A
spasso per lOasi del Bassone
In città,
leggermente in periferia ma facilmente raggiungibile con tutti i mezzi di trasporto,
disagevole nel periodo estivo a causa della presenza di molte zanzare, si rende fascinosa
nelle stagioni fredde per una breve e salutare escursione ricca di significato faunistico
e di pregio ambientale loasi WWF del Bassone, ovvero le Torbiere di Albate.
Istituita
nel 1976 su un territorio umido di circa 90 ettari (900.000 mq) come "oasi di
protezione e rifugio" interessa istituzionalmente i Comuni di Como, Casnate con
Bernate e Senna Comasco oltre alla Provincia di Como. È gestita dal WWF in collaborazione
con la Regione sin dallinizio della sua fondazione sotto la diretta responsabilità
della presidente Ottorina Bianchi.
La porzione
comasca del territorio interessato è stata denominata "area di salvaguardia
ecologica" mentre gli altri due comuni coinvolti hanno istituito nei propri
possedimenti delle "aree agricole" e "boschive". La morfologia del
paesaggio si manifesta infatti su tre livelli principali: palude e stagno, prato e infine
bosco. Sono presenti anche delle fattorie attive e alcuni nuclei abitativi. La
caratteristica particolarmente umida e fertile delle pianure favorisce notevolmente lo
sviluppo agrario e zootecnico. Già nel 700 il Catasto Teresiano definiva
larea "zona agricola" e ancora oggi se ne vedono le vestigia nelle quattro
cascine sopravvissute a quello che doveva essere un ricco insediamento rurale: cascina
Baraggia, cascina Baraggiola, cascina Bengasi e cascina Bassone/Volta. Questultima
situata allentrata secondaria delloasi ricorderebbe le scorribande giovanili
di Alessandro Volta che proprio grazie a questi stagni avrebbe condotto le sue
importantissime scoperte sul gas di palude e approfondito gli studi sulla conduttività
elettrica delle rane.
Fa parte di
una delle sessantadue oasi nazionali, cinque in Lombardia, del WWF. Ciò significa che si
tratta, secondo le direttive del WWF, di una "zona ad ecosistema particolarmente raro
o minacciato".
Un percorso
ben evidente e adeguatamente segnalato con pannelli informativi, bacheche e capanni di
osservazione si addentra nelle torbiere e nel verde circostante dirigendo
losservatore in un mondo semisospeso tra il reale e lirreale quando la foschia
si mescola ai canneti e il gracidare delle raganelle si sovrappone al grido della
beccaccia o al fruscio di un anitra in volo. Non si viene a caccia in questo rifugio
protetto, si viene in osservazione della natura e dei suoi magici abitanti.
Il punto
ufficiale di partenza è in fondo alla via al Piano. Dalla Canturina, passato Muggiò, si
curva a destra dopo il semaforo e quindi subito a sinistra si imbocca sotto al ponte della
ferrovia la via al Piano in direzione del Bassone; al rondò si gira a destra proseguendo
sempre per via al Piano, strada a fondo cieco, fino alla fine. Qui si trova il futuro
Centro visite, cascina Bengasi, e da qui parte il sentiero-natura che circumnavigherà le
torbiere soffermandosi nei punti di maggior singolarità. Si può entrare anche dalla
strada per Senna: subito dopo il ponte della ferrovia si gira a sinistra per via Frisia e
la si percorre tutta fino allo stop. Sulla sinistra si vede in pietoso stato di abbandono
quella che un tempo era la dimora del grande scienziato comasco, cascina Volta, invece a
destra seguendo lindicazione del WWF si giunge ad una radura dove cè la
vecchia casa del custode (con affisso lemblematico panda) e da qui dipartono due
camminamenti. Unipotesi di itinerario sarebbe quella di imboccare il sentiero di
destra, diritto, in direzione del Lago Piccolo. Ci si imbatte poi nel capanno di
osservazione sul Lago Grande, si passa da cascina Bengasi e dal fontanile quindi si
ritorna al punto di partenza. Per le visite guidate o per farsi aprire i capanni del
bird-watching occorre prenotare prima telefonando direttamente alla responsabile Signora
Bianchi.
Loasi
è costituita da una depressione a forma quasi di mezzaluna attorno ad una collinetta
morenica posta sul lato sud. Lavvallamento favorì, migliaia di anni or sono, lo
sviluppo di un ambiente palustre e conseguentemente la costituzione di un ingente deposito
torboso, cioè un humus dato dalla carbonizzazione di resti vegetali. Nel 1800 si
incominciò lestrazione della "torba" per utilizzarla come combustibile ma
nellimmediato dopoguerra questa pratica fu abbandonata e le antiche cave si
trasformarono in stagni e laghetti, circa sei, che tuttora costituiscono la caratteristica
principale delle Torbiere. Qui infatti lacqua non manca sia di fonte sia stagnante.
