Benvenuto a questa nuova lezione del Corso Base di Scacchi, nella quale faremo la conoscenza di
due mosse, previste dalle regole del gioco degli scacchi, decisamente "speciali", nel senso che
sono mosse un po' particolari:
l'arrocco, che incontrerai nella stragrande maggioranza delle partite;
la presa "en passant", decisamente più rara da incontrare ma... da non
dimenticare!
L'arrocco
La "specialità" dell'arrocco deriva dal fatto che è l'unica mossa del gioco
degli scacchi in cui sia permesso muovere due pezzi contemporaneamente, rappresentati
dal Re e dalla Torre.
L'arrocco è una mossa relativamente nuova nella plurimillenaria storia degli scacchi: esso
infatti fu introdotto solamente nel Medioevo, all'epoca del passaggio del gioco degli
scacchi dalle antiche regole orientali a regole più moderne, che sono quelle che tuttora
utilizziamo (vedi il capitolo "Breve storia degli scacchi" dalla home page).
La sua introduzione nel gioco è dovuta ad un fatto piuttosto curioso: l'arrocco fu infatti
introdotto come rimedio ad altre modifiche alle regole del gioco stabilite nella
stessa epoca, cioè le nuove e potenziate caratteristiche di movimento della Donna,
trasformata di colpo in un pezzo dalla forza eccezionale.
Se prima di tale trasformazione della Donna le partite, giocate secondo le regole orientali, erano
facilmente di durata a dir poco estenuante (addirittura svariati giorni!), nel tardo
Medioevo, con la nuova potenza impartita alla Donna, si era passati all'estremo opposto, con
partite che duravano spesso poche mosse a causa della relativa facilità di pervenire allo
scaccomatto contro un Re bloccato al centro della scacchiera dalle sue note, limitate possibilità
di movimento.
In tale nuovo quadro, ecco che una mossa come l'arrocco permetteva in un sol colpo
sia al Re di portarsi al sicuro dietro ad un fitto schieramento di pedoni ed in un
angolo riparato della scacchiera, sia alla Torre di svilupparsi verso il centro della
scacchiera dove ferve l'azione.
Si era in tal modo ottenuto un riequilibrio della partita, dato che il Re ritornava ad
essere molto difficile da "mattare", anche per la nuova, potentissima Donna.
Ma veniamo alla pratica! Come si effettua l'arrocco nella realtà, sulla scacchiera?
Come già visto per l'effettuazione delle normali mosse (vedi la sezione Pezzo toccato, pezzo mosso!), il Regolamento
Internazionale degli Scacchi disciplina anche l'arrocco, per la sua particolarità di
essere l'unica mossa che coinvolge due pezzi.
Innanzitutto, l'arrocco è considerato una mossa del Re.
Ciò significa che l'esecuzione corretta prevede prima lo spostamento del Re e poi quello
della Torre interessata all'arrocco.
Se quindi un giocatore tocca deliberatamente il suo Re e una sua Torre, egli
dovrà arroccare da quel lato, sempre che la mossa sia legale.
Se un giocatore deliberatamente tocca prima una Torre e successivamente il suo Re
(mossa illegale, secondo quanto appena visto al punto 1), non gli sarà permesso arroccare da quel
lato in quella mossa e la situazione sarà risolta secondo il punto 3 della regola sull'esecuzione della mossa.
Se un giocatore, volendo arroccare, tocca il Re oppure il Re e la Torre nello stesso momento
ma l'arrocco da quel lato è illegale, egli dovrà scegliere se arroccare dall'altra parte
(verificato che l'arrocco su quel lato sia legale) o muovere il suo Re.
Se anche il Re non ha mosse legali, il giocatore sarà allora libero di fare qualsiasi altra mossa
legale.
Distinguiamo poi i due tipi di arrocco possibili.
L'arrocco "corto"
Indicato secondo la notazione algebrica con il simbolo 0-0, l'arrocco corto si
effettua per il Bianco e per il Nero come illustrato nei diagrammi seguenti:
Posizione di partenza per l'arrocco corto del
Bianco: Re in e1 e Torre in h1
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
Il Re muove di due case, spostandosi in g1...
