Bene: adesso conosciamo le basi del gioco degli scacchi, ed abbiamo imparato come annotare le
partite e individuare il movimento dei pezzi.
C'è solamente un'ultima cosa da completare prima di iniziare davvero ad imparare come giocare, e si
tratta di conoscere i protagonisti del gioco: i pezzi.
So che queste parti iniziali del Corso possono risultare noiose, e probabilmente ti starai
domandando perché diavolo stai ancora continuando a seguirle.
Sono d'accordo con te: sono nozioni teoriche spesso davvero pesanti. Sfortunatamente, però, senza
le nozioni di base su scacchiera, notazione delle mosse e pezzi, ben difficilmente riusciresti a
capire il gioco degli scacchi e la sua affascinante, intrigante, immortale bellezza!
Forza e coraggio, dunque, e torniamo a bomba.
Iniziamo a prendere in esame l'aspetto dei pezzi e qualche notizia su di loro.
Il Re E' il pezzo più importante del gioco degli scacchi.
E' il capo dell'armata, e, se esso viene eliminato dalla scacchiera perché catturato dall'esercito
avversario (come esso possa venir catturato sarà descritto in Scacco & Scaccomatto), la partita termina immediatamente con la tua
sconfitta: perciò ricordati sempre di proteggerlo adeguatamente!
Il Re è facilmente individuabile sulla scacchiera grazie alla croce che porta in cima
alla sua corona; inoltre, essendo il pezzo più importante, il Re è anche il pezzo più alto, e
svetta sopra a tutti gli altri pezzi.
Sulla scacchiera, in qualsiasi fase del gioco, ci devono sempre obbligatoriamente essere due Re,
uno per il Bianco ed uno per il Nero, e per entrambi il simbolo per annotarne le mosse è la lettera
R o il pittogramma .
Ad esempio, Re5 indica la mossa del Re nella casa e5 (non ti sei fatto
ingannare dalla notazione, vero? La "e" della mossa indica la colonna
"e", non la seconda lettera del nome "Re"! Vedi ancora una volta quanto
è importante aver ben capito la notazione algebrica?).
La rappresentazione del Re nei diagrammi è riportata qui sotto, e si mantiene praticamente identica
in tutta la letteratura scacchistica esistente: come vedi, nei diagrammi il Re viene rappresentato
semplicemente con la sua corona con croce.
Il diagramma riporta quattro Re per mostrare l'aspetto dei due Re sia quando sono su case bianche,
sia quando sono su case nere.
La Torre E' il pezzo che assomiglia (indovina un po'...) al torrione di un
castello.
All'inizio del gioco vi sono due Torri per il Bianco e due per il Nero: la sigla che viene usata
per annotarne le mosse è la lettera T, mentre il suo pittogramma è .
Puoi vedere rappresentata la Torre nel diagramma qui sotto, dove la puoi osservare sia su case
bianche che su case nere.
Il Cavallo è, come la Torre, facilmente individuabile sulla scacchiera e
altrettanto facilmente descrivibile: assomiglia proprio... ad un cavallo!
Molto meno facile è descrivere il suo particolarissimo modo di muoversi, ma di questo parleremo più
avanti (vedi I Pezzi: come muovono e "catturano").
Per ora ti basti sapere che la sigla che viene usata per annotarne le mosse è la lettera
C, mentre il suo pittogramma è .
Anche i Cavalli sono, all'inizio del gioco, due per il Bianco e due per il Nero: puoi vederli
rappresentati nel diagramma qui sotto, come sempre sia su case bianche che su case nere.
L'Alfiere ha cambiato parecchi nomi durante il viaggio millenario di cultura in cultura del gioco degli scacchi.
Dall'originario Elefante dell'antichità, esso è stato denominato
Laufer, che in tedesco significa "corridore", o Fou, che in
francese significa "matto" ma anche "giullare di corte", o ancora
Bishop, che in inglese significa "vescovo", una figura che ben quadra con
l'immagine di una corte medioevale e delle trame segrete che vi si ordivano, con esponenti del
mondo clericale spesso (e volentieri...) coinvolti pesantemente.
Del resto, anche l'italiano Alfiere, cioè "portabandiera", richiama alla
memoria atmosfere tipiche del Medio Evo.
L'Alfiere ha sulla scacchiera un aspetto particolare: la testa rotondeggiante con un intaglio
su un lato può ricordare un classico salvadanaio di terracotta, oppure, più dignitosamente, l'elmo
di un cavaliere. In ogni caso, il suo aspetto così particolare è un suo tipico segno di
distinzione da molto, molto tempo!
