La Porta Degli Innocenti
Intervista a Simona Mammano per la rivista "Polizia e democrazia"
E� lontano dalla citt�, in un contesto bucolico, che si ambienta il romanzo di Valter Binaghi (La porta degli innocenti, ed. Dario Flaccovio, 2005, pp. 318, 14.50 euro).
Vengono uccise quattro persone e nessun legame le unisce. L�ispettore Leonetti intuisce che deve investigare in un ambiente ristretto, quello dei giovani del paese.
Quegli stessi giovani che l�autore definisce innocenti, giocando sull�ambivalenza che la parola innocente nasconde: puro ma anche irresponsabile.
Binaghi intreccia la realt� virtuale dei videogiochi con quella della vita reale, raccontando come i ragazzi, protagonisti del libro, non siano pi� capaci di distinguere l�una dall�altra. La morte diventa un gioco, uccidere è facile come in un videogioco. Le persone diventano personaggi.
E� un romanzo polifonico, dove le voci degli attori si narrano in prima persona. In questa struttura sapiente si trovano l�investigazione classica e rassicurante, il mondo degli adulti e quello delle nuove generazioni, che si mettono a confronto cercando invano lo spazio per una mediazione. Vi troviamo anche l�angoscia di una madre che ama il proprio figlio adolescente, ma che sente ormai irraggiungibile.
Tre domande all'autore
In questo romanzo si sente l�angosciosa domanda che quotidianamente aleggia nell�aria di chi legge fatti di cronaca che hanno per protagonisti gli adolescenti. E� cambiato qualcosa in questa societ�? Sono gli strumenti mediatici che ci fanno conoscere ci� che in realt� è sempre accaduto nel corso delle generazioni o adesso viviamo in un mondo incapace di trasmettere dei valori?
Non sappiamo se le risposte siano scontate, quel che è certo è che l�autore ci ha posto di fronte ad una riflessione. Una riflessione che merita un approfondimento.
In questo romanzo lei rappresenta una realt� che ha per protagonisti i ragazzi, gli innocenti. Perch� li definisce tali pur descrivendoli capaci di atrocit�?Perchè �innocente� pu� significare anche irresponsabile, ed è questa l�accezione del termine che mi interessa. E un�altra parola su cui voglio precisare è �ragazzi�. Fin quando si è ragazzi? Non c�è un limite biologico, ma sociale, ed è legato all�autonomia effettiva di un individuo.
Oggi si pu� essere ragazzi a trent�anni. Ancora a questa et� spesso i giovani vivono nella precariet� economica (in politichese si dice flessibilit�), e in una sorta di limbo da eterni discenti, turisti, sperimentatori, impossibilitati a radicarsi (leggi pagarsi un affitto e mettere su casa, legarsi stabilmente a un compagno, permettersi dei figli).
Ma chi non ha legami forti non si sente responsabile di nessuno se non di s� stesso, non ha un ruolo definito in un ordine intelligibile, e si d� come unica missione quella di essere felice, il che è un ottimo modo per rendersi infelici a vita.
Comunque l�irresponsabilit�, il narcisismo e la disaffezione alle istituzioni politiche sono un fatto facilmente accertabile nella popolazione giovanile: diciamo che questo è l�ambiente umano in cui matura il delirio raccontato dal romanzo.
Per professione ha la possibilit� di stare vicino agli �innocenti� e poterne quindi studiare le dinamiche?Insegno filosofia a gente che sta tra i sedici e i diciannove anni, certo è un�osservatorio privilegiato. Ho anche due figli adolescenti, ma grazie al cielo non è stata l�esperienza diretta ad ispirarmi, bens� la cronaca nera degli ultimi dieci anni.
Ci sono stati dei delitti commessi da giovani, che mi sono sembrati frutto non di avidit� nè di brutalit� pura e semplice, ma di una specie di sognante delirio, come di chi crede di perseguire una strategia di gioco, un progetto estetico o addirittura un rituale.
Mi è parso che, nei suoi elementi pi� fragili, questa generazione corra il rischio di una perdita del senso del reale, quando s�imbattesse in un mito dall�apparenza metafisica e dalla sostanza mortale, come accade in �La porta degli Innocenti�.
Blues, rock, ogni suo libro ha un tema musicale, quale sarà il prossimo? Ha già in mente una trama specifica?�Robinia Blues� era un�elegia per un paesaggio e un�infanzia, ma anche la ricerca di un paesaggio dell�anima, il blues era d�obbligo. �La porta degli Innocenti� si ispira all�aspetto pi� oscuro dell�immaginario giovanile: nel reading con cui lo presento ho optato per un rock inquietante e vellutato, con brani di Lou Reed, Depeche Mode, Eno, Moby.
Il prossimo romanzo in realtà sono due: uno è una fantasia storica, l�altro un thriller.
Non so quale dei due finir� per primo. Sono nel limbo, lasciamoli lievitare.