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
...e la Torre si posiziona alla sua sinistra, in f1...
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
...per la posizione finale con Torre in f1 e Re in
g1.
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
Posizione di partenza per l'arrocco corto del
Nero: Re in e8 e Torre in h8
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
Il Re muove di due case, spostandosi in g8...
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
...e la Torre si posiziona alla sua destra, in f8...
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
...per la posizione finale con Torre in f8 e Re in
g8.
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
L'arrocco "lungo"
Indicato secondo la notazione algebrica con il simbolo 0-0-0, l'arrocco lungo si
effettua per il Bianco e per il Nero come illustrato nei diagrammi seguenti:
Posizione di partenza per l'arrocco lungo del
Bianco: Re in e1 e Torre in a1
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
Il Re muove di due case, spostandosi in c1...
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
...e la Torre si posiziona alla sua sinistra, in d1...
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
...per la posizione finale con Torre in d1 e Re in
c1.
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
Posizione di partenza per l'arrocco lungo del
Nero: Re in e8 e Torre in a8
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
Il Re muove di due case, spostandosi in c8...
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
...e la Torre si posiziona alla sua destra, in d8...
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
...per la posizione finale con Torre in d8 e Re in
c8.
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
Limitazioni
dell'arrocco
L'effettuazione dell'arrocco è subordinata al rispetto di alcune limitazioni ben
precise: vediamo quali.
Per avere il diritto di arroccare, sia per il Re che per la Torre interessata alla mossa
l'arrocco deve essere la prima mossa effettuata sino a quel momento della
partita.
In caso contrario, succede che:
se a muovere dalla sua casa iniziale è stato il Re, si ha perso definitivamente la
possibilità di arroccare;
se invece a muovere dalla sua casa di partenza è stata una Torre, non è più consentito
arroccare con quella Torre, mentre rimane la possibilità di arroccare con l'altra
Torre sempre che, a sua volta, quest'ultima non sia mai stata mossa.
Non è possibile arroccare in presenza di pezzi che si frappongano tra Re e Torre
interessata.
Non è possibile arroccare come mossa di risposta ad uno scacco al Re, cioè
quando il Re si trova sotto scacco.
Non è possibile arroccare se la casa attraversata dal Re o la casa d'arrivo
del Re sono controllate da un pezzo nemico.
A questo proposito, c'è una curiosità storica da ricordare.
Se da un lato la limitazione sulla casa d'arrivo appare perfettamente logica alla luce
del noto principio secondo cui al Re non è
permesso sottoporsi volontariamente ad uno scacco, la limitazione anche sulla casa di
transito del Re durante l'arrocco appare senza giustificazione, dato che, tecnicamente, il
Re non sosta nella casa di transito.
In effetti, tale limitazione deriva dal fatto che, in origine, l'arrocco era effettuato una
mossa alla volta, per cui ognuna delle due mosse del Re era sottoposta
ovviamente al principio sopra ricordato. Nonostante poi un'ulteriore evoluzione dell'arrocco lo
fece diventare un'unica mossa, il principio di cui sopra continuò ugualmente ad essere osservato,
da cui la limitazione citata.
Ma vediamo un esempio.
Nella posizione del diagramma che segue, può il Nero arroccare "corto"?
a
b
c
d
e
f
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h
8
8
7
7
6
6
5
5
4
4
3
3
2
2
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
Analizzando la posizione, hai notato quel pallino arancione nella casa f8?
Esso sta ad indicare che quella casa è sotto il controllo di un pezzo bianco, e precisamente
l'Aa3.
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
7
7
6
6
5
5
4
4
3
3
2
2
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
Su quella casa il Re nero deve forzatamente passare in caso di arrocco corto, per cui,
nella posizione riportata, la risposta alla domanda iniziale è: no, il Nero non può
effettuare l'arrocco corto.
