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La Battaglia di Metemma 9-3-1889 (Abissini vs. Dervisci)

di Riccardo Affinati



Navigando su Internet, mi sono imbattuto su un sito inglese che riportava uno scenario per il DBA, dove si scontravano Abissini (Etiopici) contro Dervisci nel 1889. Incuriosito mi sono accorto che il nome della battaglia riportato era conosciuto in Italia con altra indicazione, ed anche il report della battaglia risultava impreciso, con conseguenti errori nella lista degli eserciti.
In ogni caso, i nostri amici inglesi suggerivano evidentemente, che il DBA fosse applicabile anche per altri periodi particolari, oltre che per l'antico, il medioevo ed il primo rinascimento. In effetti, senza nessun particolare cambiamento, si può giocare questa battaglia e vi prometto che non sarà neanche l'unica che mi appresto a presentarvi.
Il periodo coloniale è uno dei periodi più interessanti, e spesso i giocatori italiani dimenticano, che anche noi abbiamo un passato di storia militare coloniale, valido e pieno di occasioni per utilizzare le tecniche di wargame.

CENNI STORICI
L'avvento del mahdismo aggrava il conflitto che da secoli divideva l'impero cristiano d'Etiopia da tutte le popolazioni mussulmane che lo circondano. Gli Abissini avevano combattuto i Dervisci già da molto tempo prima che gli Italiani venissero a costruire la loro colonia in Africa.
L'8 marzo, il Negus Johannes con 80.000 uomini punta contro l'emiro Zaki Tummal, che si è trincerato in Metemma, fortificata con diversi ordini di palizzate, di fossati e ridotte, difesa da almeno 70.000 guerrieri. La posizione sembra quasi imprendibile, ma Johannes ha una netta superiorità nell'armamento, che comprende anche alcuni cannoni.
Angelo Del Boca, nel suo eccellente "Gli Italiani in Africa Orientale", ci racconta così gli eventi della battaglia:

"L'attacco viene sferrato all'alba del 9 e, con i combattenti, sono in prima linea alcune centinaia di preti copti che brandiscono croci e cantano salmi. Dopo alcuni assalti, gli etiopici riescono ad infrangere la resistenza dei dervisci, superano due ordini di palizzate, invadono il campo trincerato uccidendo e razziando, con lo stesso negus Johannes che dà l'esempio combattendo a piedi, armato di fucile.
La battaglia sembra ormai vinta, quando si sparge fra gli abissini la voce che il negus è stato colpito da una palla di fucile, davanti ad una ridotta che ancora opponeva resistenza. E' il segnale del ripiegamento. Prima verso il campo abissino, più tardi verso il fiume Atbara."


Il giorno dopo l'esercito etiopico perde tempo per designare il successore del negus, in maniera che i Dervisci, una volta riorganizzate le fila, vanno all'inseguimento. L'11 un reparto rimasto isolato, di scorta al corpo del negus Johannes in una cassa sigillata, viene circondato e distrutto, i guerrieri Dervisci, mozzata la testa al cadavere, la portano in trionfo infilata su una lancia, inviandola ad Omdurman, al califfo Abdullah, come simbolo supremo della vittoria.

ETIOPICI
Gli Abissini subiscono influenze arabiche, ebraiche ed ellenistiche. Formano un regno con capitale Axum governato da un re dei re, seguono la religione monofisita, combattono gli altri africani a ovest, distruggendo l'antico regno di Meroe. Poi subiscono le invasioni dei principati islamici yemenita e dei Fatimidi. Axum è devastata da una misteriosa regina detta Essato (La Distruttrice). Quando arrivarono gli Italiani, l'esercito etiopico, era un ottima macchina da guerra, in grado di impensierire qualunque potenza europea, con un volume di fuoco, certamente superiore ai zulu, e con un numero di componenti che spesso nella sua massima espressione superava abbondantemente i centomila uomini. Ogni singola parte di questo fiume di uomini aveva una sua denominazione ed un suo particolare compito, in particolare la logistica e la sussistenza, dovevano essere curate fin nei loro minimi particolari, per assicurare cibo e ristoro a tutto l'esercito in movimento, che marciava per sole cinque ore al giorno, dedicando il resto alla dislocazione del campo. Il martedì e le prime ore dell'alba, erano i migliori momenti per combattere. La tattica era abbastanza statica e semplice, si trattava di assumere la formazione di marcia, a croce greca, cioè con i bracci della croce identiche, la testa della formazione attaccava il nemico, parte del centro e della retroguardia veniva a formare la riserva, mentre le altre due braccia, in maniera veloce, avvolgevano ed annientavano il nemico. Sono le carabine Remington R.B., una delle armi più ricercate dagli Abissini durante la guerra italo-etiopica, catturate agli egiziani e ai dervisci, oppure acquistate dai mercanti francesi, talvolta donate dagli stessi italiani. Per il resto si usavano vecchi fucili ad avancarica o a miccia oltre alle classiche armi bianche. Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, solo due stati africani erano indipendenti, Liberia ed Etiopia.

