Punto di partenza |
Rifugio
Livio Bianco (1910 m), posto sulle rive del grande Lago
Sottano della Sella. Per l'accesso, da Sant'Anna di Valdieri
attraverso il lungo Vallone della Meris in h
2,45 - 3, vedi l'itinerario Lago
Sottano della Sella. |
Descrizione |
Dal Rifugio si
segue la sponda del lago fino a reimmettersi sulla mulattiera principale,
che ne segue la sponda settentrionale in leggera salita, tagliando alla
base il dirupato versante meridionale della Cima Gorgia Cagna (2718
m): bella veduta, sull'opposto versante, del versante Nord del Matto,
con in primo piano la bella piramide della Punta Innominata (2667
m). Ben presto la mulattiera inizia ad innalzarsi con numerosi tornanti,
sorretti da mirabili muraglioni a secco, sulla bastionata che sembra
sbarrare il vallone: raggiunta una conca erbosa, sede di un antico gias,
il sentiero riprende a salire tra erba e rocce, fino ad un impetuoso rio
(2350 m ca., h 1,10): qui è segnalato
un bivio. Trascurando il sentiero che, verso destra, sale al vicinissimo Lago
Soprano della Sella ed al Colle della Valletta (2488 m), si
guada su pietre il rio (che non è che l'emissario del grande lago) e si
traversa lungamente verso sinistra, tagliando tutta la testata del
vallone, con belle vedute sui sottostanti Laghi Sottano e Mediano
della Sella, quest'ultimo sito in una solitaria conca erbosa non
toccata da sentieri. Risalito un breve pendio, la mulattiera si inoltra in
un selvaggio vallone roccioso, dominato dalla aguzza vetta di Rocca La
Pàur (2972 m), dove perde un po' di quota tra pietrame e residui
nevai (poco più in basso sgorga una sorgente). Sempre ben tracciata, la
mulattiera raggiunge il fondo del vallone ma, nei pressi di una diruta
baracca, una freccia su un roccione indica il punto in cui abbandonarla
(grosso ometto, h 1,30): trascurando
quindi il tracciato principale, che si inerpica su un ripido costone verso
il lontano Colle di Valmiana (2922 m), si iniziano a seguire le
tracce nella gigantesca pietraia, con l'aiuto prezioso degli ometti di
pietre. Giunti sulla sommità di una prima bastionata, ci si affaccia su
uno splendido lago chiuso in un severo circo roccioso, su cui incombono
alti muri di neve: Lago Inferiore del Matto, 2538 m. Dal lago si
risale il ripido pendio erboso sulla sinistra, per una traccia malagevole,
fino ad un altro ripiano roccioso in cui giacciono i più piccoli Laghi
Superiori del Matto (2650 m ca., h 2,30).
Si risalgono ora al meglio i ripidi pendii detritici verso Sud-Est,
cercando di non perdere di vista gli ometti, fino ad un piccolo ripiano
ormai in vista della cresta sommitale del Matto, ai cui piedi si
estendono ampi nevai. Risaliti i campi nevosi con attenzione (in genere
tracce, comunque inclinazione modesta), se ne esce verso sinistra, per
attaccare il ripidissimo pendio detritico (attenzione ai sassi mobili!)
che conduce in breve sul filo della cresta Nord: impressionante veduta sul
profondissimo Vallone del Latous, al cui sbocco è visibile il Lago
Sottano della Sella col Rifugio Livio Bianco. Risalendo la
cresta, in breve si è sulla Cima Est del Monte Matto (3088 m, h
4), dove sorge un grande segnale trigonometrico. Fantastica
veduta su tutte le Marittime, da Clapier - Maledia al Gruppo
dell'Asta, all'Argentera proprio di fronte (col Canalone di
Lourousa), alla zona di Bresses, del Prefouns e del Clàus.
Alle nostre spalle, i monti della Valle Stura e lo svettante Monviso.
Ai nostri piedi, affacciandosi con attenzione sul precipite versante Sud,
si possono notare la strada ed i fabbricati delle Terme di Valdieri,
1800 m più in basso. Il ritorno, oltre che lungo la stessa via, è
possibile seguendo uno splendido itinerario ad anello: dalla cima, si
scende verso la sottostante Forcella del Matto, che separa la Cima
Est dalla più alta Cima Centrale (3097 m): attraversato tutto
il nevaio alla base della cresta (attenzione con neve dura), si raggiunge
l'imbocco di un ampio vallone roccioso che scende ripido verso il Passo
Cabrera. Sempre seguendo gli ometti, si scende facilmente il vallone,
fin sul ciglio di un appicco roccioso: scendendo verso destra, per
roccette ripide ma ben appigliate, si toccano in breve le ghiaie
dell'ampio e selvaggio Passo di Cabrera (2730 m, h
1 dalla cima): da qui, verso Nord scendono ripide balze
rocciose e nevai verso il Lago Inferiore del Matto, mentre a Sud
l'ampio Vallone Cabrera scende ripido e dirupato verso il Vallone
del Valasco. La natura impervia del terreno e l'assenza di tracce
sconsigliano queste due vie di discesa. Scendendo invece brevemente nel Vallone
Cabrera, si prende quasi subito una traccia sulla destra che si
inerpica ripidissima nella pietraia: attraverso balze erbose un poco
esposte e tratti detritici, la traccia risale lo sperone roccioso che
sorregge in alto il Colle di Valmiana, fino ad aggirarlo presso una
selletta. Subito al di là, si incrocia la bella mulattiera che scende dal
colle (2800 m ca., h 2 dalla cima).
Seguendo la mulattiera in discesa, attraverso il lunghissimo Vallone di
Valmiana, si scende per pietraie e macereti; trascurata una
diramazione sulla destra per la Valrossa, si continua a scendere
fino ai ripidi pendii prativi dove giace un piccolo gias (1957 m). La
traccia, qui meno evidente scende con infinita serie di ampi tornanti poco
pendenti, attraversa il rio e, entrata nel bosco, con gli ultimi tornanti
giunge sulla strada ex-militare nei pressi del Piano Inferiore del
Valasco (1760 m, h 4). Scendendo
ora lungo l'ampia rotabile, e sfruttando le utili scorciatoie, si arriva
ai fabbricati della Terme di Valdieri (1368 m, h
4,40 dalla cima). |
Tempo totale |
h
9 circa, h 12 con l'avvicinamento al rifugio |
Difficoltà |
EE
allenatissimi |
Dislivello |
1400
m ca. (2400 m con l'avvicinamento al rifugio) |
Ultimo sopralluogo |
luglio
2003 |
Commenti |
Periodo
consigliato: luglio - settembre
Itinerario paesaggisticamente meraviglioso,
che si svolge però in ambiente severo e selvaggio: abbastanza frequentata
la salita dal Rifugio Livio Bianco, molto solitaria invece la discesa
verso il Valasco, almeno fino ad incontrare il sentiero del Colle di
Valmiana (qualche difficoltà di orientamento in caso di scarsa
visibilità). In più, il tratto di roccette subito prima del Passo
Cabrera richiede attenzione. In caso di giro completo, sarebbe meglio
lasciare un'auto alle Terme prima di partire da Sant'Anna. |
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