La sigla che viene usata per annotarne le mosse è la lettera A, mentre il suo
pittogramma è .
Nei diagrammi, il simbolo più usato è quello di una mitra vescovile a una o due punte, ma, seppur
piuttosto raramente, si possono trovare anche simboli diversi, tra cui il più celebre è l'elmo da
cavaliere, spesso con un fluente pennacchio.
Gli Alfieri sono, all'inizio del gioco, due per il Bianco e due per il Nero: li puoi vedere
rappresentati nel diagramma qui sotto, come sempre sia su case bianche che su case nere.
La Regina è la signora degli scacchi e l'unico pezzo sulla scacchiera che
rappresenta un'esponente del gentil sesso.
Il termine "Regina", però, non è molto utilizzato in Italia, dove gli scacchisti
utilizzano tradizionalmente il termine Donna, rifacendosi all'etimo latino
domina, cioè "signora", "padrona".
L'utilizzo del termine "Donna", inoltre, permette di utilizzare la lettera
D per indicarne le mosse, mentre utilizzando il termine "Regina" non si saprebbe come
evitare la confusione tra la lettera "R" di "Regina" e la stessa lettera usata per il
Re.
Anche in questo corso ci adegueremo dunque a questa usanza, e la chiameremo
Donna.
Infine, il suo pittogramma, che è .
Sulla scacchiera la Donna è riconoscibile grazie alla sua corona (che, a differenza di quella del
Re, è la classica corona rotonda a molte punte) e per il fatto di essere il secondo pezzo più alto
dopo il Re, del quale è appena più bassa.
All'inizio del gioco il Bianco ed il Nero dispongono ciascuno di una Donna: la loro
rappresentazione nei diagrammi è riportata qui sotto, dove le vediamo sia su case bianche che su
case nere.
Il termine pedone non rende appieno il senso dispregiativo contenuto nel suo nome
in altre lingue: infatti, molto più chiari sono sia il tedesco bauer, letteralmente
"contadino", che l'inglese pawn, a sua volta indicante "cosa di poco
conto" o ancora "contadino".
Il ruolo del pedone, continuando nel paragone tra gli scacchi e un'armata, è un po' quello della
fanteria, che viene utilizzata soprattutto per difendere gli ufficiali, cioè gli altri pezzi, e
per essere mandata allo sbaraglio contro le linee nemiche.
I pedoni hanno scarsa capacità offensiva (con la notevole eccezione della temibile
"tempesta di pedoni", di cui parleremo più avanti), ma sono usati per
aprire varchi in cui possano infilarsi gli altri pezzi per attaccare il Re avversario.
In effetti, a ben vedere, al pedone non viene nemmeno riconosciuto lo "status" di pezzo:
egli, infatti, non ha nè una sigla nè un pittogramma che ne indichi il movimento, e la notazione
delle sue mosse avviene registrando semplicemente... la casa di arrivo!
Se dunque, rigiocando una partita che trovate su qualche rivista, vedete che essa comincia, ad
esempio, con 1. e4, non pensate ad un errore: è l'annotazione per indicare che un
pedone (nessuna sigla, ricorda!) si è portato nella casa e4.
Tuttavia, occore fare attenzione a non sottovalutare questo umile soldatino.
André Philidor, grandissimo giocatore francese del 18° secolo e considerato all'epoca
il Campione del Mondo, soleva dire che "i pedoni sono la vera anima del gioco degli
scacchi", ed infatti la loro importanza cresce man mano che i Pezzi tendono a scomparire
dalla scacchiera, quando cioè ci si avvicina a quella fase della partita conosciuta come
finale.
Essi, infatti, godono di un privilegio tutto speciale: se compiono fino in fondo il loro dovere,
possono venire promossi sul campo al grado di ufficiale e trasformarsi in uno
qualsiasi degli altri pezzi, a parte il Re (tutti i dettagli li trovi nel paragrafo La "promozione" del pedone del capitolo Come muovono pezzi e pedoni).
Sulla scacchiera, i pedoni sono facilmente individuabili in quanto sono gli elementi più bassi
dell'intero esercito, e il loro aspetto ricorda in parte quello dei birilli.
All'inizio del gioco ve ne sono otto per il Bianco ed altrettanti per il Nero, per un totale di
16 pedoni: il loro aspetto nei diagrammi è riportato sotto, come sempre visti su case bianche e
su case nere.
Bene: con ciò abbiamo completato l'argomento dell'aspetto di pezzi e pedoni.
Ora possiamo proseguire imparandone la posizione sulla scacchiera all'inizio del gioco con il
capitolo La disposizione iniziale dei pezzi: buona
lettura!