No, no, ti tranquillizzo subito: la matematica qui c'entra sì, ma in modo davvero superficiale!
La notazione algebrica, a dispetto del suo altisonante nome, è infatti semplicemente un sistema per documentare una partita a scacchi in modo da poter ricostruire a posteriori l'intera partita nell'esatta sequenza di mosse giocate.
E' un sistema di annotazione relativamente recente in confronto ad altri sistemi di
documentazione.
Tuttavia, è il sistema decisamente più usato al mondo, per cui, se intendi imparare un modo per
scrivere le tue partite, o se vorrai approfondire la conoscenza degli scacchi attraverso la lettura
di qualcuno dei tantissimi libri e riviste scacchistiche che si trovano in commercio,
scoprirai che questo sistema di annotazione è fondamentale per poter fare ciò: è così
incredibilmente comodo e pratico!
La notazione algebrica è un sistema molto semplice, si basa su concetti logici elementari, e richiede appena un po' di pratica perché anche tu possa leggere le partite scritte in tale sistema nonchè scrivere ed annotare le tue partite.
Entrando ora nel dettaglio di come funziona la notazione algebrica, subito ti faccio una
domanda: hai mai giocato a "Battaglia navale"?
Sono sicuro di sì, e allora ti dico che, anche se tu ancora non te ne rendi conto, tu conosci
già perfettamente cos'è la notazione algebrica!
Come già sappiamo (vedi il capitolo Introduzione), la scacchiera è composta da 64 case, rispettivamente 32 "bianche" e 32 "nere", disposte in un quadrato di 8 per 8 case, in cui alle colonne (le righe di case in verticale) vengono attribuite le lettere da a ad h procedendo da sinistra verso destra, mentre alle traverse (le righe di case in orizzontale) vengono attribuiti i numeri da 1 a 8 procedendo dal basso verso l'alto.
Bene, la notazione algebrica serve allora per poter attribuire a ciascuna casa un "codice" unico, composto da una lettera ed un numero, basato proprio sul modo con cui sono etichettate traverse e colonne.
Per trovare il "codice" di una particolare casa, basta quindi accoppiare la lettera della colonna con il numero della traversa, proprio come si fa nella "Battaglia navale" per comunicarsi i tiri.
Complicato? Beh, dai un'occhiata al diagramma qui sotto, e tutto ti sembrerà molto più facile
che nella mia descrizione a parole!
Oltretutto, per facilitare le cose, come vedi, molte scacchiere riportano nel bordo l'indicazione
delle colonne e delle traverse.
Con questi "aiuti", individuare che nel diagramma seguente la casa contrassegnata dal
pallino viene indicata come a1 diventa molto semplice.
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Come abbiamo fatto?
Dalla combinazione di colonna e traversa, ecco dunque il risultato: a1.
Facciamo subito un piccolo esercizio?
Nel diagramma seguente, prova a dare un nome alle case contrassegnate dal pallino: con un minimo
di attenzione, e seguendo il metodo "colonna + traversa", vedrai com'è facile!
Puoi inoltre controllare la tua risposta semplicemente sostando brevemente con il mouse sulle
case con il pallino: a seconda del browser che stai utilizzando, l'indicazione della casa apparirà
vicino alla freccia del mouse e/o nella barra di stato in fondo alla finestra.
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A questo punto, probabilmente ti domanderai:
"Bene, tutto ciò è fantastico, adesso riesco ad individuare le singole case, ma... cosa
c'entra tutto ciò con la notazione algebrica? Io credevo che servisse a descrivere il movimento dei
pezzi!"
Ebbene, aver imparato ad identificare le case è stata la parte più difficile della notazione
algebrica: infatti, per indicare il movimento di un pezzo basterà ora anteporre la
sigla del pezzo che muove (che in genere corrisponde alla sua iniziale, se ricordi
quanto detto in I Pezzi: come si presentano) alla casa
in cui esso muove.
Così, per indicare, ad esempio, che un Alfiere (sigla: A) muove
nella casa b4, si scrive semplicemente Ab4 (ricorda che per il pedone non si
usa alcuna sigla e si indica direttamente la casa d'arrivo della mossa).
E, come avrai notato, la sigla del pezzo è scritta in maiuscolo: questo onde evitare
di confondere un pezzo con la casa verso cui esso muove.
All'annotazione della mossa del pezzo o pedone, infine, nella registrazione delle partite si fa precedere il numero della mossa ad indicare l'ordine con cui le mosse sono state giocate. Ecco quindi come viene annotata una partita su libri, riviste o giornali:
1.e4, e5 2.Cf3, Cc6 3.Ab5, a6 4.Aa4, d6 5.O-O, Ae7 6.Te1, b5 7.Ab3, Cf6 ecc. ecc.
Una particolarità legata all'utilizzo delle loro iniziali per indicare i vari pezzi è il fatto
che ovviamente esse differiscono da nazione a nazione in quanto legate alla lingua: ad esempio, in
inglese il Re è indicato con la lettera K, iniziale di "King", mentre la lettera
R, che per noi identifica il Re, indica invece la Torre ("Rook").
Ecco allora che, parecchi anni fa, dapprima solo le riviste più prestigiose a livello
internazionale e poi via via sempre più case editrici di libri e riviste hanno incominciato ad
utilizzare un sistema per indicare i pezzi indipendente dalla lingua del testo e semplice quanto
l'uovo di Colombo: vengono infatti utilizzati gli stessi simboli usati nei diagrammi, i
cosiddetti pittogrammi.
Senza ombra di dubbio, problema della lingua a parte, è molto più piacevole ed intuitivo leggere d5 invece della classica Td5, oppure f6+ invece di Af6+, vero?
