Il principio della conversione di frequenza è fondamentale nella realizzazione di numerose funzioni tipiche dei sistemi di comunicazione. Secondo questa tecnica le frequenze di tutte le componenti dello spettro di un segnale vengono traslate di una quantità costante, positiva o negativa, mantenendo inalterate le distanze fra le varie componenti e la larghezza di banda del segnale originario.
Fig. 1 Convertitore di frequenza
Le modalità con cui viene realizzata la conversione di frequenza sono illustrate in fig. 1 Un dispositivo non lineare, chiamato miscelatore (mixer), compone il segnale di ingresso vs, la cui frequenza deve essere traslata, con un segnale sinusoidale vo generato localmente, la cui frequenza fo determina l'entità dello spostamento. Un filtro di uscita provvede ad eliminare dal segnale ottenuto le componenti indesiderate.
La caratteristica di trasferimento dell'elemento non lineare può essere rappresentata con sufficiente approssimazione da una serie di Mac Laurin del tipo
vo= k1 vi + k2 vi2
(1)
troncata al secondo termine, in cui cioè si suppongono nulli tutti i coefficienti kn con n > 2. Se il segnale vi è dato dalla somma dei segnali sinusoidali vo e vs si ha
vi = vo(t)+ vs (t) =Vo cosw ot + Vs cosw st
(2)
Combinando la 1 e la 2 e applicando le formule di duplicazione e quelle di Werner, si ottiene il segnale di uscita
vo= k1 (Vo cosw ot + Vs cosw st)+ k2 (Vo cosw ot + Vs cosw st)2=
=1/2 k2 (Vo2+ Vs2)+ k1 Vo cosw ot + k1 Vs cosw st+1/2 k2 (Vo2 cosw ot + Vs2 cosw st)+
+ k2 [ Vo Vs cos(w o +w s)t + Vo Vs cos(w o -w s)t ]
(3)
Come si vede. il segnale di uscita contiene una componente continua, componenti di frequenza fo e fs, e loro armoniche e due componenti di frequenza, rispettivamente, fo + fs,e fo - fs. L'inserimento di opportuni filtri passa banda consente di eliminare tutte le frequenze indesiderate e di ottenere la sola frequenza voluta fo + fs (oppure fo - fs)
Fig. 2 Rappresentazione degli spettri di frequenza (a) di un segnale complesso e (b) dello stesso traslato in frequenza.
La relazione 3, valida per un segnale vs sinusoidale, vale ovviamente anche per segnali complessi, il cui spettro si estenda per una larghezza B da f1 a f2 fig. 2a
In tal caso lo spettro del segnale di uscita si presenta come in fig. 2b ovvero risulta traslato sull'asse delle frequenze. Si notano due bande laterali di larghezza B centrate intorno alla frequenza fo; filtrando opportunamente si può ad esempio ottenere il solo segnale con banda traslata compresa fra fo - f2 e fo - f2.
In pratica i circuiti miscelatori utilizzano come elementi non lineari diodi, particolarmente diodi Schottky, transistori bipolari e, più spesso, MOSFET, adatti anche per frequenze molto elevate; si sta inoltre sviluppando la realizzazione di mixer integrati con prestazioni sempre più ampie.
Il principio base di funzionamento del mixer descritto si riferisce naturalmente ad un dispositivo ideale. Nei circuiti reali occorre valutare diversi parametri che specificano le prestazioni; fra questi i più importanti sono:
Il guadagno di conversione ovvero il rapporto fra il segnale di uscita vo in banda traslata e il segnale vs di ingresso a frequenza fs.
La larghezza di banda, che esprime la gamma di frequenze entro cui la conversione può avvenire in modo lineare ossia lo spettro del segnale di uscita vo è in relazione lineare con lo spettro del segnale di ingresso.
L'attenuazione delle frequenze spurie, che rappresenta il grado con cui le componenti di frequenza indesiderata possono essere eliminate mediante filtraggio : l'ottimizzazione di questo parametro richiede un'attenta scelta sia dei segnali di ingresso sia della caratteristica di trasferimento del dispositivo non lineare.
La reiezione dei segnali di ingresso indesiderati sovrapposti al segnale vs.
Il processo di miscelazione può essere realizzato in maniera più semplice utilizzando circuiti in grado di moltiplicare i due segnali applicati vo e vs. In tal caso il segnale di uscita risulta
vo= k Vo cosw ot Vs cosw st= k(Vo Vs/2) cos(w o +w s)t + k(Vo Vs/2)cos(w o -w s)t
(4)
Esso contiene soltanto le componenti di frequenza fo + fs,e fo - fs, una delle quali può essere facilmente filtrata. Questa soluzione viene ad esempio sfruttata in alcuni mixer a MOSFET e nei casi in cui l'intervallo di frequenze di lavoro consente l'impiego di moltiplicatori integrati.
Fra le molteplici applicazioni della conversione di frequenza, oltre alla tecnica di multiplazione FDM, si può ricordare la modulazione AM. in cui i due segnali che vengono forniti al mixer sono la modulante a bassa frequenza e la portante ad alta frequenza. Il segnale utile di uscita risulta traslato in frequenza e può essere filtrato per ottenere un segnale modulato in DSB o in SSB.
Fig. 3 Demodulatore sincrono per segnali ASK e PSK
Sul principio della conversione di frequenza sono basate le tecniche di demodulazione coerente (o sincrona) per segnali modulati in ampiezza. frequenza e fase. In fig. 3 è illustrato ad esempio lo schema di principio di un demodulatore sincrono per segnali ASK o PSK. Al mixer vengono applicati il segnale modulato v(t) e un segnale generato localmente di frequenza fo uguale a quella della portante. La moltiplicazione dei due segnali, effettuata dal mixer, e l'operazione di filtraggio, che elimina la componente con frequenza 2 fc, forniscono in uscita il segnale digitale demodulato.
Fig. 4 Schema di principio di un ricevitore supereterodina per segnali RF
Un'applicazione molto comune è costituita dal ricevitore supereterodina per segnali a radiofrequenza (RF). Lo schema di fig. 4 illustra il funzionamento di un ricevitore a modulazione di ampiezza. Il segnale radio modulato in ampiezza (con frequenza di portante fc e banda di 9 kHz centrata sulla portante) viene captato dall'antenna e amplificato dall'amplificatore selettivo RF a sintonia variabile, ad esempio nella gamma delle onde medie (535 ¸ 1605 kHz). L'amplificatore è accordato con l'oscillatore locale in modo che la frequenza del segnale generato da quest'ultimo disti dalla frequenza della portante fc di una quantità costante, comunemente 455 kHz, cosicché risulti fo = fc + 455 kHz. La funzione del mixer è quella di spostare lo spettro del segnale RF ricevuto in una gamma di frequenza inferiore, precisamente alle frequenze intermedie (IF); con i valori scelti, tale gamma si estende da 450 a 460 kHz. Si noti che il segnale traslato alle frequenze IF occupa una fascia fissa dello spettro, indipendentemente dalla frequenza della portante del segnale RF, ovvero indipendentemente dalla stazione emittente su cui si è sintonizzati. Ciò consente di far funzionare l'amplificatore IF e il demodulatore in una gamma di frequenze inferiore e soprattutto fissa; l'amplificatore IF può quindi essere facilmente realizzato in modo da presentare grande selettività ed elevata amplificazione. Il segnale demodulato e ulteriormente amplificato a frequenze audio (BF) viene diffuso dall'altoparlante.