuali e dagli zingari. La persecuzione dei testimoni di Geova aggiunge invece credibilità alla tesi della non violenza sostenuta per almeno tre secoli dalla cristianità primitiva e, fino alla seconda guerra mondiale, difesa coraggiosamente solo da un numero limitato di eretici, di libertari e di uomini pacifici, troppo spesso maltrattati e quasi sempre marchiati a fuoco come devianti, utopisti ed asociali.

 

Di fatto, i primi cristiani rifiutarono di bruciare incenso agli idoli e agli imperatori romani che pretendevano di essere chiamati dominus et deus (signore e dio). La disciplina ecclesiastica fino al terzo secolo proibì anche ai battezzati di farsi soldati (divieto di militare et bellare) e permise ai militari convertiti di rimanere nell'esercito a patto di non uccidere nessuno e di non commettere atti di idolatria (divieto di bellare). [Vedasi: Ippolito, Tradizione Apostolica, cap. XVI; Origene, Contra Celsum, cap. V; Tertulliano, De Corona, cap. XI; Cipriano, Ad Donatum, cap. VI].

 

Nel 313 con l'Editto di Milano promulgato dall'imperatore Costantino i cristiani divennero però uomini fidati e degni di svolgere il servizio militare. Furono esclusi invece dalle armi gli ebrei, gli eretici e i pagani. Nel 416 l'imperatore Teodosio riservò ai soli cristiani il diritto al servizio militare, sperando così di mitigare la durezza della guerra. Egli classificò invece come delinquenti politici gli eretici, gli scismatici e coloro che rifiutano il servizio militare. L'avanzata dell'Islam e la minaccia portata dagli arabi ai luoghi santi e alla cristianità orientale portarono il pensiero teologico (Tommaso, Summa Teologica, La carità: questione 40) ad ammettere i concetti di guerra giusta (cioè condotta rettamente, per una giusta causa, da un principe legittimo) e di guerra santa (cioè intrapresa per liberare i luoghi santi o per difendere la fede).

 

La riscoperta della non violenza è avvenuta solo recentemente dapprima grazie alle posizioni radicali assunte da alcune congregazioni cristiane non cattoliche (quaccheri, mennonniti e testimoni di Geova) e, nel XX° secolo, ad opera di grandi pensatori come Tolstoj, Gandhi, Martin Luther King e Lanza del Vasto. È comunque anche grazie al sacrificio di milioni di innocenti sui campi di battaglia e nei campi di concentramento che larga parte della Chiesa Cattolica ha avuto la forza di tornare agli ideali evangelici primitivi, di prendere le distanze dalle seduzioni del potere temporale e di riscoprire il senso profondo dell’attesa del Regno di Dio e del ritorno glorioso di Cristo.