Etiopici. Topografia: Dry. Aggressività: 3.
1x3Bd (Generale) oppure 1x3Cv,1x5Hd, 2x2LH oppure 2x5Hd, 3x3Wb, 4x3Bw (fucili), 1xArt.


DERVISCI
Nel 1881, l'oscuro figlio di un carpentiere, Mohammed Ahmed Abn Al Sayid Abdullah si autoproclamò il salvatore da lungo atteso della fede islamica in Sudan, e organizzò le varie tribù del Sudan egiziano, in una forza che avrebbe liberato il loro paese dagli infedeli. Questo esercito di Dervisci, come erano chiamati, ebbe pieno successo nello sconfiggere tutte le forze egiziane mandate contro di loro. Alla fine, unità britanniche dell'esercito di occupazione furono mandate in campo a disperdere queste tribù fanatiche. Il generale Charles Gordon, il Cinese, fu mandato a Khartum, dove fu a lungo assediato e, infine, ucciso. Quasi tutte le tribù pastorali e nomadi el Sudan furono alla fine incorporate nell'esercito Derviscio. La più famosa era quella nota come Fuzzy-Wuzzy (capelli crespi). Il grosso dell'esercito del Mahdi (come veniva chiamato il profeta), era all'incirca diviso tra le tribù in unità di 1.000 uomini comandate da Emiri; i più importanti tra loro furono Osman Digna, Abu Anga, Mohammed Sherif, Abd Al-rahman e Musa Wad Helu. La maggior parte dei Dervisci erano armati con vecchi fucili Remington catturati, e inoltre di molti inefficienti moschetti a pietra focaia prodotti localmente. Le armi principali delle orde dervisce, tuttavia, erano delle lunghe lance a lama larga e lunghe e diritte spade a due mani. Venivano usati anche piccoli scudi rotondi fatti di pelle di rinoceronte, elefante o coccodrillo, che si diceva potessero deviare un proiettile. Le caratteristiche di combattimento e l'efficacia in battaglia dell'esercito derviscio del Mahdi possono essere riassunte bene in questa citazione da Charles Neufield, un Tedesco che fu prigioniero dei Dervisci per dodici anni. Egli afferma che nel combattimento ravvicinato, l'orda dei Dervisci è più che alla pari del meglio addestrato esercito europeo. Svelti e silenziosi nei movimenti, capaci di coprire distanze ad una velocità di 4 o 5 volte superiore a quelle di truppe addestrate, ... ogni uomo, quando veniva il momento di attaccare, era capace di combattere indipendentemente dagli ordini, svelto, veloce e agile come un gatto e assetato di sangue come una tigre che sta morendo di fame, ... completamente incurante della propria vita, riescono a continuare a colpire e affondare con la lancia e la spada anche con mezza dozzina di ferite, ognuna delle quali avrebbe ucciso un Europeo. Contro gli Italiani, i Dervisci utilizzarono anche la loro cavalleria Baggàra, una sorta di cavalleria catafratta, perdendo però a Agordàt (1890), Serobèiti (1892), Agordàt (1893), Kassala (1894), Gulasìt (1896), Sabderàt (1896), Monte Mocràm (1896), Tucrùf (1896).

Dervisci. Topografia: Dry. Aggressività: 3.
1x3Kn (Generale) oppure 1x3Bd, 1x3Cv o 3Aux, 2x3Bw (fucili), 4x3Wb o 3Aux, 2x2Ps, 1x4Sp, 1x5Hd.

NOTE PER GIOCARE CON IL DBA 2.0.
Il giocatore Derviscio è considerato il difensore ed ha a sua disposizione un'Area Fortificata, mentre il giocatore Etiopico è considerato l'attaccante. I Bw sono considerati dei fucili, ma mantengono lo stesso raggio di tiro. Tutte le altre regole sono quelle normali, sia per il terreno e le condizioni di vittoria.