LA
CERAMICA
La ceramica di Casteldurante è già
presente in epoca medioevale. Nel '500, durante la Signoria dei
Montefeltro e dei Della Rovere, conobbe una
stagione particolarmente felice e venne conosciuta in ogni angolo
d'Europa. Nutrita dal "raffaellismo" e dai suggerimenti
di pittori ed umanisti della corte rinascimentale, la ceramica di
Casteldurante è ancora oggi presente nei musei più
importanti come, l'Ermitage di San Pietroburgo, il Victoria &
Albert di Londra, il Louvre di Parigi.
Verso la metà del '500 Casteldurante, insieme ad Urbino,
Pesaro e ad altri centri dell'area metaurense, produsse tra le più
belle maioliche del rinascimento, famose per la finissima produzione
di istoriati.
Nel centro metaurense ardevano oltre 40 forni per una committenza
che riguardava tutte le corti europee ed erano censiti ben 150 maiolicari
tra cui foggiatori e pittori di eccezionale bravura nell'ornamento
e nelle figure. Oltre all'istoriato,
dalle botteghe di Casteldurante uscivano le decorazioni più
varie: a fiori, a stemmi, a festoni con la fogliadi quercia e la
ghianda (in omaggio ai Della Rovere), geometriche, a spirale, a
chiodo ela gamma di colori tipici (verde, giallo, arancione, blu)
sapientemente accordati nelgioco delle mezze tinte e nel contrasto
dei toni caldi e freddi.
Attorno al 1548 il durantino Cipriano Picolpasso scrive il trattato
"Li tre libri dell'arte del vasaio" dettando i segreti
e le regole del far ceramica.
Il patrimonio di conoscenze degli antichi maestri si è trasmesso
nel tempo. Nelle nuove botteghe di Urbania rivivono - ancora oggi
- i colori, le tecniche e la straordinaria ricchezza dei vasi e
dei piatti istoriati.
|