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La Battaglia del Ticino (218 a.C.)

di Riccardo Affinati

Nella battaglia del Ticino, Publio Cornelio Scipione (padre di Scipione l'Africano), in esplorazione con la cavalleria (composta quasi tutta di Galli) e con la fanteria leggera, incontrò Annibale (35.000 fanti, 12.000 cavalieri) alla testa della cavalleria numidica. I Romani (10.000 legionari romani, 15.000 alleati, 5.000 cavalieri) erano disposti con i fanti leggeri in prima linea e la cavalleria in seconda linea.

I Romani furono sorpresi dall'improvvisa avanzata cartaginese. I Punici, sfruttando la superiorità numerica della cavalleria, avvolsero entrambi i fianchi dello schieramento romano. Intanto la fanteria cartaginese metteva in fuga la fanteria leggera romana, che veniva così a scompaginare i legionari che venivano appresso. I Romani, con il console sconfitto e ferito, furono obbligati a ritirarsi a Piacenza.

Scipione l'Africano, che appena allora metteva la barba, apprese da questa battaglia persa dal padre, tutta una serie di elementi, che non dimenticò più, e che negli anni avvenire mise a frutto con la giusta dose di umiltà. La cavalleria numidica al comando di Maarbale, aveva messo in luce tutta la sua mobilità. Non a caso a Zama, Scipione l'Africano cercò in tutti i modi di averla dalla sua parte, privando Annibale di un elemento importantissimo del suo esercito, che aveva proprio nel suo insieme, il segreto della vittoria.

L' ESERCITO CARTAGINESE
L'esercito cartaginese (550 a.C. - 146 a.C.), è generalmente suddiviso in due grandi fasi. La prima descrive le sue formazioni arcaiche (550 a.C.- 275 a.C.), che a differenza degli eserciti dell'epoca, sono un mosaico di truppe e specialità.
Iniziamo con i carri a quattro cavalli, che su terreno piano erano capaci di contrastare le cavallerie nemiche e perfino fanterie in formazione aperta.
Oltre ai carri, l'esercito cartaginese arcaico disponeva di tutta una serie di cavallerie mercenarie o alleate, come Numidi e Campani.
Il nucleo più numeroso e più valido dell'esercito era composto dalle le fanterie veterane africane, comprese le bande sacre, una sorta di guardia del corpo. A queste si aggiungevano tutta una serie di fanterie mercenarie ed alleate, come spagnoli, africani, libici, numidi, balearici, liguri, sardi, campani, galli, ognuna apportatrice delle proprie specialità: dagli schermagliatori equipaggiati con le fionde agli opliti mercenari con le loro lance.

La seconda fase dell'esercito cartaginese (275 a.C. - 146 a.C.), mette in primo piano il genio di Annibale, il quale aggiunge dopo il 201 a.C. gli elefanti.
I carri sono ormai stati sostiuiti da tutta una serie di buone cavallerie campane, numide, spagnole, galliche e cartaginesi. Altrettante sono le fanterie ausiliarie, leggere e pesanti.
Da tutta questa particolare amalgama, solamente un valido condottiero è in grado di trovare la chiave giusta per il successo, in pratica l'esercito cartaginese è un delicato meccanismo, in grado di rendere il meglio in determinate condizioni, ma anche di non funzionare di fronte a truppe regolari ben guidate e ben schierate.

Ordine di Battaglia

Romani (Ag. 1, Topografia Arable): 1x3Cv (Generale), 2x4Bd, 2x4Sp, 2x2Ps, 2x4Ax, 2x2Ps, 1x3Cv.

Cartaginesi (Ag. 3, Topografia Arable): 2x4Sp, 2x4Ax, 2x4Wb, 1x2Ps, 1x3Cv (Generale), 1x3Cv, 2x2LH, 1xEl.

Terreno e Dispiegamento: Normale DBA 2.0. (con esclusione della BUA)

Regole Speciali: Nessuna.

Condizioni di Vittoria: come da DBA 2.0.