Per quanto riguarda invece la possibilità di effettuare l'arrocco lungo, vediamo che nè la casa di
attraversamento d8 nè la casa di arrivo c8 sono occupate da pezzi neri o
sotto controllo di pezzi del Bianco, per cui il Nero può liberamente arroccare
lungo.
Vediamo un altro esempio: può il Bianco arroccare "lungo"?
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
7
7
6
6
5
5
4
4
3
3
2
2
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
Qui è l'Ah6 nero a tenere sotto controllo la casa c1 (di nuovo indicata
dal pallino arancione), cioè quella di arrivo del Re in caso di arrocco lungo: in queste
condizioni, la risposta è di nuovo che il Bianco non può arroccare lungo.
Nota inoltre che il Bianco non può nemmeno arroccare corto in quanto la
Th1 ha già mosso dalla sua casa iniziale h1 e si è spostata in
f1.
Bene, abbiamo esaurito l'argomento "arrocco" e ora sappiamo tutto su tale mossa. Facciamo un
paio di esercizi assieme per consolidare le nostre nuove conoscenze?
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
7
7
6
6
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3
3
2
2
1
1
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b
c
d
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a
b
c
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e
f
g
h
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8
7
7
6
6
5
5
4
4
3
3
2
2
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
La presa "en passant", o presa "al varco"
Accidenti... come se non bastasse l'intrinseca difficoltà degli scacchi a rendere ostico il loro
apprendimento, adesso ci si mette anche il francese!
Ma le cose semplici proprio non si possono fare? Risposta: ovvio che no, perché sennò il
divertimento dove sarebbe???
Scherzi a parte, l'espressione francese presa "en passant" letteralmente significa
presa "al passaggio", ma nel gergo scacchistico italiano, sempre un po'
anticheggiante (...fa così atmosfera!), viene meglio tradotto con un altisonante presa "al
varco".
Parlando di "presa", poi, si capisce immediatamente che stiamo parlando di una regola che
si applica in un qualche tipo di cattura... ma da parte di chi? Quale pezzo sottosta a
questa regola nel suo modo di catturare?
Beh... non si tratta proprio di un "pezzo", bensì del pedone.
Vediamo allora, ripercorrendone l'origine storica, cos'è la presa "en passant".
Ricordi le caratteristiche di movimento e di cattura del pedone, vero? Sappiamo bene quanto entrambe
siano limitate!
Bene, in una sorta di tentativo di "riparazione" nei confronti del povero pedone, gli venne
conferita verso il tardo Medioevo (probabilmente), sempre allo scopo di velocizzare il gioco, la
già nota possibilità di muovere di due case alla
prima mossa.
L'introduzione di questa possibilità, però, portò rapidamente alla luce un nuovo
problema.
Vediamo di cosa si trattava.
a
b
c
d
e
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g
h
8
8
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7
6
6
5
5
4
4
3
3
2
2
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
= Raggio
d'azione
In questa posizione, vediamo che sia il pedone bianco b5 che il pedone nero
f4 sono giunti alla rispettiva quinta traversa, cioè in b5 ed in f4, e sono pronti ad
affrontare i loro avversari, rispettivamente il pedone nero in a7 e quello bianco in e2, non appena
questi osassero muovere.
A questo punto, però, ecco il colpo di scena:
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
7
7
6
6
5
5
4
4
3
3
2
2
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
Inaudito: i due pedoni a7 ed e2, sfruttando la possibilità di muovere di due case
alla loro prima mossa, sono riusciti ad evitare le case pericolose a6 e
e3 e si sono furbescamente sottratti alla battaglia!
Per fortuna dei due pedoni attaccanti, però, la soluzione a questo atto di vigliaccheria esiste:
è proprio la presa "en passant" o presa "al varco".
E succede allora che i due pedoni attaccanti possono effettuare ugualmente la cattura dei
pedoni "furbetti" proprio come se questi ultimi avessero mosso di una sola casa anzichè di
due!