Purtroppo, però, adesso che preferiresti senza dubbio la notazione con i pittogrammi... ti devo dare una delusione: in questo Corso, per motivi di semplicità di redazione e di velocità di visualizzazione a video (ogni pittogramma è un'immagine da scaricare...), per indicare i pezzi useremo le lettere. Sorry!
Sopravvissuto alla delusione?
Bene, allora guarda il diagramma che segue e dimmi: come viene indicata la mossa del pezzo verso la
casa con il pallino?
Non importa che tu ancora non sappia come muove la Torre: lo scopo dell'esercizio è di
"creare" l'annotazione di una mossa a partire dalla conoscenza di quale
pezzo muove e in quale casa esso muove.
Ti dò anche un grosso suggerimento: dato che il pezzo nel diagramma è una Torre,
l'indicazione della mossa inizierà con la lettera T seguita poi dalla casa verso cui
la Torre si sposta.
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Se hai annotato la mossa come Tc5 datti una pacca sulla spalla: risposta
esatta!
Se hai risposto diversamente, o non sei riuscito a trovare la risposta, niente paura: riprendiamo
il diagramma e guardiamolo di nuovo:
Bene, questo è tutto per quanto riguarda l'annotazione del normale movimento dei
pezzi.
Però pezzi e pedoni eseguono anche un'altra operazione fondamentale oltre al semplice spostarsi
per la scacchiera: essi possono infatti "catturare" altri pezzi e pedoni.
Approfondiremo meglio più avanti tutti i dettagli sul concetto di "cattura" nell'apposito
capitolo Il concetto di "cattura".
Per ora accontentiamoci di imparare che, per indicare che un pezzo esegue una
"cattura", si usa il segno di moltiplicazione
(cioè in pratica la lettera "x") posto tra la sigla del pezzo che cattura e
l'indicazione della casa in cui era il pezzo avversario che viene catturato.
Ad esempio, la mossa Axe4 indica che l'Alfiere (A) ha catturato
(x) il pezzo che si trovava nella casa e4.
Ancora, un altro esempio è Cxf6: il Cavallo (C) ha catturato
(x) il pezzo che si trovava nella casa f6.
Visto dunque come annotare una "cattura", rimangono ora alcuni casi particolari di notazione algebrica di movimenti di pezzi, casi che andiamo subito ad esaminare.
Supponiamo che nella seguente posizione (negli scacchi così viene chiamato il diagramma di una disposizione di pezzi sulla scacchiera) il Bianco voglia muovere uno dei suoi Cavalli verso la casa c3.
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Ancora non abbiamo studiato come muovono i pezzi, ma in questo momento non importa: per ora ti
basti sapere che nella posizione sopra riportata entrambi i Cavalli del Bianco, piazzati
sulla 4.a traversa, possono muovere nella casa c3, e che il Bianco vuole
muovere il Cavallo situato in a4.
Come annotare allora questa mossa di Cavallo?
Seguendo la regola esposta poco fa scriveremmo d'impulso la mossa ovvia Cc3,
giusto? Sì, è giusto, però...
Il problema è che, pur se corretta, la mossa scritta così è ambigua perché non indica
quale dei due Cavalli esegue la mossa: occorre allora aggiungere qualcosa
nella notazione della mossa che permetta di individuare senza ombra di dubbio il Cavallo che
muove.
Presto fatto: basta aggiungere, tra la sigla del pezzo e la casa di arrivo, l'indicazione della
colonna di partenza del pezzo che muove.
Così, nell'esempio della posizione precedente, in cui il Bianco vuole muovere il Cavallo situato
nella colonna "a", la mossa è Cac3.
E se il Bianco avesse voluto muovere l'altro Cavallo, quello situato in e4, riesci
a immaginare come avremmo invece annotato la mossa?
Sì, proprio Cec3, bravo!
Allo stesso modo, poniamo stavolta il caso in cui vi siano due pezzi situati sulla stessa
colonna in grado di muovere in una determinata casa: in quale modo dovremo annotare la
mossa per distinguere quale dei due pezzi muove?
Seguendo di nuovo lo stesso filo logico visto in precedenza, la risposta diviene facile: si
inserisce nella mossa l'indicazione della traversa di partenza del pezzo che
muove.
Prendendo quindi ad esempio la posizione del diagramma seguente, in cui entrambi i Cavalli
del Nero possono muovere in c2 ed entrambi sono posizionati sulla colonna
"a", volendo indicare che è il Cavallo in a1 a muovere in c2
scriveremo C1c2, mentre per indicare che è il Cavallo in a3 a muovere in
c2 scriveremo C3c2.
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Oltre al movimento e alla "cattura", esistono nel gioco degli scacchi svariate situazioni
"speciali" che richiedono di essere annotate correttamente.
Si tratta di situazioni quali uno scacco, o una presa "en passant", o
l'arrocco, e altre ancora: dato però che insegnarti la notazione di cose che ancora
non conosci mi sembra poco redditizio e fonte di confusione, ho deciso che tratteremo la notazione
di tali situazioni particolari nel momento stesso in cui verranno affrontate.
Possiamo invece introdurre subito i principali segni utilizzati per "commentare" le singole mosse, segni codificati internazionalmente e da tutti intesi:
Esistono poi anche dei segni utilizzati per "giudicare" le posizioni che si creano durante una partita, anche questi internazionalmente codificati e compresi:
Bene: con ciò abbiamo completato l'argomento Notazione Algebrica!
Hai già appreso molte nozioni, fino a questo punto: spero che ricorderai tutto quanto è stato
detto, ma non preoccuparti se scoprirai che hai dimenticato qualcosa, tanto potrai sempre
ritornare a questo capitolo per una rinfrescatina.
Complimenti, e buon proseguimento!!!