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La Battaglia di Monteporzio (1167 AD)

di Riccardo Affinati

Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, nel 1166 ridiscese in Lombardia, cercando di risolvere in un colpo solo quattro problemi, cioè eliminare la testa di ponte di Ancona dei Bizantini dell'imperatore Manuele Comneno, pacificare la Lombardia, conquistare la Sicilia e sostituire il papa Alessandro III (1159-1181) con un antipapa.
Verso Roma inviò una colonna al comando di Rainaldo di Dassel, arcivescovo di Colonia e cancelliere dell'impero, il quale alla morte del precedente antipapa (Vittore IV), nominò Pasquale III, insediandolo a Viterbo.
Ancona fu presa dopo qualche settimana di assedio, ma le città venete e lombarde giuravano alleanza (Pontida).
Il comune di Tuscolo si ribellava intanto all'autorità del senato romano, che era riuscito a costruirsi un'autonomia di governo nella città e nella campagna.
Le forze imperiali di Rainaldo dopo aver conquistato la ribelle Civitavecchia accorrevano in aiuto di Tuscolo, ma subivano l'assedio delle milizie romane.
Una seconda colonna imperiale al comando di Critiano di Magonza, composta da 1300 mercenari tedeschi e brabantini e da esuli siculo-normanni, cercò di andare in aiuto delle forze di Rainaldo assediate a Tuscolo dai romani.
Gli imperiali si fermarono a Monteporzio alle spalle degli assedianti, ma le milizie romane pensarono che una così scarsa colonna imperiale fosse una facile preda, perciò il giorno di Pentecoste, 29 maggio 1167, le milizie romane si gettarono sulle forze imperiali, che non si fecero trovare impreparate, schierandosi in formazione di battaglia.
Le cronache di allora parlano di 40.000 cittadini in armi. La cifra ci pare esagerata, ma senza dubbio le forze romane possedevano una superiorità numerica elevata.
In un primo momento i mercenari furono fatti arretrare, ma la carica dei cavalieri tedeschi al comando di Cristiano mise in difficoltà le milizie romane, che non avevano nessuna esperienza di battaglie campali, inoltre una sortita di cavalieri proveniente da Tuscolo prese alle spalle le truppe cittadine al comando del figlio del console Oddone Frangipane. Il panico dilagò tra le file romane, abituate a combattere al riparo di alte mura, piuttosto che in campo aperto. Tantissimi furono i caduti e i prigionieri, quest'ultimi deportati in seguito a Viterbo.
La sconfitta provocò la caduta della città e la fuga di Alessandro III verso Benevento.

Ordine di Battaglia:

Imperiali (Ag. 2, Topografia Arable): 1x3Kn (Generale), 1x3Kn, 2x3Cb, 2x4Bd, 2x4Sp, 4x3Kn (Rinforzi).

Milizie romane (Ag. 0, Topografia Arable): 1x3Cv (Generale), 2x3Cv, 9x5Hd, 2x4Ax, 6x2Ps.

Terreno e Dispiegamento: come da DBA 2.0.

Regole Speciali:
Rinforzi. Il giocatore Imperiale prima di ogni suo movimento, dovrà lamciare 1d6, e con un risultato di 5 o 6, potrà avere a disposizione i suoi rinforzi. Le quattro basi Imperiali (4Kn), non sono schierate sul campo di battaglia, ma entreranno dal lato di tavolo, corrispondente al fianco destro delle Milizie romane.

Condizioni di Vittoria: come da DBA 2.0