Ecco quindi che il pedone bianco b5 si sposta in a6 catturando il pedone nero a5
(nel diagramma riportato in grigio ad indicare che sta per scomparire dalla scena), mentre a sua
volta il pedone nero f4 muove in e3 e cattura il pedone bianco e4 (anch'esso riportato
in grigio):
a
b
c
d
e
f
g
h
8
8
7
7
6
6
5
5
4
4
3
3
2
2
1
1
a
b
c
d
e
f
g
h
Infine, parliamo della notazione algebrica della presa "en passant".
Molto semplicementente, essa viene annotata scrivendo la sigla e.p. dopo la mossa: nel
doppio esempio appena visto, la presa "en passant" del pedone bianco viene quindi annotata come
bxa6 e.p., mentre quella del pedone nero in f4 viene annotata come fxe3
e.p..
Regole per la presa "en
passant"
Anche la possibilità di effettuare la presa "en passant" è ovviamente disciplinata da
alcune regole:
La presa "en passant" può essere effettuata solamente nella specifica condizione presentata nei
diagrammi precedenti, cioè quando:
un pedone si trovi nella quinta traversa del suo senso di marcia (traversa
5 per i pedoni bianchi, traversa 4 per i pedoni neri);
esso venga affiancato sulla medesima traversa da un pedone avversario che,
partendo dalla sua casa iniziale, effettui una mossa di due case.
Nessuna sequenzialità di mosse è richiesta tra la mossa con cui un pedone
raggiunge la sua quinta traversa e la mossa di due case a partire dalla casa di partenza con cui un
pedone avversario gli si affianca.
Ciò significa che arrivo di un pedone nella sua quinta traversa e affiancamento da parte di un
pedone avversario non devono necessariamente avvenire in due mosse successive.
Il pedone che ha raggiunto la sua quinta traversa mantiene il diritto di effettuare la presa
"en passant" fino a quando (e la cosa può avvenire un qualsiasi numero di mosse dopo il suo
arrivo in quinta traversa) un pedone avversario non gli si affianchi con una mossa di due case a
partire dalla casa di partenza.
Al contrario, la presa "en passant" può essere effettuata solamente come mossa di
risposta alla mossa di due case del pedone avversario.
Quindi, se il giocatore che ha la possibilità di effettuare la presa "en passant" decide invece di
effettuare una mossa diversa, ciò significa che esso perde definitivamente tale
possibilità per lo specifico pedone interessato.
La presa "en passant" non è invece effettuabile nei confronti di un pedone
avversario che abbia già mosso di una sola casa dalla casa di partenza (cioè che si
trovi nella traversa 3, se bianco, o nella traversa 6, se nero) e che muova di una ulteriore
casa, affiancando in questo modo il pedone attaccante.
In questo caso, infatti, risulta non soddisfatta la condizione II enunciata al punto
1, cioè che l'affiancamento da parte del pedone avversario avvenga con una mossa di
due case a partire dalla casa di partenza.
Bene, anche questo importante capitolo è giunto al termine.
Soprattutto per comprendere bene l'arrocco, che vedrai eseguire nel 99% delle partite
(al contrario della presa "en passant", che può tranquillamente essere considerata una
mossa ben rara), ti consiglio come sempre di rivedere per bene i quiz relativi ad
esso, eventualmente utilizzandoli come base di partenza per creare nuove posizioni, in
modo da comprendere senza alcun dubbio residuo quando sia possibile arroccare e quando non lo
sia.
A questo punto del Corso, però, ti voglio fare una domanda.
Abbiamo imparato tante cose finora, e alcune hanno richiesto applicazione ed esercizio per essere
comprese e maneggiate in sicurezza: tuttavia... non ti sei ancora mai chiesto qual'è lo
scopo del gioco degli scacchi?
In altre parole, sappiamo che ci sono due eserciti che si fronteggiano su una scacchiera, ma...
quand'è che si conclude una partita a scacchi? E come si conclude?
A questa fondamentale domanda risponderà il prossimo
capitolo, dedicato a comprendere proprio le regole che riguardano lo scopo del gioco degli
scacchi e come si persegue tale scopo.
Buon proseguimento!