...RED HOT CHILI PEPPERS...
Energia animale e cross-over.
Dal vivo sono una bomba, in studio pure; all'inizio faticano a farsi notare, ma
quando esplodono non li ferma più nessuno: i californiani
Red Hot Chili Peppers marchiano a fuoco
l'ultimo decennio del 1900, dopo aver sgomitato per arrivare sotto i riflettori
e pronti a rimanere in sella ancora un bel po' di tempo. Anche perché la loro
miscela di funky, rap e rock energico fa scuola e li trasforma in autentiche
colonne del cross-over: sulle loro note si formano band come
Korn, Limp Bizkit,
Linkin Park (mica male, no?).
Centro gravitazionale del gruppo sono il carismatico cantante
Anthony Kiedis e il virtuoso bassista
Michael 'Flea' Balzarv, compagni di
scuola alla Fairfax High School di Los Angeles a fine anni '70.
Quando si conoscono Flea sta già pestando le corde con gruppi punk come i
Fear. Poi decidono di collaborare e nel
1983 fondano i Chili Peppers reclutando il chitarrista
Hillel Slovak e il batterista
Jack Irons (dei
What Is This). L'inizio è come da
manuale: concerti dal vivo nei locali della zona, in cerca di un contratto.
C'è un problema, però.
Slovak si fa di eroina come un dannato (anche Kiedis ci dà dentro).
Risultato: il chitarrista se ne va nel 1984 e viene sostituito da
Jack Sherman. È questa line-up a firmare
con EMI e a esordire in agosto con l'omonimo "The
Red Hot Chili Peppers". Però il pubblico se li fila pochino.
Nel 1985 Slovak rientra nei ranghi per registrare il disco #2, "Freaky
Styley", un tentativo decisamente più funk prodotto da
George Clinton. Le vendite non sono delle
migliori, ma i quattro cominciano a farsi una reputazione negli ambienti
underground grazie a performance live impetuose e selvagge, che spesso li vedono
esibirsi nudi o quasi (più di una volta vengono arrestati per aver mostrato
parti intime o per aver molestato le fan).
Però le vendite degli album continuano ad andare a rilento, cosa che si ripete
anche con "The Uplift Mofo Party Plan"
(1987, terzo album lungo) e con "The Abbey Road E.P.
" (1988). Oltretutto, Slovak deve riabbandonare la formazione a causa della sua
sempre più seria tossicodipendenza, che lo porta alla morte da overdose nel
giugno 1988.
Dopo la sua scomparsa, Kiedis e Flea cercano di ridare forma all'ensemble,
dovendo affrontare pure l'uscita di Jack Irons (vecchio amico di Slovak).
Dopo una lunga ricerca i nuovi arrivi sono Chad
Smith (batteria) e John Frusciante
(chitarra).
Ritrovata la stabilità i Red Hot Chili Peppers incidono "Mother's
Milk" (1989), l'album che fa loro guadagnare il disco d'oro e li
porta al successo. Gioca a favore anche la rotazione che MTV concede ai video di
"Higher Ground" (cover della hit di
Stevie Wonder) e di "Knock
Me Down" (dedicata all'amico deceduto).
L'esplosione definitiva arriva nel 1991, dopo la firma di un nuovo contratto con
Warner e l'uscita di "Blood Sugar Sex Magik":
supportato da straordinari singoli come lo splendido "Under
The Bridge", il languido "Breaking
The Girl" e il divertente "Give It
Away", il disco raggiunge le vette delle classifiche di tutto il
mondo e viene certificato 4 volte di platino.
È il botto: le 17 tracce dell'album fondono perfettamente rap, funk ed energia
rock, il tutto amalgamato con tecnica sopraffina e con un gusto per la
sperimentazione destinati a fare scuola. Finisce che diventano una delle realtà
musicali più stimolanti del momento. Finisce anche che la successiva tournée
registra un sold out dietro l'altro, sia in America sia in Europa.
Allori e vita semplice per sempre?
No: nel 1993 John Frusciante lascia i compagni. Si dice che lo faccia a causa
dello stress della vita on the road, ma girano pure solide ipotesi sulla
dipendenza da eroina.
I compagni non si scoraggiano, scritturano Dave
Navarro (ex Jane's Addiction)
e nei tre anni successivi non smettono mai di lavorare: nel 1994 sono a
Woodstock, poi recitano in un film e infine si mettono a scrivere le canzoni del
nuovo album, "One Hot Minute", che
esce nel 1995 e però non replica il successo di "Blood Sugar Sex Magik"
(nonostante il coinvolgente singolo "My Friends").
Due anni più tardi si sente di nuovo parlare di loro grazie a "Love
Rollercoaster", brano che fa da colonna sonora al film "Beavis
& Butthead" (la versione per il grande schermo del popolare
cartone di MTV). Nel frattempo, Flea e Navarro lavorano a materiale solista e si
uniscono ai riformati Jane's Addiction: nonostante voci insistenti di una
rottura del gruppo, i Red Hot Chili Peppers trascorrono gran parte del 1997 a
preparare i materiali per il nuovo album.
Peccato che nel 1998 Navarro molli definitivamente la band per seguire i suoi
progetti.
Sia come sia, a giugno del 1999, con il rientro nei ranghi dell'osannato e ora
disintossicato Frusciante (che nel frattempo ha pubblicato alcuni dischi
solisti), esce "Californication".
Prodotto da Rick Rubin, conferma lo
straordinario talento della band californiana e ottiene facilmente un grande
successo internazionale. Dal disco vengono estratti diversi singoli, tra cui la
title-track e "Scar Tissue" (update
di "Under The Bridge"), che vantano frequenti passaggi radiofonici e televisivi
grazie anche a videoclip divertenti e mai banali.
La band fa così il suo ritorno ai massimi livelli e l'album si aggiudica 33
dischi di platino in tutto il mondo. Come se non bastasse, vale loro alcuni fra
i premi più ambiti, uno fra tutti il Grammy Award per "Scar Tissue".
Il tour successivo li vede protagonisti di episodi controversi: per esempio il
rifiuto di suonare canzoni da "One Hot Minute" (uno smacco per molti fan e
soprattutto per Navarro), poi il riemergere dei dissensi fra Kiedis e
Mike Patton (ex
Faith No More e all'epoca
Mr. Bungle), infine la partecipazione
all'increscioso Woodstock '99, edizione degenerata del festival originariamente
pacifista.
A rilanciarli di nuovo sulle frequenze di tutto il globo è "By
The Way", il nuovo singolo che esce nel giugno 2002 anticipando la
pubblicazione dell'album omonimo (che arriva a luglio). L'accoglienza del
pubblico è talmente positiva che il disco viene proiettato immediatamente in
vetta alle classifiche e – cosa ancora più straordinaria – traina di nuovo in
Top 40 "Californication" (come per esempio succede in Italia).
I 20 anni di vita dei RHCP vengono festeggiati nel 2003 con un "Greatest
Hits" e l'anno successivo con "Live
In Hyde Park".
Terminata la lunghissima tournée, durata quasi due anni, la band torna a
registrare insieme a Rick Rubin. L'obiettivo è il nono album in studio, "Stadium
Arcadium", un doppio CD da 28 brani che viene pubblicato a maggio
2006 e che viene anticipato dal singolo "Dani
California" con la non facile responsabilità di rendere onore a
una band che già ha venduto oltre 50 milioni di album.