Numerose le filtrazioni di falda oltre alle rogge, due quelle principali, e ai numerosi
canali. In base ai documenti in nostro possesso risulta che il Comune di Como abbia ben
quattro pozzi di acqua potabile situati allinterno dellarea protetta. Un Lago
Grande a ovest comunica attraverso rivoli di sfogo con quattro stagni mentre più a
oriente giace attorniato dal bosco il Lago Piccolo, popolatissimo di carpe. Qui sfociano
anche le acque pulite della "fonte Prada" che nasce anchessa
allinterno delloasi. Il bosco è costituito prevalentemente di piante a foglie
cadue alcune di pregio tipo la farnia, il carpino nero e lontano nero. In altre zone
della torbiera, oltre ovviamente ai canneti, anche salici "piangenti", betulle e
robinia. Molte le specie animali che abitano lambiente come il riccio , il ghiro, la
faina, la donnola, la lepre, il coniglio selvatico oltre agli anfibi tra cui il rospo
smeraldino, la testuggine dacqua e la rana di Lataste. Ma il posto donore qui
è costituito senzaltro dallavifauna sia stanziale che migratoria:
Lairone cinerino, la nitticora, lupupa, il nibbio, la beccaccia, il
porciglione, la schiribilla, il gheppio, il falco di palude, gufi e civette tanto per
citarne alcuni. Tra gli uccelli acquatici il tuffetto, il germano reale, la folaga e la
gallinella dacqua. Poi numerosissimi sono i passeriformi come la capinera,
lusignolo, la cinciallegra, il fringuello, il verdone , il pettirosso ecc.
"Questanno
- ci riferisce la responsabile Ottorina Bianchi - ci sono in cantiere vari progetti di
riqualificazione dellarea e percorsi didattici legati alla salvaguardia del fragile
ecosistema dellOasi. Per quanto riguarda le strutture esistenti allintero
della torbiera lintervento più urgente di cui si occuperà lAmministrazione
provinciale sarà il riconsolidamento degli argini del fiume Segrada, che scende la
Lipomo, per impedirne la tracimazione continua durante le piogge. Seguiranno il restauro e
il recupero della cascina Bengasi il cui utilizzo sarà destinato a Centro di educazione
ambientale e verrà gestito insieme al gruppo Scout Assoraider". LAssociazione
Italiana di scoutismo Raider è unassociazione di eco-scout che si occupa
prevalentemente di ambiente e protezione civile e progetti di intervento eco-compatibili.
"Tra le
iniziative di questanno - ci tiene a sottolineare la signora Bianchi - figura il
Progetto Filo Verde di educazione allambiente che si snoda attraverso le generazioni
differenziandosi per fascia detà. Si partirà dunque per i più piccini, ad esempio
gli alunni delle scuole elementari, con il racconto di fiabe come strumento di
apprendimento e di riconoscimento della natura. Via via man mano che cresce la fascia
detà si ci si inoltrerà nel mondo dellecosistema, quindi delle catene
alimentari fino a progetti più ampi ed attuali come la presa di coscienza di
problematiche essenziali tanto qui da noi che a livello planetario, come le risorse
idrologiche e geologiche, la lotta contro ogni forma di inquinamento ambientale, la
salvaguardia del patrimonio forestale. Tutto questo in un senso anche pratico, si
procederà ad esempio alla pulizia e alla risistemazione dei sentieri, alla progettazione
di itinerari innovativi con relativa mappatura fino alla formazione di vere e proprie
Guide ambientali".
Secondo il
progetto la Cascina Bengasi, che già ospita un piccolo museo storiografico e
naturalistico, diventerà il punto di riferimento di tutte le attività legate
alloasi. Già funge da ufficio documentaristico e informativo grazie ai volontari
che vi prestano il proprio lavoro quotidiano. Importante parte del progetto sarà anche la
programmazione di nuovi itinerari verdi che si amplieranno dalloasi fino a
comprendere tratti del Parco Regionale della Brughiera Briantea e verranno studiati
secondo diverse tipologie. Quindi percorsi di interesse antropologico (sulle orme
protostoriche dei primi abitatori delle paludi) si affiancheranno a percorsi culturali
(con segnalazione ad esempio di trattorie tipiche, edifici storici, antichi mulini o
manufatti contadini), faunistici o semplicemente naturalistici. Un ulteriore fiore
allocchiello del progetto Filo Verde per la riqualificazione delle Torbiere e la
loro interazione con i cittadini è lideazione di un "giardino per le
farfalle", un luogo di osservazione e relax rivolto a tutti, grandi e piccoli e ai
disabili. La gestione dellOasi del Bassone si è in effetti sempre dimostrata
attenta alle esigenze dei disabili proponendo programmi specifici. Utili e apprezzabili le
iniziative del Filo Verde non solo per mantenere in buono stato un patrimonio
naturalistico così prezioso in città ma anche per rinsaldare un rapporto di fruizione ed
educazione allambiente con i visitatori. Chissà che un domani non si deciderà di
rivalutare anche le altre strutture importanti delloasi a beneficio di cittadini e
turisti cominciando magari dal restauro della tenuta voltiana.
Intanto
larea protetta delloasi dovrebbe diventare, se liter avviato in Regione
prosegue senza intoppi, Riserva Naturale ed essere infine assorbita nel grande Parco
regionale della Brughiera Briantea.
Per
informazioni e per prenotare visite guidate telefonare alla Sig.ra Bianchi, tel.
031-521387 dal 1 settembre al 15 giugnoalia§cygnuss
broletto n.75 inv.2003/2004